3 agosto 2023

"Un mondo perfetto", film di Clint Eastwood su un delinquente dal cuore tenero

Un mondo perfetto è un film americano d'azione uscito nel 1993.

A) TRAMA E CONTENUTI DEL FILM:

Texas, 1963. E' la notte di Halloween e due carcerati, Butch e Terry, evadono dalla prigione di Huntsville. 

Dopo aver rubato un'automobile con cui scappare, irrompono a notte fonda in una casa e prendono in ostaggio Philip, un bambino di otto anni, il figlio minore della famiglia Perry, affiliata dei testimoni di Geova. 

Durante l'irruzione Terry, che fin da subito, oltre che un uomo per bene si dimostra veramente sensibile, rispettoso delicato e umano, cerca di mettere le mani addosso alla madre di Philip ma Butch, infastidito e irritato, glielo impedisce. 

I due evasi caricano Philip all'interno di un'auto rubata e, la mattina seguente, si fermano di fronte all'entrata di un negozio alimentari. Butch scende ma, dal momento che prova diffidenza nei confronti di Terry, ordina al bambino di tenerlo sotto controllo affidandogli una pistola in realtà scarica. 

Quando Terry si accorge che la pistola non ha pallottole si avventa su Philip che scappa correndo in un campo poco lontano. Per questo motivo Butch, accorgendosi che forse Terry può essere un pericolo per il piccolo ostaggio, lo uccide.

Ad occuparsi dell'evasione di Butch e Terry è il capo della polizia Red Garnett con la psicologa criminale Sally Gerber e Bobby Lee, tiratore dell'F.B.I. 

Sally conosce bene i profili biografici e psico-attitudinali dei due evasi: Butch ha avuto un'infanzia disastrosa dal momento che il padre era minaccioso e violento. Quando era ancora minorenne inoltre è finito in carcere per rapina a mano armata, dove stava scontando una pena di 30 anni.

Per gran parte della sua durata, questo film sviluppa parallelamente la storia dei fuggiaschi e quella dei loro inseguitori.

Ma come diavolo si trova il bambino nelle mani di Butch Haynes?

Per Philip, abituato ad essere e a comportarsi come un "bambino perfetto" e ben osservante delle regole di casa e delle tradizioni religiose, la fuga con Butch rappresenta un'avventura accattivante. 

Si può tranquillamente affermare che il bambino si diverta con il suo rapitore. In pochi giorni instaurano un legame affettivo, quasi come un buon padre con il figlio in età scolare. 

Non si deve dimenticare che questo è anche un film sui pessimi padri e sui padri assenti e lontani: se il genitore di Butch era crudele, il padre di Philip ha lasciato la madre interrompendo i legami con i figli.

Butch vorrebbe portare Philip con sé in Alaska. 

Riusciranno ad arrivarci?

Cosa potrebbe rappresentare la fuga in Alaska desiderata da Butch? Voglio dire: perché vuole raggiungere proprio il freddo nord e l'Alaska e non il Messico, le Hawaii o la Giamaica?

Proviamo a rifletterci.

Attualmente sto leggendo Zanna Bianca, un romanzo ambientato in Alaska: questa zona del mondo, gelida e selvaggia, è piena di pericoli sia per l'uomo che per ogni specie animale, perfino per i lupi che, da cuccioli, possono morire a causa di un periodo di carestia oppure se catturati dagli artigli di un falco. 

(La recensione di questo romanzo accattivante di Jack London arriverà qui, credo, tra diversi mesi. Non escludo che dovrò "slittarla" addirittura verso la primavera 2024 per due motivi: perché qui, circa una volta al mese, ci sono i "post a due  cervelli" e perché prima ho molto altro materiale da portare e da farvi conoscere, come ad esempio una vecchia promessa: un post, tra un mese, sulla carriera e sui film di Pupi Avati).

Into the wild ci insegna che questa regione del nord è immensa, affascinante, e pericolosa, dominata dalle leggi della natura che consistono nella sopravvivenza o meno delle specie. Eppure è un luogo in cui poter essere soli davanti a se stessi e davanti alla propria interiorità e alle proprie fragilità, liberi di accettare e di incamerare la propria storia familiare e le proprie ferite, liberi persino di perdonare se stessi e gli errori degli altri, cosa di fronte alla quale io mi trovo ancora più in difficoltà di Chris McCandless: vedo i miei limiti e anche i limiti e le scorrettezze degli altri e talvolta mi capita di giudicare questi ultimi con molta rabbia, talvolta invece accade che li evidenzi con sarcasmo. 

L'Alaska, nell'immaginario culturale americano e quindi forse anche nella mente di Butch, è avventura e libertà, spontaneità e forse anche desiderio di un mondo più genuino, dominato dagli affetti e dalla complicità, non da un giustizialismo impietoso e ultra-punitivo.

B) RIFLESSIONI SUL TITOLO DEL FILM:

Se si tratta di un film basato su drammi familiari, su un inseguimento, su violazioni della legge e su un finale tragico e da lacrime, come fa ad intitolarsi "un mondo perfetto"?

Cerco di dare una spiegazione: il titolo potrebbe riferirsi al fatto che Butch Haynes tenta di rendere perfetta la quotidianità del bambino che ha rapito: lo rispetta, gli parla con gentilezza, non gli fa mancare i dolcetti né i costumi da Halloween. Per questo Philip gli si affeziona quasi subito.

Tuttavia, secondo me non manca un'amara ironia da parte del regista nel dare questo titolo al film: gli Stati Uniti d'America sono tutt'altro che un mondo perfetto e ideale in cui vivere. 

L'uomo americano, in particolare, l'uomo degli stati più meridionali dell'America del Nord, è contraddittorio: da una parte teme la legge, dall'altra, in diverse occasioni domestiche, si dimostra violento, irritabile e irritante.

Non mancano, durante la proiezione, episodi di maltrattamenti ai bambini: quando, nella seconda parte del film, Butch e Philip finiscono in una casa di campagna abitata da afro-americani in cui un agricoltore, pur offrendo loro ospitalità, risulta duro e manesco con il nipotino di sei anni, il rapinatore va fuori di testa, sicuramente a causa di richiami alla sua infanzia. 

Butch infatti manifesta una reazione esagerata: lega con corde il corpo dell'agricoltore, lo minaccia e gli punta una pistola contro credendo di dargli una lezione di vita efficace. 

Philip, intimorito dalla reazione violenta di Butch, si impadronisce della pistola e pieno di paura, con il volto rigato di lacrime, spara al suo rapitore colpendolo all'altezza del fegato. Poi fugge in mezzo ai campi buttando la pistola in un pozzo.

C) L'OPINIONE DEL DIZIONARIO MEREGHETTI: 

Si tratta di un film sulla disillusione e sul cinismo degli Stati Uniti: a pochi giorni dall'assassinio a Dallas, e la fuga di Butch comincia proprio in quei pressi, Eastwood frantuma con sarcasmo e amarezza la possibilità di credere in qualsiasi valore di giustizia e tolleranza. 


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