Per diverse settimane sono stata indecisa se scrivere o meno le mie riflessioni a proposito di problematiche e dinamiche lavorative che dovrebbero riguardare ogni italiano, dal momento che la nostra Repubblica è fondata proprio sul lavoro e dunque, sull'utilità sociale di ognuno di noi.
Stasera non ho voglia di proseguire la lettura di un romanzo di Hemingway, per cui, non potendo Matthias essere con me stasera, l'alternativa è la seguente: interrompere la miniserie di post di questi giorni a proposito dello spinoso, complesso quanto affascinante argomento dell'identità individuale, per proporvi una tematica estremamente attuale e altrettanto complessa.
Parto dal pomeriggio della Pasquetta di quest'anno: io e Matthias eravamo a casa di due suoi amici appena diventati genitori. Il felice padre è uno scout, è stato l'educatore di Matthias veramente, ha alcuni anni in più. Ci siamo messi a giocare per buona parte del tempo a "Hotel Monopoly". Era da un pochino di tempo che non mi cimentavo in questo gioco. Praticamente è una variante del "Monopoly" classico.
Per la prima ora e mezza ero io quella messa benone: ero la proprietaria del quartiere e degli alberghi del raffinato ed elegante "Fujiyama" con gli alberi in fiore, poi ho acquisito anche il "Safari"... ma ha trionfato Matthias: era partito male ma poi, quando ha acquisito il terreno del quartiere "President" con tutti gli alberghi e i giardini e le piscine, ha iniziato ad incassare a bomba a scapito di noi tre. Io, sentendo la stanchezza anche mentale, ho iniziato a giocare male e mi sono impoverita sempre di più. Per chi non conoscesse il gioco: il "President" è un quartiere i cui alberghi sono simili ai grattacieli di New York. Gli avversari che con le loro pedine finiscono in quel terreno devono versare tasse pesanti al concorrente proprietario, ancora più costose di quelle che verserebbero per il "Fujiyama".
Ho accumulato con Matthias un debito di più di 5000 euro: la mia ultima mossa prima di uscire dal gioco è stata quella di dargli i miei ultimi tre bigliettoni da 500 che ovviamente non bastavano per saldare il debito. Nella vita reale questo sarebbe un modo molto dignitoso per finire in bancarotta! Ho fatto pena, davvero. Quando sono lucida non perdo così, piuttosto, se inizio bene vinco.
Nelle varianti del Monopoly non basta la pura fortuna, è necessaria anche un'ottima capacità di concentrazione e di lucidità visto che le partite sono spesso decisamente lunghe.
Comunque, mentre Matthias pensava a far fallire anche il suo ex capo scout, io e la neo-mamma ci siamo messe a parlare proprio di questioni lavorative con la bambina in mezzo, sdraiata e circondata da pupazzi.
Non conosco ancora benissimo la compagna di questo capo scout, non ho confidenza, eppure, per un po' di minuti si è liberamente confidata con me parlando del suo tossico ambiente lavorativo aziendale, che peraltro lei stessa vorrebbe cambiare. Ricordo che lei mi ha detto: "Quando ritornerò dalla maternità non troverò più le uniche colleghe con cui andavo d'accordo, mi ritroverò con tre vipere e due iene!".
Sto parlando di una donna di 31 anni: se nemmeno lei sta più bene in quella realtà lavorativa meglio davvero che trovi qualcosa di un po' più gratificante che le permetta anche di conciliare il lavoro con la famiglia. Comunque il compagno è un poliziotto per cui un'entrata garantita in casa loro c'è.
Ad ogni modo mi è rimasta abbastanza impressa un'altra frase di questa ragazza: "Una volta vinto un concorso pubblico lo stipendio diventa sicuro anche se si tratta magari di appena 1000 euro al mese, il privato può lasciarti a casa quando vuole!".
Sinceramente non credo che i privati possano licenziare dalla sera alla mattina un dipendente "se a loro gira di farlo"... ci vorranno dei seri e gravi motivi, no? Teoricamente i datori di lavoro del privato sono tenuti a dare un certo preavviso di rinnovo, di proroga o di licenziamento anche ai dipendenti con contratti a termine, non è necessaria una laurea in Giurisprudenza per saperlo, e poi, al di là delle norme del diritto del lavoro, ne va della dignità e del rispetto per la persona che giustamente deve organizzare e pianificare la propria vita.
Tutte le aziende e le realtà lavorative rinnovano o licenziano con preavviso di diversi giorni se non di alcune settimana, tutte tranne il mondo dell'insegnamento... provo ancora abbastanza rabbia se penso che per la mia ultima supplenza neanche sono stata avvisata che la titolare sarebbe ritornata nel tal giorno!! Ci siamo trovate in due in aula insegnanti!! Che schifo!!
Negli ultimi due anni e mezzo ho capito che nel mondo della scuola i laureati che hanno voglia di fare e di mettersi in gioco non contano a niente e non hanno diritti! Devono solo sgobbare, lavorare molto più dei colleghi saccenti ultra quarantenni, continuare a versare soldi per abilitazioni che non assicurano alcun futuro. D'altronde, nessun ministro della pubblica d-istruzione e del de-merito degli ultimi anni ha le p*ll* per dire: "In Italia c'è la decrescita demografica, gli immigrati ci rompono le scatole quindi complichiamo le regole per l'accesso a questa professione".
Utilizzate i soldi del PNRR anche per garantire una formazione linguistica e professionale agli immigrati in modo tale da poterli inserire nel mondo del lavoro, così vedrete che non vi romperanno più!!
Non credo, personalmente e per le esperienze che vi ho fatto, che i Dirigenti scolastici abbiano veramente a cuore il futuro dei bambini, dei ragazzi, degli adolescenti, come non credo tengano veramente al benessere degli insegnanti. Quando insegnavo nella mia prima scuola e avevo veramente dei gravi problemi disciplinari invocavo l'aiuto della Dirigente, chiedevo insistentemente una riunione con i genitori... nessuno mi è mai venuto incontro.
A parte che quando ero un'insegnante tutto ciò che facevo era sbagliato: mi mostravo un po' più severa e punitiva? Sbagliavo: mi ponevo in modo troppo rigido. Propendevo di più per il dialogo e per lezioni che mettessero in campo questioni riguardanti la vita reale? Troppa filosofia, livello troppo alto!
Eppure non è la scuola la prima comunità che dovrebbe educare al pensiero e all'elasticità mentale?
"Dottoressa Napponi, lei deve rimproverare urlando, così ci si fa valere! O crede di essere ancora una studentessa universitaria?".
E pensare che quando ho ricevuto la mia prima convocazione a scuola (unita alla pretesa di presentarmi in segreteria didattica entro la mezz'ora successiva della mattina stessa) saltavo di gioia. Pensavo: "realizzo il mio sogno!".
Ah... per non dimenticare quella simpaticona collega di sostegno che, conoscendomi da nemmeno tre giorni, ha sentenziato: "Hai problemi di disciplina già con la tua prima esperienza? Cambia lavoro cara mia se non sai minimamente relazionarti con dei ragazzini!". A distanza di qualche anno ho saputo che persino questa persona, con la sua grande presunzione, ora vuole lasciare il mondo dell'insegnamento, grandemente provata a causa di gravissimi problemi disciplinari. Godo: quindi non sono soltanto io l'incapace!
Nel febbraio 2022 conoscevo appena Matthias, lo avevo visto solo una volta e, rendendomi conto che in quel periodo stavo attraversando problemi tali a scuola da non riuscire nemmeno a farmi minimamente ascoltare (nelle mie ore succedeva di tutto, si picchiavano in classe, mi insultavano, mi offendevano) dubitavo già del fatto che questa potesse essere la strada giusta per me. Laureata con passione e con il massimo dei voti, perché devo farmi umiliare?! Perché devo sentirmi etichettata come "comunista" da alcune mamme se parlo di immigrazione e di clima?!
Questo è un periodo storico in cui chi propende per il centro-sinistra come me ha una vita difficile in termini di confronto con un sacco di persone.
Secondo me la capacità di tenere l'ordine in una classe o c'è fin da subito in un insegnante o non c'è. Oppure, come nel caso di mia mamma, la capacità di tenere l'ordine non è eccezionale ma si riesce comunque ad instaurare un rapporto. Anche lei ha avuto difficoltà con alcune classi, tuttavia mi sono resa conto che molti suoi ex alunni hanno un ricordo positivo di lei.
Per l'esperienza che sto vivendo attualmente credo che nelle aziende in cui il clima è sano non contino soltanto i numeri e l'efficienza ma anche la serietà e l'affidabilità delle persone che vi lavorano.
La mattina (il mio quarto giorno di lavoro, a gennaio) nella quale ho incassato solo 75 euro è stato un motivo per i miei responsabili per affiancarmi e per suggerirmi qualche strategia in più di vendita, nessuno mi ha giudicata e nessuno mi ha demolita.
Non sarà la mansione di promoter per i treni Italo il mio lavoro definitivo, tuttavia questa esperienza mi sta servendo e almeno da alcuni mesi ho un ruolo utile oltre che un'entrata economica.
Non tutti i luoghi di lavoro aziendali però sono sani, non tutti i manager e i dirigenti d'azienda tengono veramente al benessere dei loro dipendenti e alla costruzione di un ambiente collaborativo e solidale.
Penso all'esperienza pluriennale di Matthias in un'azienda a circa 15km dal suo condominio: si trattava di una piccola ditta che ha cambiato manager per due volte nel giro di sette anni e il primo trovava qualsiasi pretesto per rimproverare il mio ragazzo nei primi tempi in cui lavorava lì. Gli diceva: "Non combinerai nulla di buono". E questo può essere umiliante per un ventiquattrenne. Il 2 maggio ne ha compiuti 31, per cui direi che Matthias ha già accumulato un po' di anni di contributi e in questo rispetto a me è leggermente avvantaggiato.
Tuttavia mi chiedo anche: chissà se noi trentenni o quasi trentenni di adesso avremo mai una pensione... effettivamente, anche se finora non ho mai avuto contratti a tempo indeterminato, io ho già disposto un piano di pensione integrativa per me con i miei consulenti bancari.
Matthias una volta mi ha detto che secondo lui l'economia italiana toccherà il fondo quando ci saranno ancora meno giovani causa continuo calo delle nascite e dunque quando non ci sarà abbastanza forza-lavoro giovanile per pagare contributi e pensioni agli anziani.
Quanto ai settori della Pubblica Amministrazione (PA), diversi dalla scuola: una volta superato un concorso, che sia per esami o per titoli+ esami, si ottiene un posto indubbiamente sicuro. Il grande vantaggio per i lavoratori della PA, naturalmente esclusi i lavoratori della scuola, è sicuramente il basso turn-over dei dipendenti e il rischio praticamente nullo di venire sostituiti. Il grande problema in questi ultimissimi anni di molti settori della PA è che ci sono pochi posti messi a bando. Per questo motivo il privato in questo periodo ha più posizioni aperte rispetto al pubblico.
Ci si lamenta del fatto che i giovani non mettano al mondo dei figli... ma siete sicuri ci siano le condizioni?! Come faremo se saremo precari per lungo tempo, se otterremo un lavoro che non ci permetterà di conciliare anche un progetto di famiglia, se gli stipendi non aumenteranno nei prossimi anni, se non verrà istituito un salario minimo, anche questo importante per la dignità economico-sociale?
Non siamo tutti stupidi, non siamo tutti irresponsabili!
Alcune statistiche di giornali prevedono l'aumento di posti, nei prossimi anni, per i neo-diplomati presso istituti tecnici che hanno soprattutto nozioni di ragioneria e di informatica. Quindi le ragazze e le donne, le quali di solito frequentano altri tipi di scuole e altri percorsi di studio, dovrebbero essere penalizzate per questo, come se non lo fossero già abbastanza in termini di opportunità e di salari?!
Temo inoltre che l'intelligenza artificiale (AI), con i suoi sviluppi emergenti, possa rubarci il lavoro. Avete già sentito parlare di hotel e di ristoranti senza receptionist e senza cuochi e camerieri?! Io purtroppo sì. Anche se al momento, facendo riferimento all'anno corrente, il mercato del lavoro richiede medici, infermieri, operatori sanitari, camerieri, cuochi, molti receptionist, molti addetti al settore del commercio, dell'assistenza clienti e della promozione di prodotti o marchi aziendali... ma tra cinque anni sarà ancora così?! Quali saranno le professioni più richieste e quali quelle sostituite completamente dall'AI?
Chiudo questo post con un'ultima considerazione: è decisamente vergognoso far lavorare stranieri, migranti e persone in condizioni culturali e sociali svantaggiate in nero e a 3 o 4 euro all'ora e magari per 12 ore al giorno! Mi chiedo come facciano questi datori di lavoro a dormire serenamente la notte!
Non bisogna sforzarsi di pensare che queste forme di sfruttamento pseudo-naziste a mio avviso esistano solo nel Meridione: per quel che ne so certi schifosi senza scrupoli ci provano anche qui in provincia di Verona, solo che vengono più facilmente scoperti, denunciati e indagati. Ad ogni modo, anche in Veneto gli incidenti nei luoghi di lavoro sono un problema...
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