Questo post è semplicemente un'auto-analisi dei personaggi più importanti e di alcuni passaggi del mio secondo libro.
Non ho deluso le aspettative dei miei primi lettori.
Ho appena organizzato iniziative tutte finalizzate a promuovere L'umanità è nelle nostre mani. Tra queste sono incluse il presente post e due video-presentazioni che verranno diffuse tramite canali Telegram e Whatsapp.
*Presenterò L'Umanità è nelle nostre mani per la prima volta venerdì 20 settembre alle ore 20.30 presso i locali parrocchiali del Beato Andrea a Peschiera del Garda. Sarà un evento riservato ai componenti e ai simpatizzanti del gruppo culturale "Spazio Aperto".
Vi riporto la sinossi scritta con il mio gruppo editoriale che, nella primavera e in parte nell'estate di questo per me ottimo 2024, mi ha supportata nell'impaginazione e nella creazione della copertina:
Marta ha 24 anni e studia Lingue e Letterature Europee, conosce perfettamente il francese, è riflessiva, generosa e altruista. Elia, neolaureato in Ingegneria, è un ragazzo mite, introverso e tranquillo. Una sera, partecipando entrambi allo stesso evento, Marta ed Elia hanno modo di conoscersi e di confrontarsi per la prima volta.
L’umanità è nelle nostre mani, romanzo ad episodi che segue l’evoluzione del rapporto tra i due protagonisti, vuole sottolineare l’importanza, nella vita quotidiana di ognuno, delle relazioni, dell’ascolto reciproco, della solidarietà, del saper convivere con vissuti dolorosi.
In effetti questo mio secondo romanzo lo si potrebbe definire "un libro ad episodi" in cui ho messo molta carne al fuoco dal momento che sono presenti diverse tematiche: l'inquinamento, la dipendenza da droghe e dal gioco d'azzardo, in che modo i social influiscono sulla quotidianità dei giovani, l'abbandono degli animali, i cambiamenti climatici, il valore della solidarietà nella sofferenza, la questione femminile, amicizie che nascono oppure che si trasformano in invidie e gelosie, i progetti per un futuro che appare immenso e incerto, l'emotività maschile.
L'umanità è nelle nostre mani è anche uno scritto contro lo stereotipo, presente da molti secoli e ancora abbastanza radicato, secondo il quale ragazzi e uomini non dovrebbero cedere alle emozioni e non dovrebbero nemmeno mostrarsi timidi o insicuri.
Ho scritto e presentato una tesi triennale a favore del diritto degli uomini di emozionarsi. Era una tesi su Sigismondo D'India, drammaturgo palermitano (poeta e compositore del XVII° secolo) del quale sono stati conservati alcuni lamenti. Il lamento era un genere letterario che si concentrava sulla sofferenza interiore, a seguito di drammi sentimentali, del personaggio che idealmente si rivolgeva a chi gli aveva provocato il malessere. Solo che prima di D'India i personaggi soggetti a sofferenze amorose erano tutti femminili. La novità di questo poeta e drammaturgo è stata indubbiamente quella di rendere soggetti di lamenti dei protagonisti maschili. Però questo autore non deve aver riscosso molto successo nell'epoca in cui è vissuto, anzi, tuttora viene considerato una figura molto marginale nel panorama letterario italiano, da approfondire soltanto se si ha voglia. Eppure a mio avviso si dovrebbe aggiungerlo alle antologie, anche per una funzione di contrasto con figure sue contemporanee come Gianbattista Marino e Alessandro Tassoni (lo stile letterario di D'India è più semplice e più comprensibile).
Ad ogni modo ho l'impressione che, in generale, gli attuali trentenni, cioè, uomini molto vicini alla mia età, si stiano differenziando da padri e nonni: presenti e piuttosto affettuosi con i figli neonati o piccoli, un po' più partecipi ai lavori domestici, un po' più inclini a parlare di se stessi, a convivere, in qualche caso, con il proprio breve ma difficile passato, ad ammettere sentimenti negativi di dolore.
Oltre a ciò, capiscono molto meglio dei loro genitori che le loro coetanee hanno sia il diritto di vivere un sereno equilibrio tra lavoro, famiglia e interessi, sia il dovere e la possibilità di usufruire di un'entrata economica costante non soltanto per ragioni di buon senso ma anche per propria soddisfazione professionale. Tuttavia, per raggiungere la parità tra uomo e donna bisogna, in generale, lavorare ancora molto...
Matthias non mi manterrebbe mai e avrebbe ragione da vendere! D'altra parte io non vorrò affatto essere mantenuta. Non voglio fare la donna-parassita e non vorrò mai farmi umiliare. Dipendere economicamente da un uomo per me è sottomissione.
Riporto un passo in cui Elia, il protagonista maschile, esterna le emozioni che prova:
Poi vorrei esporre un'ulteriore considerazione visto che questo mio secondo libro è ispirato anche a storie di vita reali, ma non riscritte fedelmente, di giovani poco più grandi di me, conosciuti e incontrati in questi ultimi due anni: forse, una persona fra i 27 e i 35 che nell'infanzia ha sperimentato o conflitti familiari persistenti o la separazione dei genitori con conseguenti secondi matrimoni o un lutto tremendo o un abbandono oppure un'adolescenza particolarmente complicata ha acquisito gli strumenti umani utili per poter fondare non soltanto una famiglia in cui le pari opportunità siano all'ordine del giorno ma anche per vivere rapporti affettivi basati prima di tutto sul rispetto e sulla crescita reciproca. Attraversare il dolore può essere lacerante da giovanissimi ma utile per l'età adulta. Ecco un altro messaggio del mio secondo libro, evidente soprattutto nel capitolo 16, quando Monica, la fidanzata del migliore amico di Elia, racconta la sua dolorosissima adolescenza.
Ad ogni modo, riporto la citazione sul retro di copertina al fine di una riflessione:
Non sono esattamente un asso in ottimismo ma, da alcuni giorni a questa parte, penso che arriverà un futuro leggermente migliore di questo, magari tra 20 anni.
Mi piace pensare che intorno al 2045 ci saranno le basi per iniziare un momento storico nel quale episodi di razzismo, sessismo, misoginia e omofobia esisteranno ancora ma diventeranno molto più marginali e saranno condannati da una fetta ampia di persone, nel quale tutti avremo accettato l'importanza della transizione ecologica, nel quale forse (e mi auguro!) la robotica e l'alta tecnologia sarà complementare al lavoro e al contributo dell'intelligenza umana.
Ci saranno sicuramente altri problemi e altri drammi come ad esempio le massicce migrazioni climatiche per fenomeni di estrema siccità oppure le enormi disuguaglianze sociali in paesi come l'India e l'Iran che vedranno crescere il PIL nazionale e l'industrializzazione ma non il rispetto dei diritti umani.
Malgrado ciò potrebbe essere un mondo un po' migliore, in cui anche i popoli dell'Africa sub-sahariana potranno godere di un clima più accogliente in Europa quindi saranno più integrati e meno sfruttati e in cui chi scriverà libri razzisti e omofobi non diventerà un osannato autore di un bestseller ma sarà passibile di denuncia e di gogna pubblica...
Qualsiasi cittadino italiano è libero di essere contrario a tutti i diritti civili degli LGBTQ oppure di ritenere che ci siano altri problemi più gravi e più concreti da risolvere (e su quest'ultima mezza frase sono d'accordo), qualsiasi italiano è libero di pensare che il premierato e "l'italianità" siano più prioritari rispetto alla questione migranti, qualsiasi mio connazionale può affermare che i disastri temporaleschi e il caldone estivo siano sempre esistiti... ma un conto è esprimere queste idee accettando e rispettando quelle degli altri, un altro è disprezzare determinate categorie di persone.
Quando la mia generazione raggiungerà la maturità degli anni, il concetto di "identità nazionale", il razzismo e la xenofobia inizieranno verosimilmente a perdere terreno.
D'altra parte credo che gli africani siano il futuro: già da alcuni anni a questa parte ci portano nascite, giovinezza, forza lavoro, ricchezza linguistica, tradizioni (anche culinarie) interessanti. Prima lo accettiamo e meglio è, rifletteteci per un po'.
E comunque i figli dei sub-sahariani hanno anche abbastanza fantasia!
In uno dei miei turni in accoglienza ho aiutato un bambino nigeriano a realizzare questa piazzetta con i lego (ma io lo adoro, capisce qualsiasi cosa gli dica in inglese o in italiano). Sembra un assetto da fiera agricola, ma per me è venuto bene, tenete presente che non ha neanche 4 anni... Non è la prima volta che i genitori mi lasciano i figli piccoli mentre fanno la spesa.
Però, tornando al futuro dell'umanità, per realizzare un mondo meno peggiore di quello attuale, bisognerebbe innanzitutto che molti convertissero il pensiero: "Ognuno ha il diritto di fare come crede" in "Ognuno dovrà essere abbastanza responsabile e libero da poter compiere le proprie scelte nel rispetto degli altri".
C'è un capitolo, all'interno di questo mio secondo libro, ambientato in un Emporio della solidarietà:
Il mondo post-pandemico è squallido, è caratterizzato da guerre, odio, competizioni internazionali, egoismo, indifferenza ignoranza... questa è un'umanità che da una parte è divisa e ferita dal male, dal molto male che fa notizia ma che è anche accarezzata dal poco bene che c'è ma che è di natura umile, solidale.
Il mondo del 2024 sembra un dipinto a sfondo grigio-nero puntellato da alcune lucine bianche.
I giovani spesso non vengono rispettati per i loro sacrifici nello studio e nel lavoro, gli anziani sono frequentemente truffati da approfittatori vergognosi, nel mondo occidentale ci si serve della tecnologia in modo deleterio, narcisistico, anche per diffondere odio verso persone ed etnie, i migranti sono considerati un nulla, una seccatura, non una grande risorsa (e questa è la verità, il fatto che siano una risorsa! Lo Ius Scholae come d'altronde lo Ius Sanguinis sarebbero atti di civiltà, non idee comuniste).
Ultimamente condivido ciò che Harry Martinson, scrittore svedese dalla vita complicata (orfano a sei anni, marinaio carbonaio autodidatta) pensa a proposito di futuro dell'umanità. Martinson scriveva così negli anni Sessanta:
La tecnologia è talmente potente e immensa che dovremmo poter esporre un panorama di soddisfazione universale e dignità naturale. Ma dove stiamo andando? (...) Questo tempo crollerà. Dopo bisognerà provare a ripulire e a ricostruire i ponti. Di nuovo, l'uomo si alzerà con un desiderio umano e un'anima umana, al di là delle crisi appiattite del governo delle masse. Perché l'uomo è e resta il primo e l'ultimo.
Insomma, in parole povere: quando avremo toccato il fondo per quel che riguarda l'etica, l'egoismo, il materialismo, ci stancheremo della nostra stessa aridità e del nostro vuoto interiore. Allora sentiremo il bisogno di edificare legami veri, autentici, limpidi.
Siamo molto vicini al fondo di cui sto parlando: i finanziamenti per le guerre ci sono sempre, mentre non ci sono soldi da investire né per potenziare la sanità e per creare più posti di lavoro per medici e infermieri, né per risolvere i molti problemi del sistema di istruzione.
A) STRUTTURA DEL LIBRO:
Il libro è suddiviso in 17 capitoli + epilogo finale.
Ogni capitolo è un episodio di vita quotidiana dal quale si possono trarre riflessioni o insegnamenti.
Ogni capitolo porta il titolo di un colore che o ha un significato particolare per un personaggio oppure risulta piuttosto ricorrente all'interno del testo.
Oltre a ciò, tutti i capitoli vengono introdotti da una citazione che preannuncia quello che sarà il messaggio fondamentale trasmesso dal contenuto.
Nulla vi vieta, se interessati naturalmente, di reperire e approfondire biografie e attività dei diversi autori citati all'inizio dei capitoli.
B) IL DEDICATARIO 💖:
La primissima copia stampata è andata in regalo proprio a Matthias, in occasione del nostro secondo anniversario di fidanzamento, subito dopo una cena in un ristorante di montagna.
Ecco com'era la veduta dalla terrazza del locale:
Nella primavera 2022 ci siamo conosciuti durante un corso sul rapporto tra cristianesimo e politica che si è tenuto nella sede della Pastorale Giovanile, vicina alla città di Verona. La frase citata nella stessa pagina del colophon era dipinta anche su una delle pareti dell'atrio della sede.
La figura di Elia è un po' simile a Matthias mentre Marta si avvicina a me, considerano le inclinazioni, le capacità, i pensieri e le arrabbiature.
C) PRESENTAZIONE DEI DUE PERSONAGGI PRINCIPALI:
Ci sono due protagonisti: uno maschile e l'altra femminile.
Si tratta di Elia e di Marta.
Marta, studentessa universitaria di Lingue e Letterature Europee, è perfettamente bilingue, è altruista, sensibile, riflessiva. Elia, neolaureato in Ingegneria Ambientale, è mite, ha un grande senso di integrità e di responsabilità.
Riusciranno, nel corso della narrazione, a incontrarsi e a costruire un rapporto meraviglioso?
D) ALCUNE TEMATICHE:
- L'inquinamento:
-Giovani e social:
-Il rispetto che è dovuto alle donne:
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