Il magico studio fotografico di Hirasaka è uno dei regali ricevuti da parte di Matthias nel mio ultimo compleanno e in un periodo difficile. Riporto parte della sua dedica, pienamente azzeccata in relazione ai contenuti del libro:
"... che questo romanzo possa darti sollievo e tramite un pizzico di magia insegnare l'importanza di cogliere e apprezzare la bellezza che viviamo ogni giorno..."
Una volta arrivati qui poco importa che uno sia stato un grand'uomo o un miliardario: con noi possiamo portare solo i ricordi.
(cit.)
Nata nel 1974 nella prefettura di Kagawa, vive attualmente a Tokyo. Ha conseguito la laurea in Letteratura all'Università di Kobe. Per alcuni anni ha insegnato all'estero lingua e letteratura giapponese.
Coltiva fin da giovanissima la passione per la fotografia e per le vecchie macchine fotografiche.
Il magico studio fotografico di Hirasaka è stato tradotto in più di venti paesi.
CONTENUTI DEL ROMANZO:
Lo studio fotografico del signor Hirasaka si trova al confine tra il mondo terreno e l'aldilà: rimanda quindi ad un'antica credenza della spiritualità giapponese secondo la quale le persone defunte devono andare temporaneamente in "luoghi di passaggio" per ricordare i momenti più significativi della loro esistenza prima dell'ufficiale ingresso nell'aldilà.
Il compito particolare di Hirasaka è quello di far scegliere alle persone che transitano nel suo studio alcune fotografie ritraenti episodi del loro vissuto terreno.
In seguito, dopo la selezione di scatti da parte di questi ospiti, il signor Hirasaka è tenuto a costruire la lanterna girevole dei ricordi fatta di fotografie.
Dunque, signor Hirasaka: adesso devo scegliere delle fotografie in numero pari a quello dei miei anni e comporre la lanterna girevole insieme a lei, giusto? Poi la guarderò ruotare, troverò la pace e completerò il mio ciclo.
Così la signora Hatsue, che in vita è stata maestra di scuola dell'infanzia, ricapitola la consegna di Hirasaka.
Hirasaka concede inoltre ai suoi ospiti l'opportunità di rivivere il loro ricordo più prezioso e di scattare di nuovo la loro foto preferita, senza però interagire con nessuna delle persone conosciute in vita.
Con "rivivere" si intende la possibilità di ritornare indietro nel tempo al giorno e ora esatti.
Ma Hirasaka chi è stato da vivo? Per quale motivo non ricorda assolutamente nulla della sua vita?
MESSAGGI DEL LIBRO:
-La vita ha un valore inestimabile
La vita è infatti un mosaico di esperienze, di scelte, di incontri e di relazioni.
Tutti mandano i figli all'asilo, giusto? Alcuni diventeranno membri apprezzati della società, altri no. Ma la vita di ciascuno di loro è preziosa. Anche se non diventeranno persone importanti. Anche se non saranno mai famosi.
Per tutta la sua carriera di maestra Hatsue ha avuto a cuore il futuro dei bambini che le venivano affidati.
-Le scelte e la responsabilità
Ogni volta che si era trovato davanti a un bivio Waniguchi aveva scelto strade che, alla fine, lo avevano portato a quel maledetto giorno.
Waniguchi, quarantasettenne morto accoltellato, ha condotto una vita triste, dolorosa e poco limpida. A quattro anni è stato abbandonato dalla madre e, sin da giovanissimo, è stato coinvolto in episodi di violenza malavitosa.
Se solo avesse imboccato strade diverse. Se avesse preso decisioni diverse, per esempio se si fosse trattenuto dal tirare un cazzotto al professore. Se almeno una volta, quando c'era da scegliere, avesse fatto la cosa giusta.
-Il bullismo
Durante l'excursus vitae di Waniguchi compare inoltre la tematica del bullismo.
Per alcuni anni Waniguchi diviene il coordinatore di un negozio di riparazioni e un pomeriggio ha modo di conoscere Thien, un ragazzino vietnamita con una foto strappata da ragazzi un po' più grandi che lo perseguitano quotidianamente.
Ecco il pensiero di Waniguchi quando racconta a Hirasaka di Thien:
Sul tavolo, sparsi come i pezzi di un puzzle, c'erano i frammenti di una fotografia. Tirai a indovinare. I bambini sono spesso crudeli con gli altri bambini. Soprattutto quando si tratta di elementi estranei, che non appartengono alla propria categoria, non si fanno particolari problemi ad attaccarli.
Avendo fatto l'esattore per la malavita, forse non sarò la persona più adatta a dirlo, ma anche nel caso del bullismo c'è un limite che nessun essere che possa dirsi umano dovrebbe mai superare. Non conosco i ragazzacci là fuori, ma a chiunque si diverta a tormentare gli altri deve mancare qualcosa. Un braccio ferito può sempre guarire, ma ferite come quella, quando un ricordo prezioso viene strappato in quel modo, non guariranno mai.
Concludo questo paragrafo con un'ultima citazione che mi ha toccata sul vivo:
Era terribile. Mi colpì il fatto che tutti facessero finta di non vedere, nell'indifferenza degli insegnanti. Quando uscì dall'auto, come se niente fosse, vidi Thien che si avviava verso casa e dei ragazzini che lo colpivano ripetutamente alla testa con il pallone, che lo prendevano in giro, e quando lui cercò di difendersi, due di loro lo tennero fermo e un altro gli diede un calcio nello stomaco. Doveva trattarsi di alunni all'ultimo anno, perché erano molto più grossi di lui. Con una tale differenza di stazza, era impossibile per Thien reagire. Non smettevano di accanirsi. Il modo in cui si sottraevano agli sguardi, gli toglievano la cartella e lo attiravano verso la riva del fiume aveva un che di adulto. (...) Ben presto il contenuto della cartella finì sparso per terra e i quaderni, insieme con tutto il resto, furono gettati nel fiume. Thien però non pianse, strinse i denti e resisté. (...) Pensai che forse anche i suoi genitori dovevano fronteggiare sfide simili per consentirgli di vivere in un paese straniero. Gli rivolsi tra me e me parole di incoraggiamento, poi mi dissi che sarebbe stato un problema se si fosse presentato da noi per chiederci di aggiustargli i quaderni. (...) Come prima cosa andai a mettermi alle spalle di quei ragazzi che ridevano a crepapelle. "Cosa c'è di tanto divertente? Volete far ridere anche me?".
Eh sì. Waniguchi interviene per difendere il suo piccolo cliente che pochi giorni prima gli aveva chiesto di riparare la fotografia.
YAMADA MITSURU:
Le seguenti fotografie non costituiscono più dati sensibili dal momento che ritraggono bambini cresciuti. 😂
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