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5 dicembre 2023

"Tonio Kröger", Thomas Mann:

E' il primo romanzo di Thomas Mann che ho letto. Anzi, più che un romanzo è un racconto fortemente autobiografico. Anche questo scritto giovanile di Mann può stimolare i lettori a compiere alcune riflessioni.

A) SOMIGLIANZE E CONFRONTI TRA THOMAS MANN E TONIO KROGER:

1) Il padre di Tonio è un console e la madre viene dall'Europa meridionale, più precisamente, dalla Spagna. Anche Thomas Mann è figlio di un console e la madre  è originaria dal Brasile. Per l'esattezza, Mann era figlio di Johann Heinrich Mann, console d'Olanda.

2) Entrambi i ragazzi crescono e studiano a Lubecca in Germania settentrionale.


3) Dopo la morte del padre e dopo il secondo matrimonio della madre, Tonio Kröger intraprende diversi viaggi in Europa meridionale. Soggiorna anche a Monaco per un periodo relativamente lungo. Anche Thomas Mann, dopo la morte del padre, si trasferisce a Monaco per qualche anno.

B) L'ADOLESCENZA DI TONIO:

Nel protagonista di quest'opera ho visto una parte di me. 

Il racconto inizia quando Tonio ha 14 anni e si sente molto diverso dai suoi coetanei: legge molto (e legge opere decisamente impegnative, come il Don Carlos di Schiller) e compone versi. 

Vorrebbe divenire amico di Hans e in parte lo invidia visto che a scuola è più brillante di lui, è molto dotato negli sport ed è robusto, non esile come lui. 

D'altro canto, Hans si rende perfettamente conto di quelle qualità di Tonio che lo rendono profondamente diverso dai coetanei. 

Inoltre Hans, consapevole di non poter mai divenire il miglior amico di Tonio causa l'incompatibilità di interessi tra i due, prova un certo imbarazzo a farsi vedere in compagnia di Kröger.

Hans, che lo stimava per una sua certa superiorità, un'abilità nel parlare che permetteva a Tonio di esprimere cose difficili, si era reso conto che nell'animo dell'amico viveva per lui un sentimento straordinariamente forte e delicato, se ne mostrava riconoscente e gli procurava, accogliendolo, non poca felicità ma anche le pene della vana fatica di stabilire un'intesa spirituale. Poiché la cosa strana era questa, che Tonio, che pure invidiava ad Hans il suo modo d'essere, cercava costantemente, di convertirlo al proprio.

Hans Hansen e Tonio Kröger sono due poli opposti. 

Come si costruisce l'amicizia nel XXI° secolo? Le basi dell'amicizia devono essere le somiglianze di carattere e la condivisione di interessi oppure le profonde diversità? In un'epoca in cui si condividono foto e video sui social, è possibile condividere ricordi, stati d'animo e interessi al di fuori della tecnologia e noi giovani sappiamo farlo? Le nostre relazioni affettive possono aver attraversato, temporaneamente, una fase di forte amicizia?

Con Matthias, prima dell'inizio di una relazione affettiva, c'è stata l'empatia. Prima del trasporto e dell'affetto, e anche durante, ci sono stati e ci sono dialoghi molto significativi, talvolta emozionanti e toccanti. 

Poi l'autore narra le lezioni di ballo con il signor Knaak, maestro venuto da Amburgo apposta per dare lezioni di danza e di comportamento ai figli degli alto-borghesi di fine XIX° secolo.

E qui si racconta dell'innamoramento di Tonio, a 16 anni, per Ingeborg Holm, naturalmente idealizzata ai suoi occhi:

Da quella sera portò con sé  la sua immagine con la grossa treccia bionda, gli occhi allungati, azzurri e ridenti, e l'ombra appena accennata delle lentiggini sul naso, e non trovava sonno (...) L'esperienza gli diceva che quello era amore.

Ma Inge Holm non calcola nemmeno lontanamente Tonio.

Oltre a ciò, aggiungo che durante l'adolescenza Tonio sente molto l'enorme divario tra i temperamenti di due genitori che comunicano poco, ovvero, tra il carattere rigido e chiuso del padre, nel suo caso molto attaccato agli affari economici, e lo spirito solare e libero della madre.

E credo sia proprio questa dinamica familiare che sempre, non soltanto il secolo scorso ma anche in questi tempi, ha portato chi l'ha vissuta a coltivare un temperamento tendenzialmente introverso e introspettivo, oltre che a idealizzare, durante l'adolescenza e durante i 20 anni, alcune persone al di fuori della famiglia. 

C) LE RIFLESSIONI DI TONIO SULL'ARTE: 

C'è in seguito il capitolo sulla giovinezza del protagonista di questo libro. Ritroviamo, diversi anni dopo, Tonio a Monaco in compagnia di Lisaweta Ivanowna, sua confidente di origini russe e pittrice.

Anche queste pagine risultano interessanti e, direi, fanno di Tonio un teorico dell'arte letteraria di ogni tempo. D'altra parte a 30 anni Tonio è già uno scrittore abbastanza famoso:

Se lei tiene troppo a quello che ha da dire e il suo cuore batte troppo forte, può essere sicura di un completo fiasco. Diventerà patetica, sentimentale, e dalla sue mani prenderà forma qualcosa di pesante, di goffamente serio, di incontrollato, di privo di spirito e di ironia, di banale e il risultato non sarà che indifferenza tra il pubblico e delusione e sconforto per lei stessa. Perché è così, Lisaweta: il sentimento, il sentimento caldo e che inonda il cuore è sempre banale e inservibile e feconde per l'arte sono solo le eccitazioni e le fredde estasi del nostro corrotto sistema nervoso d'artisti. 

Bisogna essere qualcosa di fuori dell'umano, di inumano, e trovarsi, nei confronti dell'umano, in un rapporto di strano distacco e lontananza per essere in grado, per essere anche solo tentati di rappresentarlo, di farne l'oggetto del nostro gioco d'artisti, di crearne un'immagine efficace e raffinata. Il dono dello stile, della forma e dell'espressione ha già come proprio presupposto questo rapporto freddo e controllato con l'umano.

Però il rischio del patetico secondo me lo hanno forse corso Goethe, con I dolori del giovane Werther, e Foscolo, con Le ultime lettere di Jacopo Ortis... eppure hanno riscosso successo nella loro epoca, cioè, nel primo Ottocento, dato che quei due romanzi esaltavano il sentimento, proprio come voleva il Romanticismo.

Tonio non è un ultimo romantico: le sue parole ricordano quel che, nelle Lezioni Americane, raccomanda più volte Italo Calvino: elaborare esperienze (anche quelle traumatiche ed emotivamente forti) e sensazioni prima di accingersi a scriverle.

Così sostiene il nostro miglior autore di narrativa del secolo scorso nel capitolo Esattezza:

Nell'opera letteraria l'esistenza si cristallizza in una forma, acquista un senso, non fisso, non definitivo, non irrigidito nell'immobilità minerale, ma vivente come un organismo.

Poco dopo Calvino chiama in causa due simboli: il cristallo, modello di perfezione geometrica in grado di rifrangere la luce, e la fiamma, immagine di vita e di agitazione interiore. 


L'autore dev'essere quindi in grado di coniugare la chiarezza e la precisione espressiva, che molto spesso è data dal "distacco" dalle proprie esperienze, con la ricchezza dei contenuti, caratterizzati anche dai forti sentimenti dei personaggi che in parte rispecchiano i suoi in determinate circostanze. 

Forse è proprio questo metodo che aiuta i fruitori della letteratura a comprendere bene un'opera e, a volte, a immedesimarsi o ad affezionarsi ad uno o due personaggi di un romanzo.

Così Calvino conclude quel capitolo:  ...la mia ricerca di esattezza si biforcava in due direzioni. Da una parte la riduzione degli avvenimenti contingenti a schemi astratti con cui si possano dimostrare teoremi, dall'altra parte lo sforzo delle parole per rendere conto con la maggior precisione possibile l'aspetto sensibile delle cose.

Questi, per Calvino, sono due pulsioni che tendono all'esattezza nell'espressione scritta.

Da questi discorsi risulta chiaro anche che Tonio è a favore del verosimile, proprio come Manzoni (il vero per soggetto).

Solo su una frase non sono d'accordo con Tonio, quando dice a Lisaweta: Mi sento mortalmente stanco di rappresentare l'umano e di non farne parte. 

Se la sua propensione per la letteratura e la poesia lo porta all'isolamento (non si confronta con altri intellettuali), in realtà, anche Tonio fa parte dell'umano: anche essere tendenzialmente isolati e più acuti rispetto ad altri è un modo di essere umani. 

E infine, c'è un'ultima considerazione di Tonio che condivido in pieno:

Com'è lontano, mia cara, dall'essere artista, colui che dedica ogni suo supremo e profondo entusiasmo e ciò che è eccentrico, satanico, chi non conosce la nostalgia per tutto ciò che è innocente, semplice e vivo, il desiderio di un po' di amicizia, di abbandono, di calore e di felicità umana, il desiderio nascosto e struggente, Lisaweta, delle gioie della normalità.

E' proprio questo che dovrebbe rappresentare la letteratura di ogni tempo: la semplicità profonda del quotidiano e quei momenti di solidarietà e di calore umano che accendono fiammelle nei cuori. Soprattutto in un'epoca come questa, di fretta, di rapporti superficiali, ultra-tecnologica.

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Tonio compie dei viaggi in Nord Europa. Ed è su questo che si concentra l'ultimo capitolo dell'opera. Quando ritorna a Lubecca scopre che la casa paterna è divenuta una biblioteca comunale.

In seguito si reca in Danimarca, ad Aalsgaard, dove alloggia in un hotel in cui vengono organizzate, la sera, delle feste da ballo. Un sera riconosce, a debita distanza, Ingeborg e Hans. Sono una coppia alla quale Tonio non si avvicina mai.


2 commenti:

  1. In questo mese ci saranno ben sei post di cui quattro scritti da me, due con la collaborazione di Matthias.
    Avevo pensato di inserire, poco prima di Natale, la mia recensione su un film scandaloso e immorale a proposito di temi scolastici ma... non è periodo, so già che non me la sentirò. Sono troppo amareggiata.
    Proprio perché ritengo di avere una dignità mi sto allontanando da questo mondo frustrante. Non voglio giudizi, non voglio commenti. Se "sono sprecata per aspirare a lavori d'ufficio" lo lasciate decidere a me, GRAZIE!
    Quindi per il 18 dicembre pensavo di pubblicare, in ulteriore segno di solidarietà verso Gino, Elena e Davide Cecchettin, un post dedicato al tema della famiglia e alla capacità di "saper danzare sotto la pioggia".
    Mi ritengo tuttavia in diritto di esprimermi a proposito del clamore mediatico che si è fatto sulla loro disgrazia in queste ultime settimane:
    1) sarebbe l'ideale innanzitutto che il signor leghista Valdegamberi si scusasse con Elena per quel giudizio molto pesante che le ha indirizzato, e sarebbe l'ideale che si vergognasse di se stesso.
    2) Sarebbero dei bei gesti anche le scuse della sinistra ad Elena in primis e a suo padre e al fratello perché è indelicato e puerile fare propaganda ideologico-politica sul dolore degli altri.
    Il Natale sta arrivando, cogliamo l'occasione per diventare più sensibili e per evitare di ricorrere a giornali, internet e social al fine di attaccare qualcuno e al fine di sentenziare su parole che esprimono sì sofferenza e rabbia ma invocano anche una riforma culturale che dovrà partire dagli adulti.

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  2. ... nel caso in cui non ci aveste mai riflettuto: la sessualità è un valore, è
    cultura, non foga possessivo-passionale!!

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