Ho appena terminato la lettura del romanzo "Colazione da Tiffany" di Truman Capote; e ora mi appresto a recensirlo su questo post.
Prima però di delineare i contenuti essenziali del libro, vorrei scrivere alcune righe a proposito della biografia di questo autore americano. ...Per poter comprendere bene certi romanzi, è utile cercare notizie riguardo alla vita dell'autore che li ha creati.
L'INFELICE VITA DI TRUMAN CAPOTE:
Truman Streckfus Capote nacque a New Orleans il 30 settembre 1924. I suoi genitori divorziarono quando egli aveva soltanto cinque anni e, in seguito alla loro separazione, Truman venne trasferito presso la dimora dei nonni materni, in una località dell'Alabama.
Di tanto in tanto, la madre gli faceva visita e lo portava con sé durante gli incontri con gli amanti.
Truman era un buon studente, dotato di una grande sensibilità e di molta fantasia, stimatissimo dai suoi insegnanti di letteratura ma spesso deriso dai compagni di scuola.
Alla fine del suo percorso di studi, egli iniziò a frequentare i salotti mondani di New York, dove conobbe importanti personalità quali Andy Warhol e Jackie Kennedy. Riuscì a realizzare il sogno che coltivava sin da quando era ragazzino: divenne giornalista presso il "New Yorker", la rivista letteraria americana più letta nel XX secolo. Oltre all'attività del giornalismo, egli si dedicò anche alla scrittura di alcuni romanzi quali: "Altre voci, altre stanze" (1948), "L'arpa d'erba" (1951), "Colazione da Tiffany" (1957), "A sangue freddo" (1966).
Truman era un omosessuale che visse relazioni travagliate, complicate e fallimentari con gli uomini che amava. A causa delle molte delusioni sentimentali, egli cadde, negli ultimi anni della sua vita, in uno stato di grave depressione: trascorreva la maggior parte delle sue giornate a letto; beveva molti alcolici e assumeva alcuni stupefacenti. Morì a 59 anni per una cirrosi epatica.
I CONTENUTI DEL ROMANZO:
La protagonista del romanzo è la diciannovenne Holly Golightly che occupa l'appartamento di un condominio di New York.
Da bambina viveva in Texas con il fratello Fred e con i genitori. In seguito alla morte di questi ultimi,
lei e Fred erano stati adottati da Doc, un veterinario rimasto vedovo e già con molti figli a suo carico.
Ah, una precisazione piuttosto importante: Holly, ai tempi in cui viveva in Texas, si chiamava Lulamae. Doc l'amava teneramente, al punto tale che l'aveva addirittura sposata... piuttosto, era la piccola Lulamae a non essere completamente soddisfatta di quel matrimonio precoce... Così, alla bell'età di quattordici anni, era fuggita dal Texas e aveva cambiato il suo nome.
Giunta a Hollywood, aveva imparato la lingua francese ed era riuscita a trovare un posto di lavoro come attrice... peccato che, la sera prima del provino, la ragazzina avesse avuto la brillante idea di rinunciare ad un futuro felice e vantaggioso dal punto di vista economico, per recarsi a New York e per andare in cerca di altre avventure. In quella città, aveva trovato un appartamento piccolo e squallido, era riuscita a instaurare rapporti di amicizia con uomini molto più adulti di lei appartenenti all'alta borghesia e viveva di piccoli espedienti. Inoltre, ogni giovedì mattina, si recava nelle carceri di Sing Sing per far visita a Sally Tomato, un mafioso spacciatore di droga. Dopo ogni visita, Holly riferiva all'avvocato di Sally le previsioni meteorologiche. E per questo semplice lavoretto era pagata cento dollari la settimana. La sua incredibile ingenuità non le permetteva di capire di essere stata coinvolta in traffici di droga (le previsioni del meteo che lei consegnava all'avvocato del signor Tomato erano in realtà istruzioni spionistiche e mafiose). Verso la fine del romanzo, Holly, arrestata dalla polizia, grazie all'interessamento di un conoscente che le procura un buon avvocato, ottiene la libertà su cauzione.
Tuttavia, non appena varca il cancello di uscita del carcere, Holly prende un taxi per raggiungere l'aeroporto di New York, decisa ad intraprendere un viaggio verso il Brasile.
UNA CITAZIONE IMPORTANTE PER COMPRENDERE IL TITOLO:
Nel film Holly è interpretata da Audrey Hedburn |
In alcuni capitoli, sono molto frequenti i dialoghi tra la ragazza e questo scrittore:
"Holly: "Non voglio possedere niente finché non avrò trovato un posto dove io e le cose faremo un tutto unico. Non so ancora precisamente dove sarà. Ma so com'è."- (...) "E' come da Tiffany. Non che me ne freghi niente dei gioielli. I brillanti, sì. Ma è cafone portare dei brillanti prima dei quaranta, ed è anche pericoloso (...) Infatti non è per questo che vado pazza per Tiffany. Sapete quei giorni, quando vi prendono le paturnie?"
Scrittore: "Cioè la melanconia?"
Holly: "No"- disse lentamente-"La melanconia viene perché si diventa grassi o perché piove da troppo tempo. Si è tristi, ecco tutto. Ma le paturnie sono orribili. Si ha paura, si suda maledettamente, ma non si sa di cosa si ha paura. Si sa che sta per capitarci qualcosa di brutto ma non si sa che cosa. Avete mai provato nulla di simile?"
Scrittore: "Abbastanza spesso. C'é chi lo chiama angst."
Holly: "Benissimo. Angst. Ma voi cosa fate in questi casi?"
Scrittore: "Un bicchierino aiuta..."
Holly:"Ci ho provato. Ho provato anche l'aspirina (...) Mi sono accorta che per sentirmi meglio mi basta prendere un taxi e farmi portare da Tiffany. E' una cosa che mi calma subito, quel silenzio e quell'aria superba: non ci può capitare niente di brutto là dentro, non con quei cortesi signori vestiti così bene, con quel simpatico odore d'argento e di portafogli di coccodrillo. (...)"
LE MIE IMPRESSIONI:
Nonostante io abbia complessivamente apprezzato il romanzo, sono rimasta un po' delusa dal finale. Sì, perché, a mio avviso, questo è proprio un finale triste, che lascia il lettore "con l'amaro in bocca".
"Colazione da Tiffany" è un'opera che riflette il tormentato stato d'animo del suo autore.
Attraverso il personaggio di Miss Golightly, l'autore parla di se stesso, delle sue inquietudini esistenziali, della sua incapacità nell'intessere dei rapporti autentici e profondi.
Mi fa pena la povera Holly, perché, in un certo senso, "continua a sradicare se stessa"... e il lettore non riesce a comprendere il motivo per cui la ragazza continui a spostarsi da un luogo all'altro dell'America, abbandonando coloro che la amano e cercando altre prospettive, o meglio, altre avventure. Holly non ha seri progetti per il suo futuro; si considera "un animale selvaggio alla ricerca della libertà", appare piuttosto disorientata, incostante nelle sue relazioni sentimentali, priva di punti di riferimento a cui appellarsi per dare un senso alla propria esistenza. Insomma, non è una ragazza serena. In effetti, vive relazioni instabili e travagliate, proprio come Truman Capote. Truman Capote convive con un senso di sradicamento... da bambino non ha potuto godere dell'affetto dei genitori, da ragazzo e da adulto non è mai riuscito a trovare la felicità... perché la cercava dove non poteva trovarla.
Forse questo è un pensiero un po' azzardato, ma lo scrivo lo stesso: Holly e Truman sono un po' come Leopardi (che è il mio idolo): anche il nostro grande poeta e filosofo ottocentesco cercava la felicità dove non poteva trovarla e non era mai davvero riuscito a costruire attorno a sé delle solide amicizie... si pensi ad esempio al deludente soggiorno a Roma presso lo zio materno (1822), in cui egli era spesso deriso (poveraccio!! Mi indigno fortemente per questo!!!) sia da intellettuali membri del clero che da coinquilini incolti e volgari. Si pensi anche all'esperienza fiorentina (egli si innamora non ricambiato della nobile Fanny Targioni Tozzetti).
Io ho interpretato il romanzo in questo modo e, ad essere sincera, ho avuto qualche difficoltà a formulare queste mie riflessioni sulla storia... Se qualcuno di voi, dopo averlo letto, mi volesse comunicare le sue impressioni attraverso dei commenti, sappia che io leggerò e risponderò sempre volentieri! :-)
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