Ho concluso la lettura dei numeri di questo manga a proposito della saga delle Isole Sabaody (già superate le avventure di Lufy sull'isola delle donne, già conosciuta Boa Hancock, la principessa serpente, già affrontata la sezione della spaventosa prigione di Impel Down).
In One Piece molti personaggi sono pirati che affrontano un mondo prevalentemente marino.
(In questo post le riflessioni mie e di Matthias sui personaggi e sulle loro storie si intrecciano, come dimostrano i colori dei paragrafi. Se siete nuovi: il colore blu rappresenta me, il rosso i pensieri di Matthias).
BROOK: ASPETTO, TALENTO E CARATTERE
Il personaggio compare per la prima volta nella saga di Thriller Bark. Ha sempre avuto i capelli in stile afro.
Tuttavia, la ciurma di Lufy Cappello di Paglia, lo incontra quando è già uno scheletro, con la stessa cicatrice sulla fronte che, sostanzialmente, è un'incrinatura delle ossa.
Indossa solitamente un cappello nero cilindrico.
A Brook piacciono molto sia gli abiti di tonalità scure sia gli abiti colorati, in linea con il suo temperamento artistico un po' originale e un po' signorile. Infatti è molto dotato in abilità musicali e sa suonare molto bene il piano, il violino e la chitarra. Questo talento è stato la sua più grande risorsa anche nei momenti di solitudine.
Fin da subito risulta simpatico, solare, divertente ed eccentrico. Oltretutto, i suoi timori sono concreti e non surreali: durante gli episodi della saga di Thriller Bark infatti, canta per poter affrontare la paura quando incrocia zombie e fantasmi.
La sua storia, narrata nel cinquantesimo numero della saga, è piuttosto dolorosa e travagliata: in passato era il capitano dei pirati Rumbar e, come ogni buon leader, era capace di creare un ottimo clima fondato sulla fiducia reciproca e su rapporti trasparenti e sereni tra i membri del suo equipaggio.
Alla fine della saga di Thriller Bark, Brook entra come nuovo membro dei pirati di Cappello di Paglia.
C'è una vignetta che mi è rimasta più impressa di altre nel cinquantesimo numero di One Piece:
In un clima festoso e allegro, in cui vediamo gli altri personaggi spensierati, Lufy si avvicina a Brook dimostrandosi sinceramente interessato a conoscere la sua storia. In questo disegno, il giovane Cappello di Paglia e il musicista-scheletro stanno per iniziare una conversazione seria e di profonda condivisione. Qui Lufy ha da poco scoperto che l'equipaggio di Brook ha avuto un legame con la balena Lovoon.
Da non dimenticare che Lufy prova fin da subito una simpatia a pelle per Brook.
Dal momento che abbiamo già trattato di One Piece, vi riporto un link di rimando:
https://riflessionianna.blogspot.com/2024/04/one-piece-saga-di-manga-sui-sogni-e.html
STORIA DI BROOK
A 38 anni navigava, a capo della sua ciurma, lungo il mare occidentale del mondo di One Piece.
Un giorno i suoi compagni notano che un cucciolo di balena li sta seguendo nella navigazione e credono che abbia smarrito la madre e i fratelli.
La piccola balena viene chiamata Lovoon da Brook. Tra loro due si crea un ottimo rapporto.
Lovoon è ancora piccola quando i pirati Rumbar decidono di navigare verso la pericolosa e rischiosa Rotta Maggiore. A fatica, Brook e i compagni cercano di convincere Lovoon a rimanere nel mare occidentale visto che temono pericoli per lei, ma la giovane balena li segue di nascosto.
I pirati continuano il loro viaggio e arrivano al promontorio Futago dove incontrano Crocus e in quel punto riparano la nave.
Poi ripartono affidando la balena alle cure di Crocus, promettendo a Lovoon di ritornare al massimo dopo tre anni, il tempo necessario secondo loro per percorrere la Rotta Maggiore.
Dopo aver attraversato una foresta, metà della ciurma di Brook contrae un'epidemia.
Due anni dopo, i membri rimasti dell'equipaggio attraversano il Triangolo Florian dove affrontano una battaglia con altri pirati che lanciano loro frecce avvelenate. In questo scontro tutti vengono mortalmente feriti, anche Brook.
Negli ultimi minuti della loro vita, su proposta del loro leader, i pirati Rumbar cantano il brano preferito da tutti, registrandolo con il Tone Dial. Muoiono con il sorriso sul volto.
Tuttavia Brook ritorna in vita grazie al frutto Yomi Yomi, un paramisha che potenzia l'anima di chi lo mangia.
La risurrezione della sua anima comporta però innanzitutto il fatto che fisicamente rimanga uno scheletro di sole ossa e, oltre a questo, cinquant'anni di solitudine con notti in cui l'ex capitano sogna quasi sempre i compagni. In questo lungo periodo, Brook piange al punto tale da esaurire le lacrime, soltanto la musica rappresenta per lui un motivo di vita.
Infine, il pirata-scheletro approda all'isola di Thriller Bark.
Mentre esplora questa terra però viene privato della propria ombra da Gekko Moria, il leader dei pirati di Thriller Bark, rigorosamente tutti zombie.
"BINK'S RUM"
Brook si ricorda molto bene di Lovoon e spera di poterla incontrare di nuovo.
La canzone qui riportata si chiama Il liquore di Bink.
Indubbiamente nel testo c'è l'entusiasmo nell'affrontare il mare come luogo di avventure, anche molto pericolose. Per i pirati Rumbar il mare è casa (le onde sono i nostri cuscini, la nave il nostro giaciglio...).
Ovviamente ho riscontrato anche la tematica di vivere appieno il presente e l'unica vita che abbiamo nonché la consapevolezza che l'esistenza terrena è fugace (tanto presto o tardi saremo ossa e nulla più).
ALTRE CREATURE MARINE IN ONE PIECE TRA I NUMERI 50 E 51
-KAYME= Si tratta di una sirena in grado di comunicare con i pesci. Nel numero 51, grazie alla Ciurma di Cappello di Paglia, riesce a scampare alla vendita all'asta di uomini-pesce, sirene e altri animali marini. Le ultime pagine di One Piece 51 richiamano infatti al reale fenomeno storico, che è persistito per secoli, della tratta degli schiavi. Non va dimenticato infatti che nelle Isole Sabaody sopravvivono razzismo e astio verso gli uomini pesce e le creature marine.
-PAPPAGU= Stella marina molto legata a Kayme e aspirante stilista.
-TOBIUO RIDERS= Sono pesci volanti, grandi come delfini. Stravagante è il fatto che Duval, la loro guida, cavalca Motobaro, un bisonte marino.
HATCHAN, UOMO-POLIPO DI ONE PIECE
-HATCHAN= Questo personaggio è un uomo-polipo, con la pelle rosa e sei braccia dotate di ventose, già incontrato nei numeri 9-10 quando faceva parte dei pirati di Arlong. Non è né cattivo né pieno di astio e di rabbia come il suo capitano, è un gregario anche se non concorda con le idee di Arlong.
In passato, Hatchan era un marinaio della ciurma dei Pirati del Sole.
La passeggiata sotto i mari di Hatchan è una delle mini-avventure presentate nel manga.
Arrestato dal governo mondiale insieme ad Arlong e agli altri uomini-pesce, Hatchan è l'unico che riesce ad evadere dalla nave della Marina.
Inizia il suo viaggio nei fondali marini: prima incontra un pesce-panda e lo aiuta a togliersi l'amo rimasto impigliato. Per ringraziarlo, il pesce-panda gli offre un cosciotto. In seguito Hatchan incontra un naufrago affamato a cui regala il cosciotto. Il naufrago gli dona un anello. L'uomo-polipo continua il suo viaggio fino ad arrivare al Goldfish Empire e qui scopre che l'anello era della Principesciolina. Hatchan glielo restituisce ricevendo in cambio un'alabarda d'oro.
Le avventure di questo personaggio proseguono: prima sconfigge un mostro marino in un combattimento e poi fa uscire dal corpo di un cinghiale la sirena Kayme e la stella marina Pappagu.
In seguito riaffronta Polpurè: all'interno di questo polipo c'è la ricetta della salsa leggendaria per preparare i takoyaki e ci sono dei tesori preziosi che, una volta venduti, gli permettono di diventare uno specialista di cucina di takoyaki con Kayme. Il suo sogno d'infanzia si è dunque avverato.
Hatchan prepara i takoyaki per i pesci-gatto che, nel loro villaggio, stanno soffrendo la carestia. Per ringraziarlo, i pesci-gatto gli costruiscono la Takoyaki Eight, una nave in cui l'uomo-polipo cucina e vende takoyaki.
Comunque, la ciurma di Lufy rivede Hatchan all'inizio della saga dell'arcipelago delle Sabaody.
L'uomo-polipo fa loro da guida durante la permanenza all'arcipelago... almeno finché Charlos, un nobile del Governo Mondiale, non spara ad Hatchan durante l'evento di vendita all'asta di uomini-pesce e sirene. E a quel punto Lufy si imbestialisce e tira uno schiaffo a Charlos, un gesto che al suo posto avrei sicuramente fatto anch'io ma che tuttavia comporta una serie di drammatiche conseguenze per l'equipaggio di Cappello di Paglia.
Hatchan non ha una mente sublime e, nella saga di Arlong Park, sembra avere una personalità debole.
Ho rivalutato questa figura con le mini-avventure. In fin dei conti è buono e altruista.
LA PIRATERIA NELL'OPERA DI NICCOLO' CARNIMEO:
Concludo il post con qualche citazione sempre tratta dal saggio di Larsson Raccontare il mare.
Questo scritto di Larsson mi è piaciuto ma non mi ha entusiasmata perché, sebbene sia evidente la sua sensibilità per le biografie e le opere degli autori trattati, sebbene nel corso della lettura acquisiscano grande importanza anche delle riflessioni meta-letterarie, lo studioso svedese trascura autori importanti per la tematica del mare come Melville e si sbilancia a mio avviso un po' troppo nel dichiarare i propri gusti personali (è evidente che un Francesco Biamonti e un Harry Martinson gli piacciono molto più di un Maupassant e di un Conrad).
In un capitolo l'autore dedica la sua attenzione al trattato di Niccolò Carnimeo intitolato Nei mari dei pirati.
Riporto le citazioni al fine di farvi riflettere a proposito del fenomeno della pirateria.
Perché, se nel mondo di One Piece, Lufy e i compagni sono animati da speranze, voglia di vivere e voglia di libertà, a dispetto degli enormi ostacoli che incontrano, nel mondo reale e contemporaneo la pirateria è un crimine che mette in pericolo le vite umane.
Brook è stato un pirata-artista in vita, è stato "luce" per i membri della sua ciurma.
Brook per me è sempre sul pezzo: dopo essersi unito alla ciurma di Lufy scherza spesso sul fatto di essere uno scheletro senza occhi né muscoli e, come nel manga, anche nell'anime questo pirata canta sorridendo in punto di morte.
Leggete bene invece che cos'è la pirateria nel mondo del XXI° secolo, descritta da Carnimeo e riportata da Larsson:
Schematizzando un po' le descrizioni di Carnimeo, possiamo raggruppare i pirati in due categorie principali: quelli per cui il bottino è in primo luogo materiale e quelli che monetizzano la vita dei membri dell'equipaggio, cioè da un lato i ladri, dall'altro i sequestratori. (...) Nel gruppo dei ladri troviamo le piccole bande che attaccano i pescatori della Nigeria, altre che depredano le imbarcazioni dei clandestini privandoli delle loro ultime risorse, o assalgono coppie di navigatori in barca a vela nei Caraibi o nel Mar Rosso, altri ancora che salgono a bordo dei traghetti nelle Filippine per derubare i passeggeri. E sono questi, se è lecito stabilire una scala di malvagità, i più crudeli, che colpiscono esseri umani che non hanno niente e li abbandonano alla deriva fino allo sfinimento e alla morte. I più cinici tra i pirati ladri sono i falsi scafisti che, dopo aver fatto pagare ai clandestini la traversata la traversata per l'Europa, li abbandonano consapevolmente a morte certa. (...) La seconda categoria è costituita da pirati che mercanteggiano sugli uomini invece che sui beni materiali. Si tratta soprattutto di pirati somali che sequestrano equipaggi di ogni nazionalità, tenendoli in ostaggio mesi in attesa del riscatto.
(...) Non bisogna dimenticare che i pirati dell'epoca d'oro erano prima di tutto dei marinai. Il loro scopo principale era sottrarsi alla tirannia dei capitani (...). Erano liberi! Tutto sommato è forse questa la ragione profonda del grande mito dei pirati classici: l'accanita determinazione a difendere la propria libertà a qualsiasi costo, anche a quello della vita. La storia del pirata che sotterra il suo tesoro su un'isola deserta non è che una leggenda alimentata da scrittori e registi.
Per il manga di Eiichiro Oda il tesoro è lo One Piece; peccato che Matthias sia al numero cento e qualcosa (non mi ricordo mai esattamente!) e che, oltre il centesimo numero del fumetto, Lufy non abbia ancora trovato lo One Piece! Magari, nel corso del tempo, le avventure sul mare riservano a Lufy altri traguardi e altre gratificazioni piuttosto che il tesoro dello One Piece.
Per me questa è la prova concreta del fatto che Eiichiro Oda, divenuto un fumettista di fama internazionale grazie a questa sua geniale creazione, da tempo voglia trasmettere ai ragazzini ma anche ai giovani adulti un messaggio fondamentale: tutti abbiamo sogni e obiettivi. Ma è necessario anche fare esperienze, incontri, instaurare relazioni, fare squadra con le persone che ci vogliono realmente bene, condividere tappe e vissuti, affrontare le proprie paure, accettare che l'altro è com'è per il passato che ha attraversato... godersi il viaggio, attraversare le difficoltà e non fissarsi esclusivamente sull'obiettivo che peraltro, nel corso della vita, potrebbe cambiare oppure, come nel caso di Hatchan, può essere raggiunto dopo numerose peripezie e dopo aver imboccato altre strade per un po' di tempo. È una delle ragioni per cui il manga di One Piece sta piacendo molto anche a me: l'ho iniziato esattamente un anno fa, alcuni giorni prima di compiere 28 anni.
Sui social vedo troppe clip soprattutto di mie coetanee, e questo mi dispiace molto, che o sognano di trovare "il principe azzurro" (ma io lo definirei anche il principe c*gli*n* avariato di mezza età) per farsi mantenere oppure desiderano fare soldi in modo molto facile, con attività esclusivamente online e senza un minimo di sacrificio, criticando aspramente e incoscientemente le vite di dipendenti o statali o privati per i quali 1.000€ in più o in meno sul conto corrente fanno un'enorme differenza. Non va affatto bene una mentalità del genere, la vita non funziona così e la realtà è ben altro, SVEGLIA! E comunque nessuno deve permettersi di disprezzare e denigrare il lavoro e lo stile di vita altrui.
In futuro avremo bisogno di teste pensanti e cuori empatici, non di influencer che sentenziano o di lavori online che precludono le relazioni sociali.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.