Vi presento tre poesie del Novecento relative al "tema stelle", legate a qualche conoscenza astronomica.
"Unisci le stelle. Conta le vene che ti restano".
(M. Maraldi)
Stella, mia unica stella,
Nella povertà della notte, sola,
Per me, solo, rifulgi,
Nella mia solitudine rifulgi.
Ma, per me, stella
Che mai non finirai d’illuminare,
Un tempo ti è concesso troppo breve,
Mi elargisci una luce
Che la disperazione in me
Non fa che acuire.
Vorrei segnalarvi due epifore:
"BIG BANG O ALTRO", E. MONTALE:
Mi pare strano che l’universo
sia nato da un’esplosione,
mi pare strano che si tratti invece
del formicolìo di una stagnazione.
Ancora più incredibile che sia uscito
dalla bacchetta magica
di un dio che abbia caratteri
spaventosamente antropomorfici.
Ma come si può pensare che tale macchinazione
sia posta a carico di chi sarà vincente,
ladro e assassino fin che si vuole ma
sempre innocente?
La terza strofa è significativa e interessante:
Ma come si può pensare che tale macchinazione
sia posta a carico di chi sarà vincente,
ladro e assassino fin che si vuole ma
sempre innocente?
Il cosmo è in rapporto con noi piccoli stupidi umani che aspiriamo al bene ma tendiamo al male, che abbiamo creato società classiste e ingiuste, che siamo causa di inquinamento e di un'urbanizzazione che rovina la natura. Ma d'altro canto tutti noi, nel corso degli eventi della vita, siamo anche degli innocenti, quando proviamo dolore nei momenti in cui la vita ci sorprende negativamente con un evento traumatico quando subiamo ingiustizie ed emarginazione, quando con il nostro egoismo facciamo del male a noi stessi.
"QUANDO, INTENTI AL DECLINO DELLE STELLE", T. LANDOLFI:
Nel primo verso il declino delle stelle consiste nel passaggio dalla notte all'alba.
Nel secondo verso già è menzionata la morte: contemplando il passaggio dalla notte all'alba prendiamo coscienza del fatto che siamo piccoli e non eterni proprio come le stelle in cielo? Anche le stelle muoiono, pur avendo una vita molto più lunga della nostra. Infatti la fase finale di una stella è condizionata dall'intensità della forza gravitazionale che agisce al suo interno.
Quando muoiono, le stelle più piccole divengono nane bianche, cioè, corpi caldi e densi. In questa fase il loro diametro è paragonabile a quello della Terra. Nella nana bianca la materia è in stato degenere, come nel plasma, perché gli elettroni sono separati dai nuclei. A poco a poco la nana bianca si raffredda fino a diventare un corpo denso e scuro non più visibile.
Le stelle più grandi invece, nella fase finale della loro vita, diventano supernovae a seguito del collasso del loro nucleo e aumentano la loro luminosità fino ad un miliardo di volte. Buona parte della materia della stella si espande nello spazio per migliaia di km/s.
Nei versi 3-4 si fa accenno ai progressi scientifici degli anni '60: agli sputnik sovietici e all'atterraggio sulla Luna.
La stella di Laura è stato il primo libro in assoluto che mi è stato regalato e anche il primo libro che ho letto.
Si tratta di una storia di amicizia ed altruismo che trasmette l'importanza di dimostrarsi sensibili e generosi ma al contempo di rispettare la libertà e l'identità altrui.
Per questo contenuto, rimastomi impresso fin dai sei anni, mi piacerebbe chiamare Laura una mia eventuale figlia.
Laura non riesce a dormire.
Ma, quando vede una stella cadere sul marciapiede accanto a casa sua, esce per raccoglierla e soccorrerla. La ripara con un cerotto applicato su una punta rotta.
Il racconto si conclude con l'aiuto che Laura dà alla stella per poter ritornare in cielo.
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