Il vecchio e il mare, più che un romanzo, sembra un racconto lungo caratterizzato da uno stile narrativo semplice. Pubblicato nel 1952, lo stesso Hemingway lo riteneva il miglior libro che avesse mai scritto.
1) L'AVVENTURA DEL PROTAGONISTA:
Il personaggio principale è il vecchio Santiago, pescatore cubano rimasto vedovo e molto povero.
Il racconto inizia nel momento in cui Santiago è in compagnia con Manolìn, un ragazzo che per quaranta giorni lo ha accompagnato durante l'attività di pesca. Poi però, i genitori del giovane, ritenendo Santiago un pescatore troppo sfortunato, hanno impedito al figlio di continuare ad affiancarlo.
Dopo ottantacinque giorni di pesca infruttuosa, un giorno il protagonista di questo racconto si spinge in mare aperto e cattura, con molta fatica e impegno, un enorme pesce-spada lungo cinque metri. La lotta contro questo pesce dura due giorni e tre notti.
Tuttavia, durante il tragitto compiuto per rientrare al porto, il pesce spada viene divorato dagli squali. Santiago dunque ritorna a casa sfinito e sconfortato. Non gli resta che la vicinanza e la compassione di Manolin che, piangendo, gli promette di ritornare a pescare con lui.
2) I PERSONAGGI FONDAMENTALI:
-Santiago:
Ecco come l'autore lo presenta all'inizio dell'opera:
Il vecchio era magro e scarno e aveva rughe profonde alla nuca. Sulle guance aveva le chiazze del cancro della pelle, provocato dai riflessi del sole sul mare tropicale. Le chiazze scendevano lungo i due lati del viso e le mani avevano cicatrici profonde che gli erano venute trattenendo con le lenze i pesci pesanti. Ma nessuna di queste cicatrici era fresca. Erano tutte antiche come erosioni di un deserto senza pesci. Tutto in lui era vecchio tranne gli occhi che avevano lo stesso colore del mare ed erano allegri e indomiti.
Da questa descrizione i lettori intuiscono che la vita di Santiago è stata faticosa ma anche che questa figura è dotata di forza interiore e tenacia.
E' abbastanza probabile che Hemingway, per costruire questo personaggio, si sia ispirato al marinaio cubano Gregorio Fuentes.
-Manolin:
Appare un ragazzo sincero e genuino che rappresenta per Santiago valori come la solidarietà umana e la speranza. Effettivamente ha abbandonato Santiago contro la sua volontà. Ad ogni modo, il ragazzo vuole per davvero bene al vecchio e lo si evince da un consiglio che gli dà una sera, prima che Santiago si corichi sulla branda:
"Stai coperto, vecchio. Ricordati che siamo in settembre".
-Il pesce-spada:
Come Santiago, lotta per la sopravvivenza.
Il pesce-spada contiene vari significati. Innanzitutto rappresenta la vita vissuta come sfida attraverso la tematica della lotta tra uomo e pesce, in netta antitesi rispetto al Moby Dick di Melville, dove il capitano Achab manifesta vere e proprie ossessioni di rivalsa sulla balena.
Tuttavia, il pesce-spada è un elemento che permette ad Hemingway di introdurre la tematica del rispetto per la natura. Santiago infatti, pur dovendo uccidere un animale e pur dovendo pescare, e dunque, privare i pesci della vita per poter sopravvivere, in alcuni passaggi dialoga con il pesce-spada e, oltre a ciò, prova compassione per gli stili di vita di alcune creature animali e sa inoltre riconoscere la meraviglia del mare:
I pesci volanti gli piacevano molto ed erano i suoi migliori amici sull'oceano. Pensò con dolore agli uccelli, specialmente alle piccole, delicate sterne nere che volavano sempre in cerca di qualcosa senza quasi mai trovar nulla e pensò: "La vita degli uccelli è più dura della nostra, tranne che per gli uccelli da preda, pesanti e forti. Perché sono stati creati uccelli delicati e fini come queste rondini di mare se l'oceano può essere tanto crudele? Ha molta dolcezza e molta bellezza. Ma può diventare tanto crudele e avviene così d'improvviso e questi uccelli che volano, tuffandosi per la caccia, con quelle vocette tristi, sono troppo delicati per il mare."
Pensava sempre al mare come a "la mar", come lo chiamano in spagnolo quando lo amano. (...) Alcuni fra i pescatori più giovani, di quelli che usavano gavitelli come galleggianti per le lenze e avevano le barche a motore, comprate quando il fegato di pescecane rendeva molto, ne parlavano come di "el mar" al maschile. Ne parlavano come di un rivale o di un luogo o perfino di un nemico. Ma il vecchio lo pensava sempre al femminile e come qualcosa che concedeva e rifiutava grandi favori e se faceva cose strane o malvagie era perché non poteva evitarle. La luna lo fa reagire come una donna, pensò.
(...)
"Anche il pesce è mio amico"- disse (Santiago) ad alta voce-"Non ho mai visto né sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo".
(...) Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo.A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
3) IL MARE ALL'INTERNO DELL'OPERA:
Per Santiago il mare è un luogo di sventure, di imprevisti, di un mestiere impegnativo e rischioso che include il fallimento.
Tuttavia, la grande distesa oceanica è il luogo in cui la potenza della natura si scontra con la fragile ma dignitosa umanità del protagonista.
Ancora una volta, coerentemente con i contenuti della presente opera di Hemingway, vorrei richiamare l'attenzione su ciò che afferma Bjorn Larsson nel saggio già citato due settimane fa:
In mare l'incertezza, la precarietà, l'effimero diventano certezze incrollabili con cui bisogna imparare a vivere. (...) L'incertezza in mare, perché esiste anche questa, è un'incertezza professionale legata alla difficoltà di stabilire la propria posizione o agli imprevisti del tempo.
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