1) IL MARESCIALLO BADOGLIO:
Pietro Badoglio era Segretario di Stato durante il regime di Mussolini.
Nella notte tra il 24 e il 25 luglio del 1943 il Gran Consiglio del Fascismo sfiducia Mussolini e Badoglio assume il governo in accordo con il re Vittorio Emanuele III°.
Il maresciallo, pur smantellando l'apporto governativo fascista, fa reprimere le manifestazioni popolari antifasciste e a favore della pace. In particolare, a Milano e a Torino questi assembramenti sono state soffocate nel sangue, con sparatorie.
Il 26 luglio 1943 Badoglio proclama lo "stato d'assedio" con coprifuoco notturno, pesante censura dei giornali e scioglimento di tutti i gruppi di carattere fascista, come ad esempio i "Fasci Femminili".
Vorrei poi riportare, all'interno di questo post, alcuni passaggi del saggio di Santo Peli, La Resistenza in Italia. Storia e critica. Uno è il seguente:
La maggior parte degli attivisti della Resistenza si faceva allora delle illusioni (si intende: nell'estate 1943): lo sbarco in Sicilia era avvenuto (il 10 luglio 1943), la controffensiva tedesca a Salerno era fallita, tra poco americani e inglesi avrebbero raggiunto Roma, l'Appennino e le Alpi; era questione di aspettare qualche settimana, massimo pochi mesi.
Badoglio ha firmato l'armistizio con gli Alleati l'8 settembre 1943 e proclamato una dichiarazione di guerra contro la Germania nell'ottobre dello stesso anno. Dopo l'armistizio, da vero opportunista, con il re è fuggito a Brindisi, lasciando la capitale senza difese e l'Italia del nord occupata dai nazisti.
Pietro Badoglio ha lasciato allo sbando l'esercito italiano trattando con le potenze Alleate in segreto, senza coinvolgere i partiti anti-fascisti e senza rivelare le sue vere intenzioni alle masse.
2) LA RESISTENZA:
Inizialmente, la Resistenza è sorta da una minoranza della popolazione italiana che costituiva sia i rappresentanti dei partiti antifascisti sia una componente di soldati del regio esercito che rifiutavano di sottoporsi ai tedeschi.
L'obiettivo più importante del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), formato nel settembre 1943, era quello di liberare l'Italia dalla dittatura. Tuttavia, all'interno di questa organizzazione erano coinvolte persone di diverse idee politiche.
Il film storico Il terrorista permette innanzitutto di comprendere come interagivano tra loro le anime del CLN: il Partito d'Azione, il Partito Socialista e il Partito Comunista erano più attivi e più combattivi, i Liberali e i futuri democristiani invece, un po' più cauti.
Il terrorista è ambientato a Venezia durante la guerra civile e inizia nell'estate del 1944, con l'attentato a Ca' Giustiniani, dove c'era la sede provinciale del Comando Repubblicano è esplosa una bomba ha provocato trenta feriti e la morte di due ufficiali tedeschi.
Il personaggio rilevante è l'ingegner Braschi, a capo di un gruppo partigiano finalizzato a contrastare e a boicottare le mosse dell'esercito tedesco: le sue azioni terroristiche vengono messe in atto anche se il CLN consigliava di non applicarle.
Non si tratta di un film celebrativo innanzitutto perché Braschi non è dipinto come un eroe nazionale ma come un vero e proprio terrorista. Oltre a questo, Il terrorista affronta le diversità e le contraddizioni all'interno della Resistenza.
Nel '40, anno di entrata in guerra dell'Italia, gran parte della popolazione italiana era ancora fascista.
Nel '43 la Resistenza era costituita da alcune decine di migliaia di cittadini.
Solo negli ultimi mesi di guerra ha partecipato e collaborato alla Resistenza la maggior parte degli italiani, stremati da fame e violenze continue.
Hanno finalmente aperto gli occhi e, da fascisti gregari completamente sottomessi sia al Duce che ai gerarchi fascisti, sono diventati quasi tutti sostenitori dei partigiani.
La popolazione italiana era poco partecipe alla Resistenza contro i fascisti nel '43?
Così scrive Santo Peli:
Dopo gli scontri di Porta San Paolo e di Cefalonia il fenomeno dei militari sbandati può essere considerato la prima manifestazione di Resistenza armata, nel senso che il reclutamento delle prime bande avverrà all'interno del caotico pullulare di queste precarie aggregazioni.
Bisogna però ricordare alcuni episodi di rivolte popolari e alcune dinamiche tra partigiani e civili.
Partiamo dall'Italia Meridionale, anche se non so se ci siano stati eccidi, stragi e formazioni partigiane significative in Calabria e il Basilicata.
Ignoro inoltre cosa sia accaduto in Sardegna in quei venti mesi di Resistenza.
Un episodio rilevante di insurrezione popolare si è verificato a Napoli tra il 27 e il 30 settembre 1943, giorni durante i quali la città è stata liberata dall'esercito nazista.
La Sicilia, povera in canna, era già stata occupata dagli Alleati e la popolazione di questa regione, troppo preoccupata a contrastare fame e miseria in cui viveva, era generalmente disinteressata alla politica.
Per la Puglia invece vorrei ricordare il drammatico eccidio di Barletta, avvenuto il 12 settembre 1943, giorno in cui i nazisti della Wehrmacht hanno massacrato civili e militari anti-fascisti.
Nell'Italia del nord invece, la Resistenza ha goduto presto dell'appoggio popolare, soprattutto in Piemonte, dove il rapporto con il territorio era fondamentale per i partigiani sia a Torino, sia nelle valli sia nei luoghi montani.
Questo aspetto emerge anche in Venti mesi di Renzo Segre.
3) LA PSICHE DEI NAZIFASCISTI:
Alla fine della guerra cosa sentivano e pensavano i nazifascisti? Erano diventati consapevoli dei loro crimini?
Il caso più celebre è rappresentato dal processo ad Eichmann, a Gerusalemme nel 1961, secondo Anna Arendt.
Eichmann era stato arrestato a Buenos Aires in Argentina nel 1960 e, al processo, condannato a morte per impiccagione.
Si tratta di azioni molto gravi, di fronte alle quali Eichmann si era difeso così: "Ho obbedito agli ordini", dal momento che si vedeva come un ingranaggio del sistema in cui era coinvolto.
La stessa Anna Arendt lo definisce una persona zelante nel perseguire l'ideologia nazista.
Gli esseri umani sono in grado di compiere azioni in conflitto con il rispetto per la dignità altrui?
Se si attengono agli ordini di una dittatura sì.
Questa è stata la dimostrazione dell'esperimento di Milgram : le persone obbediscono ad un'autorità anche se questa impone azioni in contrasto con i più elementari valori etici. Gli individui quindi obbediscono all'autorità contro la propria morale e possono delegare la responsabilità delle loro azioni.
Alcuni partecipanti all'esperimento di Milgram si trovavano nel ruolo di insegnanti che dovevano somministrare scosse elettriche ad altri nel ruolo di allievi, quando questi sbagliavano le risposte alle loro domande. Lo sperimentatore, l'unico a sapere che le scosse erano finte, diceva agli "insegnanti" di aumentare l'intensità delle scosse quando gli "allievi" protestavano.
Pochi anni prima, Solomon Asch, con un altro esperimento sul conformismo sociale, era arrivato alla conclusione che essere parte di un gruppo rende le persone influenzabili dal giudizio della maggioranza.
4) IL FASCISMO OGGI:
Nel XXI° secolo esiste ancora il fascismo?
- Purtroppo sì. Il fascismo politico non è mai morto: negli anni Settanta esistevano le Brigate Nere e il Movimento Sociale Italiano, ora invece ci sono due gruppi che fanno chiaramente riferimento a Mussolini e che praticano apologia di Fascismo. Si tratta di Forza Nuova, che peraltro è anche contro la NATO, e di Casa Pound, i cui membri sono molto violenti, anche nei confronti delle Forze dell'Ordine. Ciò che mi preoccupa è sicuramente il populismo di destra che fa leva su ignoranti, qualunquisti e cattivi. Alcune caratteristiche del populismo di destra ricordano il fascismo e, tra queste, la xenofobia, l'omofobia, il razzismo e forse anche il totale disinteresse per l'emancipazione economica delle donne. Temo che in Italia non siano stati valutati ponderatamente i danni del ventennio fascista.
- Sì. Alle elezioni politiche del 2022, Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni presentava come simbolo una fiamma tricolore. La leader, rifiutando l'istanza di Liliana Segre, che voleva venisse tolta, si è giustificata avvalendosi della continuità con i partiti di destra della storia dell'Italia Repubblicana. Fascista non è solo chi si mostra nostalgico della figura di Mussolini ma anche chi è nazionalista, contrario alla globalizzazione che, sebbene abbia limiti e difetti, come ad esempio l'accentuazione delle disuguaglianze tra Occidente e Africa e l'espansione delle aree urbane a sfavore di alcuni ambienti naturali, ha permesso di accedere ad una grande varietà di prodotti, ha diffuso nuove tecnologie e ha aumentato i flussi migratori. Risulta impossibile tornare indietro: un 'economia nazionalista è ora impraticabile, non possiamo fare affidamento solo alle risorse interne dell'Italia e uno Stato che ha partecipato al G20 non può fondare la propria forza economica solo su ristorazione e turismo.
Nessun commento:
Posta un commento