Si tratta di un film storico in bianco e nero, molto complesso, che io e Matthias abbiamo visto circa due mesi fa, in un cinema di Verona.
Vorrei dare spazio soprattutto alle riflessioni di Matthias (tutte le sue frasi e considerazioni sono in rosso) a proposito di impressioni sui personaggi e sui rapporti che intercorrono tra loro.
TRAMA E CONTENUTI:
Il contesto è l'Unione Sovietica di Kruscev che, nel 1962, è impegnata sia in un'aspra competizione con gli Stati Uniti sia nel coltivare gli ideali del comunismo.
Il film è ambientato nella piccola città di Novockerkassk, situata nella regione del Don e al confine con l'Ucraina. Proprio qui, il 2 giugno 1962 scoppia un rivolta operaia in una fabbrica di locomotive locali, repressa nel sangue.
Questo episodio è stato per molto tempo nascosto e, i manifestanti uccisi durante la protesta, sono stati seppelliti al di fuori di Novockerkassk, in mezzo a vasti campi e sotto falso nome.
Ci sono due figure molto importanti: Lyudmila, funzionaria del Partito e sua convinta sostenitrice e la figlia Svetka che sostiene invece i manifestanti e che, dal giorno degli scontri tra operai e apparati governativi, sembra scomparire nel nulla.
Non conoscevo questo evento storico.
Riporto una parte del commento di Tommaso Tocci:
Cari compagni! romanza e riassume la storia di un massacro di stato, tornando a un momento storico in cui il comunismo sovietico rifletteva su se stesso e non poteva essere messo in discussione da uno sciopero operaio.
Un maestro dell'immagine come Andrei Konchalovsky mette in scena (l'episodio) con rigore attraverso la storia di una donna il cui ruolo di madre finisce per mettere in crisi il suo patriottismo.
Personalmente ritengo che il film sia tecnicamente buono.
LE NOSTRE IMPRESSIONI SU QUESTO FILM:
C'è una scena che mi ha colpito molto e in cui ho visto un'analogia: quando Lyudmila cerca sua figlia scomparsa per le vie cittadine, ad un certo punto vede una cagna intenta ad accudire i cuccioli molto piccoli e... inizia a stare male, a soffrire. Perché intuisce di dover dialogare di più con sua figlia e di dover curarsi di più di lei. Mentre solo pochi giorni prima della scomparsa di Svetka nutriva disprezzo per i rivoltosi, secondo lei tutti da condannare a morte, quando un evento di protesta contro il governo coinvolge anche sua figlia inizia a desiderare che Svetka sia viva, salva e nascosta da qualche parte.
A me invece ha impressionato il confronto-scontro tra due generazioni diverse. Nella scena in cui Lyudmila, Svetka e il nonno si trovano in cucina attorno alla tavola ho notato che mentre da un lato c'è una madre particolarmente affezionata ai tempi di Stalin, e lo si comprende da discorsi come "Stalin ha vinto la guerra", "Stalin non ci faceva mancare il pane in tavola", dall'altro c'è una figlia poco più che adolescente la quale considera Stalin un criminale e desidera maggior giustizia sociale e la dignità del lavoro. Ed è qui che sua madre le fa una domanda intelligente, rivolta a mio avviso anche a noi spettatori per farci pensare: "Come mai hanno tutti parlato dei crimini di Stalin dopo che è morto?" e sua figlia le risponde: "Avevano tutti paura di lui quando era vivo". E a quel punto Lyudmila dice qualcosa sul fatto che, a tal proposito, alcuni anni prima, ai dissidenti di Stalin faceva comodo stare in silenzio. C'è una parte di ragione nelle parole della protagonista più adulta del film!
Per me questa pellicola è anche un tentativo di analisi del potere autocratico russo.
Sì, anche se però, quando la figlia le dice chiaramente "Avevi paura anche tu di Stalin", allora la madre inizia a picchiarla...
Poi non dimenticare che il nonno di Svetka è zarista, quindi il film si concentra anche su questi tre componenti di una stessa famiglia figli di tre diverse fasi della storia russa del Novecento.
Il nonno dice che non c'è alcun Dio nella regione del Don.
In questo film l'affidarsi a Dio rappresenta una fonte di speranza quando Lyudmila, durante una riunione con i membri del Partito comunista, si rifugia angosciata in un bagno e inizia a pregare per la figlia scomparsa.
Il clima omertoso caratterizzava anche l'Unione Sovietica post-Stalin negli anni Sessanta visto che si nasconde la verità nella vicenda del 2 giugno: chi ha sparato sulla folla? Non è una situazione molto chiara. Nell'Unione Sovietica la reale realtà del socialismo viene insabbiata.
Lyudmila vede un cecchino sul tetto e quindi sembra che siano stati i cecchini del KGB ad aver ammazzato le persone per fare un servizio al governo centrale dell'URSS. "Ma se i cecchini sparano in aria come hanno fatto a sparare sui manifestanti?" si chiede il generale che aiuta la protagonista a cercare la figlia. Mi sono chiesto per quale motivo un membro dell'esercito voglia aiutarla: non è molto chiaro neanche questo aspetto.
Coloro che hanno assistito alla rivolta, insieme ai sopravvissuti alla sparatoria, sono stati costretti a firmare dei documenti con la promessa di tacere per cancellare questo fatto dalla storia dell'URSS, pena la morte.
Mi viene spontanea un'altra domanda: ci sono figure positive in questo film?
No, nessuna figura in questo film è del tutto positiva ma secondo me non ci sono neanche personaggi del tutto negativi: pensa di nuovo ai tre componenti della famiglia di Lyudmila, tutti e tre "diversamente ideologizzati". L'ideologia, di qualsiasi tipo essa sia, ottenebra il pensiero critico.
Secondo te invece c'è un'evoluzione del pensiero politico di Lyudmila?
Non lo so. A lei piace Stalin e, anche verso la fine, dice qualcosa come "Se ci fosse stato Stalin questa rivolta non sarebbe accaduta".
Per me Lyudmila nel corso del film non ha affrontato un percorso che le facesse mettere in discussione la stima per Stalin.
Questo non è un film sulla formazione politico-sociale di una delle sue protagoniste... e infatti sono rimasta colpita nel punto del film in cui, credendo che la figlia fosse sepolta in una fossa in mezzo ai campi con altre vittime della rivolta, Lyudmila, nell'auto del generale che la accompagna, inizia a cantare un inno patriottico comunista le cui prime parole sono: "Tovarišč, tovarišč!".
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