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29 luglio 2023

"L'IMPERIALISMO ECOLOGICO", ALFRED CROSBY:

Ma come siamo finiti io e Matthias, una sera, a parlare di argomenti storico-antropologici così specifici mentre andavamo per le stradine dei giardinetti che separano San Massimo da Borgo Milano? 

Ad ogni modo, il saggio storico L'imperialismo ecologico, scaturito dalle mani e dalla mente di uno studioso americano, ha come obiettivo principale quello di sottolineare l'impatto ecologico dell'espansionismo europeo dal medioevo all'età contemporanea.

La tesi che Crosby vuole dimostrare è la seguente: gli europei hanno conquistato parti di altri continenti dopo aver portato con sé nei nuovi territori piante, animali e microrganismi. In questo modo dunque si sono modificati gli ecosistemi delle neo-europe, ovvero, l'America Settentrionale, l'Australia e la Nuova Zelanda.

Per argomentare questa sua idea, l'autore rievoca il passato geologico più remoto.

A) DALLA DIVISIONE DELLA MASSA TERRESTRE ALL'ESPANSIONISMO EUROPEO:

Circa 180 milioni di anni fa la Pangèa, dal greco antico: πᾶν (forma neutra per l'aggettivo "tutto")       + 

γαῖα ("terra"), si è smembrata a causa del processo della tettonica a zolle, dando così origine innanzitutto a due grandi continenti, ovvero, Laurasia (al nord) e Gondwana (al sud).
Queste due terre emerse si sono poi ulteriormente suddivise dando luogo ai nostri attuali continenti, tutti dotati di ecosistemi isolati.

I nostri continenti, fino alla fine del Medioevo, non hanno più avuto contatti tra loro. Ma, dal Quattrocento in poi, a causa del miglioramento delle loro tecniche di navigazione, gli europei sono riusciti a insediarsi soltanto in quelle regioni le cui condizioni climatiche erano simili a quelle dei loro territori. Per questo motivo in nord America, in Australia e in Nuova Zelanda è avvenuta una rapida proliferazione di piante, animali e microrganismi tipici dei territori europei. 

Ecco quel che scrive Crosby a questo proposito:

Gli europei e i loro compagni commensali e parassiti non erano bravi nell'adattarsi a terre e climi veramente estranei, ma erano molto bravi nell'edificare nuove versioni dell'Europa a partire da un ambiente adatto. In secondo luogo, le colonie dovevano essere lontane dal Vecchio Continente, di modo che non vi fosse nessuno a poter attecchire sugli europei e sulle loro piante e animali.

Come ho accennato prima, lo storico non tralascia, in questo saggio, i progressi tecnologici che hanno consentito agli europei di allargare le proprie conquiste territoriali: menziona infatti la costruzione di navi più sicure, il miglioramento delle tecniche per l'individuazione delle rotte, l'invenzione di armi efficaci, l'utilizzo ottimale dei venti.


Crosby inserisce dei riferimenti alla storia dell'antichità per spiegare le ragioni secondo le quali gli insediamenti europei hanno avuto successo soltanto in alcune aree del nostro pianeta. 
Parte considerando che i colonizzatori e fondatori delle "neo-europe" erano discendenti degli antichi indoeuropei, popolo probabilmente originario dell'Eurasia che parlava una lingua da cui sono derivate la maggior parte delle nostre lingue attuali.
È ciò che sostengono anche le teorie linguistiche a partire dalla metà del XIX° secolo.
Sia gli europei del Tardo Medioevo che gli indoeuropei erano agricoltori e allevatori.
Quando si sono insediati in Australia, gli europei hanno portato con sé diverse piante da raccolto e questo ha indubbiamente costituito un vantaggio sui nativi aborigeni che non avevano imparato a coltivare la terra.
Oltre a ciò, il vantaggio degli europei sulle popolazioni indigene era dovuto anche alle specie di animali domestici: alcuni secoli fa gli aborigeni australiani avevano soltanto il dingo, un cane all'altezza delle loro ginocchia. Gli amerindi avevano anche cani, lama, porcellini d'India e alcuni tipi di volatili. 
Gli Europei sono approdati in America Settentrionale e in Australia con cavalli, buoi, capre, pecore, gatti, galline e asini, in grado di riprodursi facilmente e di adattarsi ad ambienti che presentano fattori climatici simili a quelli degli stati europei.
Crosby riporta come esempio la proliferazione di passeri e storni nel Nord America:

Il passero e lo storno sono creature dell'Europa urbana e rurale (...), esseri che vivono ai margini dei boschi e nei boschetti isolati, nei campi coltivati e nelle praterie erbose (...). Il colombo migratore è estinto; era un essere dei fitti boschi che viveva perlopiù sugli alberi. Via via che gli europei di frontiera avanzavano, con le loro torce, le loro asce e il loro bestiame, il Nordamerica andò divenendo sempre più adatto al passero e allo storno, e sempre meno adatto al colombo migratore, che evidentemente non riusciva a riprodursi allo stesso ritmo...


Alfred Crosby sostiene inoltre che, persino quei microrganismi biologici comunemente chiamati germi, hanno contribuito in modo efficace all'insediamento degli europei nelle terre degli amerindi.
Infatti le popolazioni del Vecchio Continente hanno introdotto, in modo inconsapevole, virus e batteri che hanno sterminato gli indigeni, suscettibili, sin dalla fine del Quattrocento, alle infezioni provenienti dall'Europa.
Per dimostrare ciò lo storico cita due episodi che fanno riferimento ai viaggi di Cristoforo Colombo, ma qui ve ne riporto soltanto uno:

Nel 1495 Colombo, alla ricerca di un articolo delle Indie Occidentali che fosse vendibile in Europa, mandò al di là dell'Atlantico 550 schiavi amerindi, di età compresa  più o meno tra i venti e i trentacinque anni. Duecento morirono nel difficile viaggio, 350 sopravvissero e furono messi a lavorare in Spagna. Anche la maggior parte di questi ultimi ben presto morirono "perché la terra non si confaceva loro".

Colombo non intendeva uccidere gli schiavi. 
Eppure come mai c'è stata questa triste strage di giovani? 
Probabilmente, sostiene Crosby, per il fatto che, nei giovani adulti, il sistema immunitario può iper-reagire quando viene attaccato da virus invasori mai conosciuti prima, in questo caso quindi, i germi patogeni del Vecchio Mondo.

B) L'EMIGRAZIONE DEGLI EUROPEI: 

L'autore non dimentica il fenomeno dell'emigrazione di massa degli Europei nei due secoli che hanno preceduto il nostro. 
Parte da dati numerici oggettivi, constatando che nel 1800 in Australia c'erano 10.000 bianchi, la Nuova Zelanda era ancora un paese maori e l'America del Nord contava appena 5 milioni di bianchi.
Poi, tra il 1820 e il 1930, oltre 50 milioni di europei sono emigrati oltreoceano.

Per quali motivi?

*A causa dell'esplosione demografica di quel periodo che ha comportato una carenza di terre coltivabili.

*Una discreta parte l'hanno fatta anche le rivalità nazionali e l'utilizzo, a partire dalla prima metà del XIX° secolo, della forza-vapore nei viaggi per mare e per terra.


C) LA CRITICA NEI CONFRONTI DI QUESTO TRATTATO: 

Ammetto di aver letto soltanto alcune parti di questo saggio. Tuttavia, non condivido pienamente questa opinione di Crosby, sebbene per me sia piuttosto affascinante. 
Matthias invece lo ha letto integralmente e sostiene, più o meno come me, che l'opera rispecchi soltanto in parte la verità storica, dunque è riduttiva. 

Da qui fino quasi alla fine del post riporto le riflessioni di Matthias:

Secondo Crosby soltanto le capacità biologiche di piante, animali e microrganismi sarebbero state determinanti per l'adattamento degli europei ai nuovi territori, ma, molti storici del nostro tempo si mostrano polemici nei confronti di questo trattato, prima di tutto perché è deterministico nel considerare l'imperialismo europeo: si mettono in luce i fattori biologici e si trascurano quelli economici, politici, antropologici e culturali importanti, come ad esempio il commercio triangolare e la "missione civilizzatrice".

C1) IL COMMERCIO TRIANGOLARE: 

All'inizio del Cinquecento, i paesi europei che avevano raggiunto un notevole sviluppo economico basato su un'economia di capitalismo finanziario, erano convinti che l'espansione oltre-oceano fosse un'ottima idea innanzitutto per investire i capitali in territori lontani in modo tale da poter avviare attività di alto profitto e poi anche per impadronirsi di beni a basso costo.


L'imperialismo europeo è durato dal XVI° al XIX° secolo ed è stato supportato dal commercio triangolare: gli schiavi venivano venduti dai capi delle tribù e acquistati in Africa, trasferiti in America per lavorare nelle piantagioni. I prodotti agricoli infine erano trasferiti negli stati europei.
Gli europei, spagnoli e portoghesi per primi, hanno acquistato migliaia di giovani africani dal momento che i nativi americani si sono estinti in tempi relativamente brevi.
Oltre a ciò, nell'Europa del Cinquecento era radicata la convinzione che la razza bianca fosse superiore a qualsiasi altra esistente nel mondo.

È giusto che Cina, Giappone, Stati Uniti e paesi europei, nei nostri giorni, continuino a sottrarre beni e ricchezze ai paesi africani, in modo tale da impedire loro un vero sviluppo economico e sanitario?

C2) LA MISSIONE CIVILIZZATRICE:

In tutta l'Europa, in età moderna, era radicata la convinzione di aver raggiunto progressi eccellenti in ambito politico, medico e tecnico. 
Perciò era necessario esportare in terre straniere e mai esplorate la "civiltà europea", anche con tutti i suoi principi cristiani che dovevano essere finalizzati ad addomesticare sia i selvaggi che i popoli africani, in modo tale da eliminare il cannibalismo e i sacrifici umani nei riti sacri.

Inoltre ad alcuni studiosi dà fastidio che, nel capitolo sulla ricostruzione delle prime fasi geologiche della Terra, Crosby abbia accolto anche teorie un po' controverse sull'estinzione di alcune specie animali.

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Concludo io con una domanda che pongo a voi lettori alla luce di queste ultime riflessioni:

Ma che cos'è l'umanità? Una classifica di razze oppure un ricco mosaico di popoli, di culture e di tradizioni?

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Nel mese di agosto ci saranno due post e non uno con le riflessioni anche di Matthias, per compensare il mese di settembre, riservato tutto a me visto che è il mio mese di nascita e visto che, per quel periodo e in ogni caso, mi aspetto delle svolte non da poco dal punto di vista professionale.

Sto odiando l'estate 2023!😒😠 
La sto detestando perché fa brevissime ondate di calore seguite da temporali spaventosi o trombe d'aria furibonde.
Ecco uno dei grandi danni che, questo martedì, un temporale con grandine ha fatto a casa mia, oltre a farci rimanere senza corrente per quasi tutta la giornata.
Adesso lo capite che il cambiamento climatico è già realtà e non è una paranoia?!



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