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9 dicembre 2023

"Le strane storie di Fukiage", B. Yoshimoto:

"Banana Yoshimoto" è lo pseudonimo di Mahoko Yoshimoto, scrittrice giapponese di successo internazionale dagli anni '90 con il suo primo romanzo bestseller intitolato Kitchen.

Sto per recensire un libro a tratti strano e a tratti profondo dal momento che, soprattutto attraverso alcune frasi particolarmente belle, ricorda al lettore l'importanza quotidiana delle relazioni e della fiducia reciproca.

Qualche mese fa ero attratta dal disegno della copertina di questo romanzo, per questo ho voluto leggerlo. Al momento, è l'unico libro che ho di questa scrittrice.

A) TRAMA:

Mimi e Kodachi sono due gemelle. 

Nate e cresciute a Fukiage, cittadina affascinante ma al contempo misteriosa, a dieci anni vengono affidate a Kodama e a Masami, amici dei loro genitori: questi ultimi sono rimasti vittime di un incidente stradale che ha ucciso il padre e ha ridotto la madre in coma.

Una volta cresciute e divenute maggiorenni, le due ragazze decidono di trasferirsi a Tokyo per costruirsi un futuro e per seguire le loro personali inclinazioni il più lontano possibile dal loro enorme dramma familiare.

Mimi, oltre a studiare per conseguire una laurea in Letteratura, lavora come receptionist part-time in alcune palestre e, di tanto in tanto, scrive dei brevi articoli per arrotondare le paghe mensili.

Kodachi invece frequenta un istituto di moda e, dopo il diploma, inizia a confezionare costumi per la compagnia teatrale di un conoscente e, a volte, cuce abiti da cerimonia.

Ma improvvisamente, Kodachi svanisce. 

Molto preoccupata, Mimi ritorna a Fukiage per cercarla. 

Per ritrovarla dovrà incontrare personaggi molto particolari, come ad esempio Isamu, un uomo-lupo che vive da solo in una grande e lussuosa villa.

Mimi ha poche speranze: crede che sua madre non possa più risvegliarsi. Kodachi invece, con ottimismo, spera proprio in questo, nonostante il passare degli anni:

Riuscivo a vedere solo nostra madre stesa su quel letto d'ospedale. Un misero barlume della speranza che provavo ogni volta fissandola, dicendomi che avrebbe riaperto gli occhi da un momento all'altro. Come il sapore dolce-amaro di una vaga illusione, l'ultimo incontro con qualcuno che amavamo e se n'è andato e che rivedremo solo per restituirgli qualche cosa che aveva lasciato a casa nostra.

B) RELAZIONI TRA SORELLE:

Mimi e Kodachi sono profondamente diverse: caratteri diversi, talenti diversi, progetti di vita differenti. 

Kodachi è solare, amichevole, vivace, sensibile, allegra. Mimi è introversa, malinconica, riflessiva. 

La narrazione è in prima persona, dal punto di vista di Mimi.

Eppure, tra le due ragazze c'è un forte legame di intesa e di sintonia:

Saremo state sempre alleate, e io sapevo di potermi fidare di Kodachi. Mi potevo fidare anche se litigavamo, perché non avrebbe mai mentito, avrebbe avuto sempre una parola gentile nei miei confronti. Facevamo di tutto per stare sempre vicine ed era stato così, aggrappandoci l'una all'altra, che eravamo riuscite a superare la premature scomparsa di nostro padre. Non eravamo gemelle omozigote, ma ci capivamo alla perfezione.

Più avanti, Mimi rivelerà ai lettori che gli esseri umani, compresi i gemelli, sono tutti diversi. Ognuno di noi è solo. Ma sappiamo apprezzarci vicendevolmente. 

Cosa significa per voi quel "ognuno di noi è solo"? Che l'altro per noi è insondabile? Oppure che, per quanto si possa essere legati a qualcuno, non lo si conoscerà e non lo si comprenderà mai nel profondo?

C) FIDUCIA:

Indubbiamente in questo libro si evidenziano le difficoltà, oltre che l'importanza, dei legami familiari. Tuttavia, la fiducia è una componente fondamentale di questa storia.

La fiducia è una luce che illumina il cuore e risplende dall'interno delle persone, pensa Mimi un pomeriggio, quando va a visitare Isamu.

Tra Isamu e Mimi nasce, nel giro di poco tempo, una meravigliosa amicizia, una perfetta intesa, grazie ai loro dialoghi significativi nelle quali si intrecciano le loro solitudini. 

La limpidezza dell'acqua che scorreva nella fontana raccontava la solitudine e la desolazione del mondo in cui viveva Isamu. Ebbi l'impressione di essere stata trasportata lì dalla corrente per mandare in frantumi quella quotidianità cupa e tranquilla.

D) L'ESPERIENZA:

E' così che funziona il mondo. E' in continuo movimento, in continua trasformazione, scorre senza fermarsi mai. E vivere significa farne esperienza.

Quanto siete d'accordo con queste affermazioni?

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Sebbene sia un libro molto singolare in alcuni passaggi, dal momento che si parla di UFO, di creature caratterizzate al contempo da tratti umani e animaleschi, di incerti confini tra sogno e realtà, trovo che al suo interno vi siano dei valori che gli uomini e le donne di ogni tempo non devono mai dimenticare.

Nel corso della narrazione traspare la passione della Yoshimoto per la cucina dell'Estremo Oriente. 

Compaiono infatti alcuni piatti tipici, spiegati in un glossario in fondo al libro, come l'awkeotsang, una varietà taiwanese di fico in gelatina con dolcificanti e succo di limone, l'imoni, una zuppa di tubero e di carne, il konbu, una varietà di alga dalle foglie molto larghe che proviene dai mari dello Hokkaido.


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