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16 agosto 2024

"IL RICCIO": FILM SULL'IMPORTANZA DELLE RELAZIONI UMANE IN UN MONDO BORGHESE.

Cari lettori, dal momento che io stessa, diversi anni fa, ho qui proposto una mia recensione riguardo a questo film, oggi vi lascio leggere l'analisi di Matthias.

Tuttavia, nell'eventualità in cui aveste voglia di rileggere le mie opinioni su questo film meraviglioso e intenso, vi lascio un link di rimando, tanto le mie idee sul Riccio a distanza di anni non sono cambiate:

https://riflessionianna.blogspot.com/2016/10/il-riccio.html

Vi consiglio in realtà di cliccarci sopra per rispolverare la trama e per poi mettere a confronto le mie idee con quelle di Matthias. 

C'è una differenza fondamentale tra quello che penso io e quello che pensa lui: a me piace molto la figura di Palomà che tra l'altro nel romanzo viene molto più approfondita, a Matthias piace di più Renee mentre è molto critico nei confronti di Palomà. Per me Renee è "un'orsa", imbarazzante a volte nel look e nelle pettinature.

"IL RICCIO": RECENSIONE DI MATTHIAS


Il riccio è un film diverso rispetto al romanzo di Muriel Barbery, autrice che si è disinteressata degli sviluppi del film. 
Tra l'altro il titolo del libro è L'eleganza del riccio.

1) IL PERSONAGGIO DI PALOMA':

Sicuramente è una ragazzina molto intelligente, però è anche molto giudicante e critica verso gli altri. Per questo, nel corso del film, non mi è andata sempre a genio. 

Ecco alcuni esempi:

-Palomà bistratta la madre, figura fragile e sofferente trattata come imbecille dalla figlia che la filma mentre parla con le piante. Ho notato che la figura materna provava qualche volta a mostrare affetto verso Palomà che la disdegna.

-E' vero che Colombe, la sorella maggiore, è una figura negativa, però Palomà le uccide il pesce rosso a cui lei teneva molto e, dopo averlo fatto, non mostra rimorsi. Forse c'è anche una punta di cinismo nel suo modo di essere.

-Quando un giorno va a casa del nuovo inquilino del suo condominio, Palomà gioca con la nipotina del giapponese Kakuro Ozu e formula già un suo giudizio sul futuro della bambina: 

Lascerà gli studi per sposare il figlio di un finanziere. Dopo un periodo in un centro di disintossicazione, crescerà i suoi quattro figli in un ambiente asettico. Mako Ozu finirà la sua vita divorziata, alcolista, miliardaria e depressa.

Ma che ne sa lei?!!

Questa adolescente è un personaggio asettico, sempre una scienziata che guarda agli altri come se fossero cavie.

2) RENEE:

E' il personaggio che mi è piaciuto di più.

E' una donna sola, riservata, socialmente non integrata. Anche in questa figura, la più importante del film direi, c'è del pregiudizio nei confronti degli altri ma, al contrario di Palomà, Renee riesce a superarlo verso la fine. Il suo carattere è paragonabile ad un riccio.

Renee a volte non sa se fidarsi di Ozu, non sa se sia opportuno continuare a frequentarlo: questo signore è benestante, raffinato, elegante, colto mentre lei si considera solo una portiera che è sempre stata povera e che non ha potuto studiare.

Anche se le loro vite sono state diverse, anche se le loro condizioni economiche e sociali sono diverse, i due hanno dei punti in comune: entrambi vedovi, condividono l'interesse per i film giapponesi e per i romanzi russi.

Sono riuscito a provare molta più simpatia per Renee, molto umana come figura: quando improvvisamente scoppia a piangere mentre parla di se stessa di fronte alla telecamera di Palomà sono riuscito ad entrare in contatto con la sua sofferenza e con la sua marginalità.

3) KAKURO OZU:

E' l'angelo del film, non ha difetti. Potrebbe esistere nella realtà un uomo del genere? 

Quando Ozu arriva nel condominio la narrazione cambia, grazie a lui Palomà e Renee si conoscono, si avvicinano e si incontrano. Senza la figura di Kakuro questo non sarebbe stato possibile.

4) IL FINALE:

Il finale coglie di sorpresa gli spettatori perché capovolge le loro aspettative. Già a metà del film mi aspettavo una relazione tra Kakuro e Renee e Palomà che cambia idee a proposito del suicidio. Invece la morte inaspettata di Renee, investita da un'auto mentre cercava di aiutare un senzatetto, è uno shock.

Quando, alla fine del film, Palomà scoppia a piangere per la morte di Renee, forse recupera un po' di umanità e di sensibilità.

Il riccio è anche un film sul tema della morte:

Quello che conta non è morire ma ciò che si fa nel momento in cui si muore. Renee, lei che cosa faceva al momento di morire? Era pronta ad amare.

Alla luce dei contenuti del film, concludiamo con alcune domande al fine di farvi riflettere: siamo proprio tutti borghesi nel XXI° secolo o in qualche modo la differenza tra le classi sociali sopravvive ancora? Se, a vostro avviso, esistono ancora, a che cosa sono dovute le differenze economiche, sociali, culturali, psicologiche tra persone della stessa nazionalità?

Le mie risposte sarebbero terribili. E allora aggiungo un'ulteriore domanda: ci sono ancora differenze abissali tra campagna e città?



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