4) Il titolo di questa nuova serie di post è il seguente: MONDI SENZA PERSONE.
In queste settimane saranno presentate opere letterarie e film le cui narrazioni e ambientazioni risultano prive o comunque molto scarse di presenze umane.
Inizio con delle sintetiche notizie biografiche a proposito di George Herbert Wells e poi proseguo con l'esposizione e l'analisi dei contenuti di The time machine, che ho letto in lingua originale.
GEORGE HERBERT WELLS:
Ha potuto frequentare il Royal College of Science grazie ad una borsa di studio; in seguito si è laureato in biologia. Nella sua giovinezza da studente, molto importante è stata l'amicizia con lo scienziato Thomas Huxley.
George Herbert Wells è stato un autore versatile: ha scritto sia libri di fantascienza, sia narrazioni relative ai problemi sociali del Primo Novecento, sia opere di argomento storico riguardanti la borghesia inglese, ispirati peraltro alle sue esperienze di vita.
1. LE DIMENSIONI SPAZIO-TEMPORALI:
Questo romanzo è stato scritto negli ultimi anni dell'Ottocento, quando l'Europa stava attraversando una fase contraddittoria: da un lato la società di allora stava vivendo la crescita del commercio internazionale, dall'altro stavano emergendo i nazionalismi aggressivi che avrebbero portato alle due guerre mondiali.
Inoltre, il benessere materiale era iniquamente distribuito. Emergevano nuove potenze come gli Stati Uniti e il Giappone e, di lì a pochi anni, Einstein avrebbe promulgato la teoria della relatività.
Ma, a proposito di teorie scientifiche, prima del tardo Ottocento chi ha dato grandi contributi alla biologia?
Charles Darwin, senza ombra di dubbio, nel 1859, con la sua teoria dell'evoluzionismo: tutte le forme di vita si sono sviluppate da antenati comuni ma, le specie in grado di adattarsi all'ambiente circostante, avevano più probabilità di sopravvivenza.
2. CONTENUTI DELL'OPERA:
Uno scienziato racconta ad un gruppo abbastanza ristretto di amici di aver progettato una macchina in quarzo e avorio per poter viaggiare nel tempo ma non nello spazio. Ecco cosa spiega lo scienziato ai suoi ospiti durante una cena organizzata a casa sua:
" (...) That space, as our mathematicians have it, is spoken of as having three dimensions, which one, may call Length, Breadth and Thickness, and is always definable by reference to three planes, each at right angles to the others. But some philosophical people have been asking why three dimensions particularly -why not another direction at right angles to the other three?- and have even tried to construct a Four-Dimensional geometry. (...)"
"Scientific people"- proceeded the Time Treveller, after the pause required for the proper assimilation of this- "know very well that Time is only a kind of space. Here is a popular scientific diagram, a weather record. This line I trace with my finger shows the movement of the barometer. Yesterday it was so high. yesterday night it fell, then this morning rose again, and so gently upward to here. Surely the mercury did not trace this line in any of the dimensions of Space generally recognized. But certainly it traced such a line, and that line, therefore, we must conclude was along the Time-Dimensions".
Sperimentando la sua invenzione, ha raggiunto l'anno 802.701: il mondo di questo futuro remoto ha un clima molto mite, una natura silenziosa e verde e poche architetture polverose e fatiscenti. Non c'è sviluppo urbanistico né tecnologie avanzate.
A dire il vero, non ci sono più gli esseri umani, è un mondo futuro abitato da due tipologie di creature: gli Eloi, simili a nani minuti, fragili, pacifici e privi di qualsiasi interesse culturale, e i Morlocchi, mostri che, temendo la luce, vivono sotto-terra ed escono soltanto la notte per nutrirsi degli Eloi.
Il viaggiatore nel tempo narra a posteriori la propria avventura riferendo i comportamenti degli Eloi in questi termini:
"As they made no effort to communicate with me, but simply stood round me smiling and speaking in soft cooing notes to each other. I began the conversation. I pointed to the Time Machine and to myself. Then hesitating for a moment how to express time, I pointed to the sun. At once a quaintly pretty little figure in chequered purple and white followed my gesture, and then astonished me by imitating the sound of thunder. For a moment I was staggered, though the import of his gesture was plain enough. The question had come to my mind abruptly: were there creatures fools? You may hardly understand how it took me. You see I had always anticipated that the people of the year Eight Hundred and Two Thousand odd would be incredibly in front of us in knowledge, art, everything. (...)"
Se voi lettori voleste inventare un mondo futuro, anche in un futuro lontano, come lo immaginereste? Incredibilmente progredito e tecnologizzato o regredito in ambito architettonico, culturale e politico? Qui l'autore propende per una regressione della civiltà... per quali motivi?
Tra l'altro, lo specifico per chi non avesse letto il libro, non c'è pace nel mondo dell'802.701: gli Eloi di notte dormono all'interno di mega-strutture diroccate per sfuggire ai Morlocchi, che si cibano di loro.
3. EPISODI SIGNIFICATIVI ALL'INTERNO DELL'AVVENTURA:
3a) Il viaggiatore nel tempo stringe amicizia con la piccola Weena, una Eloi che lui stesso salva da una possibile morte per annegamento in un fiume.
3b) Allo scienziato viene rubata la macchina del tempo: la ritrova, dopo alcuni giorni, all'interno di un'enorme statua di Sfinge Bianca.
3c) Il protagonista si trova costretto a combattere contro i Morlocchi per difendere gli Eloi.
3d) In seguito, perduto interesse per l'anno 802.701, il protagonista riprende a viaggiare grazie al suo particolare strumento, imbattendosi in un futuro ancora più lontano in cui il sole è più rosso, più grande e più freddo e rimangono soltanto i crostacei come unica forma di vita:
"So I travelled, stopping ever and again, in great strides of thousand years or more, drawn on by the mystery of the earth's fate, watching with a strange fascination the sun grow larger and duller in the westward sky, and the life of the old earth ebb away. At last, more than thirty million years hence, the huge red-hot dome of the sun had come to obscure nearly a tenth part of the darkling heavens. Then I stopped once more, for the crawling multitude of crabs had disappeared, and the red beach, save for its livid green liverworts and lichens seemed lifeless. And now it was flecked with white. A bitter cold assailed me."
"Rare white flakes ever and again came eddying down. To the north-eastward, the glare of snow lay under the starlight of the sable sky, and I could see an undulating crest of hillocks pinkish white. (...) The green slime on the rocks alone testified that life was not extinct. I fancied I saw some black object flopping about upon the beach, but it became motionless as I looked at it, and I judged that my eye had been deceived, and the black object was merely a rock. (...) The stars in the sky were intensely bright and seemed to me to twinkle very little..."
4.UN'INTERPRETAZIONE:
Questo romanzo può essere una velata critica della società dell'epoca di Herbert Wells?
Voglio dire, gli Eloi possono rappresentare l'aristocrazia del XIX° secolo? Come la più agiata classe europea, infatti, anche gli Eloi sono caratterizzati da un enorme vuoto interiore e da una totale mancanza, nella loro insulsa quotidianità, di impegni seri.
I Morlocchi invece possono rappresentare i minatori sfruttati, le cui condizioni di vita erano durissime, non degne di esseri umani. I minatori erano costretti a lavorare al buio, per i loro figli l'infanzia era negata, erano persone dal carattere duro destinate a rimanere per sempre ignoranti, impossibilitati ad evolvere.
Esiste una letteratura piuttosto vasta a proposito di miniere e minatori. Riporterò dunque un riassunto di qualche mia conoscenza accompagnato da qualche citazione, laddove mi risulterà possibile inserirla.
Nell'operetta morale intitolata Dialogo di Torquato Tasso e del suo genio familiare Leopardi, mediante la voce di uno gnomo, propone un accenno ai lavori che si svolgono sottoterra:
(gli umani) s’inabissavano le mille braccia sotterra e ci rapivano per forza la roba nostra, dicendo che ella si apparteneva al genere umano, e che la natura gliel’aveva nascosta e sepolta laggiù (...)
Nel testo, pur essendo ben evidente lo scopo delle attività dei minatori, non si fanno riferimenti ai rischi e ai pericoli che i minatori corrono quotidianamente nelle loro mansioni.
Poi vorrei richiamare brevemente l'opera E le stelle stanno a guardare, libro di James Archibald Cronin ambientato a Sleescale in Galles, mette in evidenza l'enorme difficoltà che comporta il riscatto sociale per i minatori inglesi dell'Otto-Novecento: centrale e tragica è la vicenda del disastro della miniera Nettuno.
E, a proposito di minatori, potreste anche pensare senza difficoltà a Rosso Malpelo di Giovanni Verga, ragazzino vittima dei pregiudizi e dell'ignoranza bestiale degli adulti: una volta morto il padre durante un incidente notturno sul luogo di lavoro, Malpelo scompare durante l'esplorazione di un pozzo all'interno della cava, lasciando ai suoi deliziosi colleghi di lavoro la paura che il suo fantasma possa ricomparire:
Malpelo, invece, non aveva nemmeno chi si prendesse tutto l’oro del mondo per la sua pelle, se pure la sua pelle valeva tanto: sicché pensarono a lui. Allora, nel partire, si risovvenne del minatore, il quale si era smarrito, da anni ed anni, e cammina e cammina ancora al buio, gridando aiuto, senza che nessuno possa udirlo. Ma non disse nulla. Del resto a che sarebbe giovato? Prese gli arnesi di suo padre, il piccone la zappa, la lanterna, il sacco col pane, il fiasco del vino, e se ne andò: né più si seppe nulla di lui.
Anche Pirandello, il cui padre era proprietario di una cava, conosceva bene le tremende ed estenuanti condizioni dei minatori... un esempio stupendo di ciò è la sua novella intitolata Ciàula scopre la luna, racconto che mi emoziona profondamente e del quale presenterò un'analisi approfondita più avanti.
Oggi però ci terrei ad accennare alla novella Il fumo, nella quale i minatori ammirano la verde bellezza delle colline siciliane:
Sul verde di quella collina, gli occhi infiammati, offesi dalla luce dopo tante ore di tenebra laggiù.
La parola "fumo" è riferita all'odore dello zolfo bruciato.
Questi minatori invidiano addirittura le condizioni dei contadini, sempre all'aperto e in contatto con la luce solare:
... Per tutti, infine, era come un paese di sogno quella collina lontana. Di là veniva l’olio alle loro lucerne che a mala pena rompevano il crudo tenebrore della zolfara; di là il pane, quel pane solido e nero che li teneva in piedi per tutta la giornata, alla fatica bestiale; di là il vino, l’unico loro bene, la sera, il vino che dava loro il coraggio, la forza di durare a quella vita maledetta, se pur vita si poteva chiamare: parevano, sottoterra, tanti morti affaccendati.