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23 settembre 2023

"I miei giorni alla libreria Morisaki", S. Yagisawa:

Gli ultimi post di questo mese saranno dedicati alle recensioni dei due libri di Satoshi Yagisawa.

Mi sono piaciuti moltissimo entrambi e ve li consiglio dal momento che, meritatamente, sono divenuti dei casi editoriali. Magari, in un futuro non troppo lontano, verranno tratti dei film!

Si tratta di due romanzi di attualità in cui si intrecciano le storie di vita di alcuni personaggi, vicende caratterizzate dalla voglia di trovare un proprio posto nel mondo ma anche da dolore e incomunicabilità.

Oggi parto dal primo.

Che significa guardare?

Significa trasferire su un oggetto parte della nostra anima,

se non la sua totalità.

(citazione tratta "Paesaggio di un'anima", opera della letteratura giapponese di K. Motojiro)

I miei giorni alla libreria Morisaki è un romanzo pieno di citazioni letterarie appartenenti al patrimonio culturale giapponese ed è suddiviso in due parti: la prima porta lo stesso titolo dell'intero libro, la seconda invece è Il ritorno di Momoko.

In questo post mi concentrerò soprattutto sui due personaggi principali della narrazione: Takako e suo zio Satoru, anche perché avrò modo di farvi conoscere meglio le altre figure un po' più marginali nel prossimo post. 

In effetti, il romanzo intitolato Una sera tra amici a Jinbocho è il seguito.

A) TAKAKO:

L'autore si cala nel punto di vista di questa giovane protagonista che, a inizio romanzo, ha 25 anni e non è una grande lettrice, mentre invece a 27 lo è diventata, dal momento che, nel corso della storia, compie un significativo percorso di formazione letteraria e umana. 

La storia d'amore di Takako con Hideaki termina, dopo quasi un anno, in modo drammatico: lei scopre che il suo presunto fidanzato sta per sposarsi con un'altra e che quindi, per circa un anno, ha mantenuto due storie parallele con due ragazze diverse. Vi assicuro che Hideaki, già a metà di questo libro, pagherà caro questo comportamento maturo e ineccepibile!

Alla nostra protagonista crolla il mondo addosso: si licenzia dalla ditta in cui lavora e inizia a trascorrere gran parte delle sue giornate dormendo. 

Finché improvvisamente una mattina lo zio Satoru, proprietario e gestore di una libreria situata a Jinbocho, quartiere di Tokyo, le telefona proponendole di trasferirsi in una stanza al di sopra del suo negozio in cambio di alcune ore di lavoro. Takako accetta abbastanza malvolentieri e, per la prima volta, approda in quel quartiere particolare di Tokyo in cui vive uno zio che non vedeva da circa dieci anni ma con il quale da bambina aveva molta sintonia:

Su entrambi i lati della strada (lo zio mi aveva detto che si chiamava Yasukuni-dori) si vedevano solo librerie, sia a destra che a sinistra. Di solito è già tanto se lungo una strada ce n'è una, invece lì erano oltre la metà dei negozi. Alcune librerie erano pià grandi, come la Sanseido o la Shosen, saltavano immediatamente all'occhio, ma quelle veramente particolari erano le più piccole, che sembravano sfidare spavalde gli edifici più imponenti.

Le librerie del quartiere di Jinbocho sono circa 170, ciascuna "specializzata" alla vendita di determinati tipi di libri: ci sono infatti librerie di testi scolastici, librerie di gialli, librerie di fumetti, librerie dedicate esclusivamente alle raccolte poetiche, librerie riservate agli spartiti musicali... La libreria Morisaki è dedicata alla letteratura giapponese degli ultimi due secoli.

Dicevo poco prima che Takako, a inizio libro, non è una lettrice. 

Ancora depressa e abbattuta per aver perduto l'uomo più serio e più affidabile della Via Lattea, nei primi due mesi di permanenza a Jinbocho svolge controvoglia il suo lavoro di libraia part-time e con lo zio è un po' malmostosa e acida. D'altro canto, lo zio Satoru, uomo veramente meraviglioso oltre che colto e appassionato del suo lavoro, si impegna a fondo e con pazienza per guadagnarsi la stima della nipote e per ravvivare l'affetto che c'era tempo prima.

Una mattina, Satoru costringe bonariamente Takako ad alzarsi dal letto per farle conoscere un bar gradevole e accogliente del quartiere di Jinbocho. Proprio in questo locale, la ragazza conosce Tomo, studentessa universitaria di letteratura e Takano, un timido barista. Sono due giovani molto vicini alla sua età e appassionati di libri.

A questo punto del romanzo, anche la nostra protagonista inizia a cogliere nella lettura un'opportunità per riflettere sulla vita reale e sulla propria vita. Quindi inizia a leggere, anche romanzi piuttosto complessi, e diviene, a poco a poco, ciò che in realtà è: una donna interiormente ricca perché si dimostra altamente sensibile e dotata di una vera intelligenza emotiva e interpretativo-letteraria, oltre che molto portata per le relazioni.

Cominciai a leggere senza troppe aspettative, alla luce fioca dell'abat-jour, avvolta nel futon. Pensavo che mi sarei annoiata, e quindi addormentata, nell'arco di pochi minuti. E invece cosa mi stava capitando? Un'ora dopo ero completamente rapita dal libro. Lo stile era difficile, pieno di parole complicate, ma parlava della psiche di un personaggio instabile, che suscitò in me un forte interesse.

(...) Le circostanze inattese ci aprono porte che neanche immaginavamo. Era proprio così che mi sentivo. E infatti, da quel momento in poi, cominciai a leggere un libro dopo l'altro. Era come se la sete di lettura, da tempo sopita dentro di me, fosse esplosa all'improvviso.

Ai lettori di questo blog a cui piace molto leggere: come è nata la vostra passione per la lettura? 

Quando, dopo sei mesi, la sofferenza per la vicenda con Hideaki è ormai superata, la ragazza decide di trovare un nuovo lavoro come impiegata in uno studio grafico e di lasciare dunque la libreria.

Questa sua scelta è la prova del fatto che suo zio aveva ragione quando, alcuni mesi prima, le diceva: A volte bisogna anche fermarsi. E' come una sosta in un lungo viaggio. Immagina di aver gettato l'ancora in una piccola baia. Riposerai per un poco e poi la tua nave ripartirà.


Avete già vissuto momenti del genere nel corso della vostra vita? Credete che lo zio Satoru abbia ragione?

B) ZIO SATORU:

Zio Satoru è stato sposato con Momoko, figura femminile introdotta nella seconda parte del libro. 

Si tratta di una donna allegra e gioviale solo di facciata. Dentro di sé soffre di un dolore enorme: prima di incontrare Satoru ha avuto una relazione con un uomo che poi ha scoperto essere coniugato con figli. Rimasta incinta, aveva deciso di abortire senza dire nulla a nessuno. In seguito, questa decisione ha provocato in lei un tremendo rimorso. 

Momoko e Satoru sono stati sposati per dieci anni: Satoru desiderava molto un figlio ma, il triste frutto del loro amore è consistito in una gravidanza finita con un aborto naturale. Da qui la decisione di Momoko di abbandonare il marito e di ritornare improvvisamente alla libreria dopo circa cinque anni di vagabondaggio. 

Nella seconda parte del libro a Takako tocca tornare a Jinbocho per fare da intermediaria tra lo zio e Momoko: la giovane riesce gradualmente ad instaurare un rapporto di confidenza con quella zia acquisita che, quando era ragazzina, non le era mai piaciuta pur conoscendola poco. 

La ex moglie di Satoru regala a Takako due giorni di vacanza in alta montagna, alla fine di settembre.

Durante questa gita autunnale in montagna "tra donne", Momoko le rivela le dinamiche della relazione coniugale con Satoru e, in quel momento, Takako empatizza con lei in maniera vera e sincera.

Ed è proprio la grande umanità di Takako a ricucire le profonde fratture di incomunicabilità della coppia Satoru-Momoko.

Ora mi concentrerò un po' di più sulla giovinezza di Satoru. E' lo zio stesso a narrarla alla nipote una sera, mentre condividono una cena:

Quando avevo poco meno di vent'anni conducevo un'esistenza apatica e senza scopo. Mi sentivo fuori posto a scuola come a casa, ed ero sempre chiuso nel mio guscio. Ero troppo sensibile e questo mi portava a pretendere troppo dagli altri e da me stesso e al contempo, forse proprio per questo, avevo la sensazione di essere totalmente vuoto. Ero fatto così. Pensavo che al mondo non ci fosse un posto adatto a me.

Ma, con la nascita di Takako, nella vita di Satoru si accende una scintilla: quando il giovanissimo zio la vede per la prima volta scoppia a piangere.

Forse per l'emozione di trovarmi di fronte al mistero più profondo della vita. (...) All'improvviso il mio cuore spezzato si riempì di una luce calda. Un barlume soffuso, che però fece nascere in me una fortissima volontà.

E così Satoru inizia a leggere molti libri e a compiere qualche viaggio anche in Europa. 

Fino al punto in cui non comprende che il suo posto nel mondo è a Jinbocho, alla libreria Morisaki ereditata dal padre:

Ovunque mi fossi trovato, in compagnia di chiunque, il mio posto sarebbe stato quello in cui ero certo di non stare mentendo al mio cuore. Quando l'ho capito, si è conclusa una fase della mia vita.


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