La prima parte di questo post si concentrerà su una spiegazione riguardante la "labelling theory" mentre la seconda sarà la recensione di una serie tv giapponese nella quale le etichette spiacevoli date a due figure femminili feriscono, creando divisioni e fraintendimenti.
A) LA "LABEL THEORY" IN SOCIOLOGIA DELLA DEVIANZA:
La label theory, conosciuta anche come teoria dell'etichettamento, afferma che le persone e i concetti vengono definiti "devianti" a seconda del contesto culturale che rispecchia sempre gli interessi delle classi dominanti influenti.
L'etichetta ovviamente non ha carattere oggettivo ma si focalizza su alcune caratteristiche le quali, diventate stigmatizzanti, ricoprono globalmente una persona anche se a volte non sono veritiere.
Ad esempio, quando una persona viene etichettata come "tossicodipendente" solitamente viene percepita come falsa, "di maniera", trasandata... Proprio perché basate sull'apparenza, queste caratteristiche non vengono mai affibbiate ad un avvocato che, magari di nascosto, si fa di cocaina, ma è molto più facile attribuirle ad un senza tetto o ad un immigrato clandestino.
La teoria dell'etichettamento è un meccanismo sociale, di difesa per tutti i comportamenti che in realtà interrompono una certa routine e una certa normalità. Una volta accortosi dell'etichetta che la società gli appioppa, il soggetto si auto-convince di essere così come viene etichettato dalla società.
Altro esempio: il musulmano viene spesso percepito come "il terrorista", "l'integralista islamico che minaccia la nostra cultura" o addirittura il "kamikaze che fa strage di vite umane" quando in realtà queste concettualizzazioni, vere soltanto per una parte di musulmani, derivano soprattutto dalle notizie che ascoltiamo durante i telegiornali o che leggiamo.
B) LE ETICHETTE DANNOSE IN "KIMI NI TODOKE", STORIA DEI GIORNI NOSTRI:
B1) TEMI E CONTENUTI DELLA SERIE TV:
Il mese scorso ho visto su Netflix una serie televisiva intitolata "Kimi ni todoke", uscita proprio nel 2023. Mi è piaciuta moltissimo!
Il titolo corrispondente in inglese è "From me to you" che in italiano si traduce con "Arrivare a te". Su questa piattaforma c'è anche l'anime, versione della stessa storia in cartoni animati, risalente al 2006.
Tuttavia vorrei concentrarmi sulla serie con gli attori in carne ed ossa.
Le vicende sono ambientate in un liceo a Kitahoro, in Hokkaido.
Sawako Kuronuma, la protagonista, è una quindicenne introversa, molto sensibile, molto intelligente e molto portata per lo studio (nell'anime Sawako ha talento per la scrittura). Tuttavia non ha amici: viene emarginata da tutta la scuola a causa del suo aspetto fisico definito "inquietante": in effetti gli occhi e i capelli lunghi e neri di questa adolescente ricordano a chiunque Sadako, una personaggio femminile di un noto film horror nipponico. Nessuno chiama la protagonista "Sawako". All'inizio della serie per tutti lei è "Sadako", chiunque le sta alle larghe e lei è abituata ad essere invisibile.
Questo soprannome è un'etichetta che pesa sulla formazione del carattere della ragazza, la quale, nei primi episodi della serie, appare intimidita, impacciata e persino sorpresa se qualcuno si accorge di lei.
Matthias nel paragrafo precedente ha illustrato e spiegato alcune delle etichette che definiscono delle categorie socio-culturali, ma può essere etichetta anche un soprannome o un pregiudizio nei confronti di qualcuno che impedisce di andare oltre le apparenze e di conoscerlo quindi più nel profondo.
So a che cosa sta pensando una parte di voi lettori... no, non mi sono propriamente identificata con Sawako. Anch'io sono stata etichettata anche con aggettivi pesanti, derisori e poco lusinghieri, sia a scuola, sia in facoltà sia in parrocchia, ma non voglio parlare di me. Ad ogni modo il mio carattere è un po' più simile a quello di Chizu, un'altra figura molto importante all'interno della storia. Perlomeno, Chizu è un personaggio molto rilevante nella serie tv e dicono anche nel manga, mentre non le viene dato molto spazio nell'anime.
Sawako è invisibile agli occhi dei coetanei. Fino al momento in cui Shota Kazehaya, un compagno di classe di questa adolescente, non rompe questi schemi: la saluta, le si avvicina, scambia con lei due parole ed è l'unico, nel secondo episodio della serie, a volersi sedere nel banco accanto a lei.
Shota ha molti aspetti positivi: molto serio, dotato di grande senso di integrità e di giustizia, conciliante ed equilibrato, sa essere anche solare, scherzoso, ha una vita sociale molto movimentata e detesta i pregiudizi. Se si arrabbia manifesta stizza nel tono di voce ma non esplode mai né si chiude in se stesso. Lo irrita il fatto che la compagna Kuronuma (in Giappone gli adolescenti, in contesto scolastico, si chiamano quasi sempre per cognome) venga chiamata "Sadako", e corregge i coetanei tutte le volte in cui ne ha l'occasione.
Shota vuole davvero bene alla protagonista della storia, è molto protettivo nei confronti di Sawako e questo suo atteggiamento fa in modo che, a poco a poco, Sawako superi con fatica le sue malinconie, i suoi complessi di inadeguatezza e la sua scarsissima autostima per affidarsi a lui. Tra i due nasce una vera e propria storia d'amore che li porta ad immaginare un futuro insieme.
Su esempio di Shota anche due ragazze, Ayane e Chizu iniziano ad avvicinarsi a Sawako diventando in breve tempo sue amiche. Ecco dunque che la potenza nefasta di quell'etichetta, causa dell'emarginazione di Sawako, si indebolisce.
Shota, Sawako, Chizu e Ayane sono nella stessa classe per tutti e quattro gli anni di liceo.
Di Ayane rimane impresso soltanto il fatto che esce da una relazione tossica e che, alla fine del liceo, decide di trasferirsi a Tokyo per studiare Economia in una prestigiosa università. Nient'altro. Mi è parsa una figura un po' fredda, che non cresce più di tanto nel corso della storia.
B2) FOCUS SU CHIZURU YOSHIDA:
Chizuru Yoshida è il suo nome completo. Per Sawako e Ayane lei è, affettuosamente, "Chizu-chan".
Lei merita proprio un paragrafo a parte.
Nell'anime appare troppo emotiva e molto agitata, nella serie tv con attori, come già accennavo, viene molto approfondita.
Rifiutata dai genitori, da piccolissima Chizu è stata parcheggiata in un collegio per bambini con situazioni di forte disagio familiare. Sin dalle scuole medie, Chizuru si trova nella stessa classe con Ryu Sanada, un ragazzo che è riuscito a sviluppare molte qualità positive e preziose appartenenti come la calma, la pazienza, la mitezza, un'introversione che gli permette un'ampia larghezza di vedute. Ryu è molto sportivo, adora il baseball e alla fine del liceo si iscrive a Scienze dello Sport.Una delle migliori scene della serie tv è proprio quella in cui Ryu bacia Chizuru sussurrandole: "Quando finirò l'università ci sposeremo e saremo famiglia". Che non è proprio come dire "metteremo su famiglia" oppure "diventeremo una famiglia". E' questa la frase che fa amare Ryu alle spettatrici.
Ryu è un introverso sereno e pacato, Sawako un'introversa tormentata.
Ryu sa dalla prima media di amare Chizu. La ragazza impiega qualche anno per capire che Ryu è per lei in realtà molto più che un migliore amico. Invece Ryu, sin dai primi episodi della serie, dice apertamente che "non sostituirebbe Chizuru con nessun'altra. Chizuru è diversa da qualsiasi altra ragazza, è speciale, è straordinaria". A detta di Ryu la principale qualità di Chizuru è la sincerità.
Anche Chizu, per un periodo, viene etichettata. E in modo insultante e offensivo. Non appena le bulle della scuola, tra cui la vipera Ume Kurumi, si accorgono che Sawako va particolarmente d'accordo con Chizu, iniziano a diffondere voci molto volgari soprattutto sul conto di quest'ultima, impegnandosi a farle credere che sia stata Sawako a diffondere queste dicerie schifose.
Praticamente Chizu diventa oggetto di diffamazioni tremende. Le danno, molto ingiustamente, della "tr**a n*nf*m*n* che è stata con cento uomini", cercando di mettere zizzania soprattutto tra Chizu e Sawako. Inizialmente Chizuru non crede a questi pettegolezzi falsissimi ma poi, a furia di sentirli, si sente offesa, amareggiata, dubita di poter continuare ad essere amica di Sawako. Quando, in lacrime, confida i suoi dubbi a Ryu, lui la rassicura, aiutandola a ritrovare la fiducia per Sawako, la quale però, deprimendosi, non fa nulla per smentire le voci se non su spinta di Kazehaya.
Ah ecco, dettaglio non trascurabile: né a Ryu né a Shota importa di queste cattiverie, che di solito sono femminili purtroppo. Purtroppo le ragazze a volte possono inventare angherie psicologiche orrende.
E tenete conto che nei primi sei episodi della serie Kurumi è una ragazza influente e popolare all'interno del liceo di Kitahoro, quindi la sociologia ha ragione a sostenere che le classi dominanti o comunque le persone più influenti all'interno di un'organizzazione sociale possono etichettare alcune persone danneggiando i loro rapporti sociali.
Chizuru viene definita ed etichettata per ciò che non è. Questo soltanto perché alla perfida Kurumi dà fastidio la rottura di una consueta dinamica sociale: era normale che Sawako fosse emarginata e ignorata da chiunque. Chizuru, avendo voluto avvicinarsi a Sawako, ha interrotto questa triste normalità. Poi sì, Kurumi ha anche un altro motivo per diffondere questi pettegolezzi malfamanti: a lei piace Shota ma non è ricambiata. E non sopporta il fatto che Kazehaya si relazioni con Sawako.
Termino il post con un commento trovato sul web a proposito dei personaggi di questa serie:
Sawako conosce se stessa attraverso il sentimento che prova per Shota, si innamora e cresce, fino a comprendere quanto sia Shota, con il suo perenne sorriso gentile che nasconde una fragilità mai esposta, ad avere bisogno di lei, dandogli quella dolce sicurezza che da solo non riuscirebbe ad avere. Cresce anche Chizu, contraria alle convenzioni femminili, ma che nasconde una tenerezza e una emotività uniche. Cresce Ryu, il cui motto è sempre stato quello di “lavorare in silenzio” e che trova se stesso nell’uso delle parole: è sua la dichiarazione d’amore più bella che potrete vedere nella serie tv.
Un altro aspetto interessante di questa serie è il modo in cui i giapponesi trascorrono le festività e le ricorrenze: il Natale è una festa conviviale e occasione di socializzazione in cui ci si scambiano i regali, a Capodanno in molti si recano nei templi, dotati di stand con cioccolata calda, per un breve rito, San Valentino per i giapponesi è anche una festa in cui si celebrano non solo gli innamorati ma anche gli amici regalando loro cioccolatini...
BUON 2024!!! ✨️💫✌️🤗
Sta terminando per me un anno abbastanza duro e difficile. La primavera è stata piena di incertezze ma al contempo anche di belle e arricchenti occasioni culturali. Soprattutto l'estate e l'autunno sono stati per me faticosi, dolorosi, impegnativi, caratterizzati da problemi familiari e lavorativi. A questi si è inoltre aggiunta una forte infiammazione intestinale con crampi che, per un certo periodo, non mi permettevano di dormire la notte.
RispondiEliminaIn questo 2023 ho sofferto, ho provato ansia e angoscia e, per la prima volta in vita mia, a momenti ho sentito anche sfiducia nei confronti del futuro.
Tuttavia ringrazio comunque questo anno che sta finendo: io e Matthias stiamo consolidando la nostra relazione e ci stiamo conoscendo sempre meglio, finalmente ho incontrato persone rispettose e sincere che mi sono diventate amiche, il mio primo libro ha avuto una minima diffusione nazionale attraverso un articolo scritto per un settimanale mentre il secondo, tassativamente da proporre ad una casa editrice nel 2024, è denso di temi di attualità che piacciono molto alla mia finora ristretta cerchia di lettori e lettrici "consiglieri", i quali peraltro gradiscono molto la figura di Elia, il personaggio principale.
Ti dico volentieri addio, caro difficile 2023, ma al contempo ti sono anche riconoscente. Ti ringrazio per avermi dato occasioni di poter sperimentare ruoli lavorativi diversi da quello che progettavo negli ultimi anni. Grazie per avermi dato l'opportunità di provare posizioni professionali che, a dire proprio tutta la verità, mi permettono di sviluppare maggiormente il mio potenziale umano senza provare tensione e terrore dei giudizi e delle offese pesanti altrui. Rientrerò nel mondo del lavoro il 2 gennaio.
Nel corso del 2024 spero proprio di veder germogliare i semi che, con determinazione e voglia di mettermi in gioco, ho piantato in queste ultime settimane. È un anno che deve ancora iniziare, ma le premesse sembrano buone. Per me gli anni pari sono sempre stati più sereni rispetto agli altri comunque.
Ultimissimo pensiero, poi sparisco fino al 4 gennaio anche perché organizzo una piccola festa a casa per stasera (sappiate che i post sono programmati fino a metà febbraio 2024😊): spero, in questi ultimi 12 mesi, di aver fatto bene al cuore di chi ha avuto a che fare con me.