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2 settembre 2018

"Le avventure di Tom Sawyer", Mark Twain:


L'autore pensava di scrivere un romanzo destinato soprattutto ai ragazzi...
In realtà (e di questo vi accorgerete dopo aver letto questo post) sono raccontati degli eventi che insegnano molto anche agli adulti. Per questo ho amato un sacco sia la storia che il protagonista ragazzino!

TRAMA:

Il romanzo, ambientato nel pieno del XIX° secolo, in una città sulle rive del Missouri chiamata St. Petersburg, ha per protagonista il vivacissimo adolescente Thomas Sawyer, soprannominato Tom da zia Polly e dai compagni di classe.
Tom, orfano di madre, vive con la zia e con il fratellastro Sid in un villaggio circondato da boschi e prati.
Del padre l'autore non fa menzione: si limita a dire soltanto che aveva avuto un altro figlio, Sid per l'appunto, da un'altra donna. Il protagonista dunque si ritrova privo anche della figura paterna.
Sid è molto antipatico: perfettino, precisino ma... pettegolo e odioso!
Non perde mai occasione per denunciare a zia Polly tutte le marachelle di Tom.

La narrazione è già divertente nel corso dei primi capitoli, quando il lettore constata che Tom è assolutamente incapace di stare fermo; ma diviene decisamente più avvincente quando il protagonista, insieme al suo migliore amico Huck, assiste in piena notte e di nascosto ad un sanguinoso delitto commesso da un pericoloso pellerossa davanti ad una tomba del cimitero del villaggio.
Questo terribile fatto è motivo di grande shock per Tom, i cui successivi sogni notturni vengono tormentati da immagini cruente.
Oltre a ciò, viene sottoposto alle premurose cure di zia Polly a causa di pallore e febbri.
La sua salute si aggrava quando, poche settimane dopo, viene chiamato in tribunale dal giudice per testimoniare ciò che ha visto quella notte.
Tutto il villaggio infatti sa che, al momento del delitto, c'erano soltanto 4 persone fuori casa (5 con Huck, ma Huck viene sempre ignorato): Muff Potter, accusato dell'omicidio, il medico assassinato, Joe il Pellerossa, il vero assassino che diabolicamente riesce a far imprigionare Muff Potter; e il piccolo-grande Thomas Sawyer, testimone oculare nascosto dietro un olmo, che sarebbe invece dovuto essere a casa sotto le coperte.
Con la sua veritiera versione dei fatti, Tom riesce a far scarcerare l'innocente Muff Potter. Malgrado ciò, le sue risposte alle domande del giudice fanno fuggire come un lampo Joe il Pellerossa.
Tom, in seguito alla tensione e al terrore, si ammala di morbillo.
Il ragazzino teme infatti che Joe il Pellerossa, presente in tribunale al momento della sua testimonianza, si vendichi su di lui in modo violento.

Poi accade che, insieme all'amico Huck, Tom inizia a cercare un tesoro nascosto che potrebbe renderlo ricco.
E' un gioco che diviene presto realtà: un pomeriggio infatti, all'interno di un rifugio, Tom e Huck scoprono che Joe il Pellerossa, con l'aiuto di un altro uomo, sta nascondendo un baule pieno di monete.
Per poco l'indiano assassino non li scopre!

L'episodio più inquietante avviene quando, durante un'uscita tra ragazzi, Tom e Becky, la ragazza che gli piace molto, si smarriscono all'interno di una grotta ampia e spaziosa. L'autore descrive così bene questo ambiente che sembra quasi di esserci con i due ragazzini!

"Continuarono (Tom e Becky) a voltare a destra e a sinistra, sempre più in giù nelle segrete profondità della grotta, tracciarono un altro segno e proseguirono in cerca di novità da riferire al mondo esterno. A un certo punto trovarono una caverna spaziosa dalla cui volta pendeva una moltitudine di stalattiti splendenti, lunghe e grosse quanto la gamba di un uomo; ne fecero il giro completo, meravigliandosi e ammirando, poi uscirono seguendo uno dei numerosi passaggi che terminavano in essa. Il passaggio li portò ben presto davanti a una sorgente incantevole, il cui bacino era incrostato da lucenti cristalli simili ai ricami della brina; si trovava nel bel mezzo di una caverna le cui pareti erano sostenute da molti fantastici pilastri, formati dal congiungimento di grandi stalattiti e stalagmiti, il risultato di millenni di gocce d'acqua."

I due ragazzi però si inoltrano troppo all'interno della grotta, per cui, a un certo punto, si rendono conto di non riuscire più a trovare la via d'uscita...
Mentre, dopo due giorni di fame e di angoscia, Tom e Becky si incamminano verso un'uscita, il protagonista individua con orrore l'ombra dell'indiano Joe dietro ad una roccia ad appena venti metri di distanza da lui.

Il finale farebbe esultare di gioia chiunque: Joe il Pellerossa viene ritrovato nella grotta morto di fame, alcuni giorni dopo l'inquietante avventura di Tom che ho riassunto sopra.
Successivamente, Tom e Huck ritornano nella grotta: sono infatti convinti che l'indiano abbia nascosto il tesoro pieno di monete all'interno del terreno di quell'ambiente oscuro.
Ed è proprio lì che lo ritrovano, scavando con zappe e badili.
Da ottimi amici quali sono, si dividono a metà il bottino e vanno entrambi incontro a un futuro di amore, di gioia e di agi: Huck, prima emarginato e disprezzato da tutti gli abitanti del villaggio in quanto figlio di gente poco raccomandabile, viene avviato agli studi e ad una carriera di affari.
Anche Tom, a causa di quel prezioso tesoro, diviene all'improvviso il ragazzo più coccolato e più lodato: già gli si prospettano degli studi in una delle più prestigiose facoltà di Legge degli States e, oltre a ciò, il giudice Thatcher, padre di Becky, gli promette in sposa sua figlia.

Dicevo poco prima: il finale farebbe esultare di gioia chiunque. Tutti tranne me, infatti.
Volevo soltanto che Joe il Pellerossa stesse per un bel po' di tempo tra le sbarre di un carcere e volevo anche la sua decapitazione come condanna.
Lo so che sembro incredibilmente impietosa ma, se penso a tutto quello che ha fatto passare al mio Tom, beh, allora dentro di me dico: "Meritava di essere condannato, non soltanto per l'omicidio di un uomo ma anche perché, con la sua cattiveria e la sua pericolosità, ha fatto soffrire troppo di paura un ragazzo!"

THOMAS SAWYER:

L'INDOLE DI TOM:

Tom è un ragazzino irrequieto: non è mai a casa, non apre mai un libro per studiare, non ascolta mai i consigli degli adulti, si ficca spesso nei guai.
Eppure, più ne combinava, più io l'adoravo! Più di una volta ho riso durante la lettura.

C'è da precisare che, nell'America puritana, i ragazzini erano oppressi dalla scuola: vi andavano sia nei giorni feriali sia la domenica mattina. Però, nel giorno festivo, ovvero la domenica mattina, c'era la scuola domenicale, dove si dovevano imparare a memoria delle parti della Bibbia.
Allora, è grave e ridicolo che un ragazzino abbastanza grandicello risponda "Davide e Golia!" alla domanda: "Chi furono i primi due discepoli chiamati da Gesù?", ma è ancora più grave e, a mio avviso tristissimo, il fatto che Tom, insieme ad altri due ragazzini (Huck e Joe), decida di rifugiarsi su un'isoletta del Missouri per poter fare il pirata fuorilegge, perché non si sente amato e apprezzato da nessuno.
Gli adulti dell'epoca erano molto scarsi in pedagogia: credevano infatti che i migliori modi di educare e di correggere i ragazzi fossero le bacchettate e le frustate, non il dialogo costruttivo, che poi, lo so per esperienza personale, dialogare con degli adolescenti è una delle cose più belle che si possano fare!
E' tristissimo il fatto che un adolescente non si senta amato e compreso, proprio in un'età in cui questo sarebbe di importanza fondamentale.
Durante un'intensa fase di crescita bisogna essere sicuri di poter confidare in qualche adulto "alleato" che sappia essere una guida e un punto di riferimento.
Non si può dire che, all'interno di questo libro, i grandi non provino nessuna benevolenza verso i bambini e gli adolescenti: quando Tom e Joe scompaiono tutto il villaggio è in grande lutto, tutti ricordano, con un sorrisetto tra le lacrime, con tenerezza e con simpatia, le scappatelle dei due ragazzini.
E intanto, più passano i giorni in cui i sommozzatori cerano invano i cadaveri dei tre ragazzini nel Missouri, più Tom è contento, perché pensa: "Finalmente si stanno preoccupando per me! Allora si disperano e pensano al peggio se non mi vedono più!"
Ho riso durante la lettura di questi capitoli che alternano la narrazione dei giochi dei tre ragazzi sull'isola ai pianti dei loro familiari.
Ma era un riso abbastanza amaro perché ripeto, è bruttissimo non sentirsi amati da nessuno quando si è così giovani.
Nascondersi per tristezza e per rabbia su un'isoletta disabitata e non uscire allo scoperto per smentire la notizia della propria morte è abbastanza crudele nei confronti dei grandi, ma, nel caso di Tom, significa anche voler dare un messaggio del genere: "Mi date un po' d'amore?".

E qui troviamo un monito che lo scrittore vuole dare ai lettori, soprattutto adulti: "I ragazzi vanno trattati bene! Per migliorarli, sono molto meglio la delicatezza e i guanti di velluto che non le violenze fisiche e il "pugno d'acciaio"!"

Ad un tratto, a Tom viene una brillante idea: convince i due amici a ritornare nel villaggio durante la cerimonia dei loro funerali.

"Il pastore rievocò molti episodi commoventi, inoltre, della vita dei dipartiti, che dimostravano la loro indole buona e generosa, e i fedeli poterono rendersi facilmente conto, adesso, di quanto erano stati nobili e splendidi quegli episodi e ricordare, non senza strazio, come, sul momento, fossero sembrati invece delle vere birbonate, tali da meritare la frusta. L'intera congregazione si commosse sempre e sempre più, man mano che il patetico racconto continuava, finché in ultimo, tutti cedettero al dolore e si unirono ai parenti orbati con un coro di strazianti singhiozzi, mentre il predicatore stesso, sopraffatto dai sentimenti, piangeva sul pulpito.
Vi fu, nel vestibolo, uno scalpiccio del quale nessuno si accorse; un momento dopo, la porta della chiesa cigolò; il pastore alzò gli occhi pieni di lacrime dietro il fazzoletto e trasecolò, rimanendo come paralizzato!
Dapprima un paio d'occhi, poi un altro, seguirono la direzione dello sguardo del celebrante, e poi, quasi assecondando un unico impulso, tutti i fedeli balzarono in piedi e guardarono con gli occhi sbarrati mentre i tre ragazzi defunti venivano avanti lungo il passaggio centrale, Tom per primo, seguito da Joe e da Huck: quest'ultimo, uno sfacelo di stracci penzolanti, facendosi piccolo dietro gli altri due. Erano rimasti nascosti fino ad allora nella deserta galleria del coro, ascoltando il loro stesso sermone funebre!"

Troppo forti: assistono ai loro funerali da vivi!!

Tom Sawyer è, a mio parere, dotato di una grande qualità: non è in grado di pensare soltanto a se stesso!
Quando infatti, in qualità di "redivivo", viene abbracciato da Zia Polly e ben accolto dal resto della comunità, dice: "Zia Polly, non è giusto! Qualcuno deve essere contento di rivedere Huck".
Huck è praticamente un senza famiglia: il padre è perennemente ubriaco e della madre l'autore non dà alcuna notizia.
Huck non va a scuola, non è istruito, dorme all'aperto, mangia quello che gli capita di trovare o quello che raccoglie nei boschi o nel fiume durante una pesca. Vive in mezzo alla Natura, in balia della Natura, senza essere considerato da nessuno.

Zia Polly è figlia della società statunitense del suo tempo: picchia il nipote ma lo ama. E, ogni volta che lo castiga, la signora si sente malissimo.
Dal canto suo però, anche Tom sta molto male: una strigliata lo ferisce anche più di una frustata.
Strano a dirsi, ma sono soprattutto i rimproveri dai toni molto duri che lo fanno piangere, non le punizioni corporali di un severissimo maestro incapace di interessare gli allievi allo studio.
Le giornate di scuola di Tom sono spesso caratterizzate da lunghe ore di insensato e noioso studio individuale.
Anche mia nonna, che non ha nemmeno finito le elementari poverina, sarebbe perfettamente in grado di fare la maestra in quel modo, sedendosi sulla sedia dietro la cattedra per farsi i cavolacci suoi!!
I ragazzi dovrebbero studiare cose che il maestro non spiega, anzi, si arrabbia e prende a frustate un ragazzino giustamente demotivato che gioca con un bastoncino e con una zecca sulla propria lavagnetta! ... Invece di domandarsi il motivo per cui non sta attento e invece di lavorare sul serio come insegnante!
A partire dall'autunno 2020 mi pagheranno per spiegare; e non soltanto l'analisi logica, l'ablativo assoluto, la perifrastica passiva e il Canzoniere di Petrarca! Mi pagheranno anche per la mia capacità di relazione con gli alunni e per la mia abilità ad interessarli di attualità oltre che di cultura!

Non voglio trascurare un particolare: Tom è dolcissimo!
Riconoscente verso Muff Potter, che più di una volta gli ha aggiustato l'aquilone, durante il periodo di prigionia di quest'ultimo, ogni giorno gli porta di nascosto qualcosa da mangiare e gli fa visita al di là delle sbarre della buia prigione.

 IL NOME DI THOMAS SAWYER A MIO AVVISO NON E' CASUALE!!!!

La mia simpatia verso questo ragazzino è evidente...
Per cui, prima di chiudere il post, vorrei chiarire dei significati precisi a proposito del nome completo del protagonista.

Parto dal cognome. In "Sawyer", notate che c'è il passato di "see" (=vedere)?
Il passato è proprio "saw": "vide, vedeva, ha visto".
Ecco, io ho pensato al fatto che Twain non abbia creato questo cognome a caso.
"Saw" in inglese corrisponde al perfetto greco οἶδα (oida), che ugualmente si traduce con "ho visto".

HO VISTO, quindi per questo IO SO.

Tom Sawyer ha visto la scena del delitto, ne è rimasto impressionato, ma, proprio perché lo ha visto, SA come sono andate esattamente le cose. Sa che è stato Joe il Pellerossa a piantare una coltellata al petto del medico e sa che Muff Potter, in quel preciso istante, era svenuto a causa di un colpo in testa infertogli dal giovane medico durante un litigio.
"Sawyer", quindi come a dire: testimone. Testimone di giustizia e di verità!

Anche il nome Thomas meriterebbe un'accurata ricerca, ma non da tesina etimologica, proprio da tesi di dottorato in linguistica, secondo me!
E' un nome che custodisce delle belle curiosità!!
Precisiamo innanzitutto che, proprio come il mio nome, nemmeno questo è un nome indoeuropeo.
Il mio nome deriva dall'ebraico, Thomas invece è aramaico, la lingua parlata da Gesù e dai suoi apostoli.
Non so bene come sia giunto in Europa un nome del genere, ma il punto è che è divenuto la variante multilingue dell'italiano "Tommaso"
Sì però in aramaico è "Toam", la "h" e la "s" sono state aggiunte dagli ecclesiastici europei molti secoli dopo, in epoca medievale, per "latinizzare" il nome.
Il significato? "Gemello".

Ma Tom Sawyer non ha gemelli.
Però ha più di un'anima gemella.
Twain, ad un certo punto del libro, dice che Joe Harper e Tom Sawyer sono più di due amici, sono due anime gemelle, perché talvolta capita che pensino alla stessa cosa nello stesso momento oppure che prendano una decisione alla quale entrambi hanno pensato.

E poi, io aggiungerei che anche con Huck c'è un'intesa perfetta, da anime gemelle simili, che tuttavia prendono l'uno qualcosa dell'altro: con Huck, Tom ha in comune la vivacità e l'irrequietezza.
Huck però è analfabeta, Tom gli insegna come tracciare le iniziali del suo nome.
Da Huck, Tom prende l'abitudine di uscire di notte e di dormire all'aperto.
Da Tom, Huck acquisisce la voglia di imbattersi in avventure strane e... parecchio pericolose!

Con Becky è diverso, ma anche Becky è un'anima gemella in un certo senso. I due ragazzi insieme si completano: l'una timidissima, l'altro molto spavaldo e spontaneo nei sentimenti. Lei con la lacrima a portata di palpebra, lui molto forte e molto rassicurante, anche nelle situazioni più sconfortanti, come l'episodio della caverna. Becky scolara modello, Tom il peggiore della classe, per rendimento e per comportamento. L'una molto introversa e riservata, l'altro molto "caloroso" e affettuoso.
Eppure, entrambi attratti l'uno dall'altra ed entrambi con alcuni lati caratteriali comuni: l'orgoglio, la sensibilità, la voglia di sognare.

Tom Sawyer in un certo senso è alla ricerca di "anime gemelle" e le trova e se le coltiva. Cresce con loro.

"Gemello" significa "nato nello stesso giorno e nello stesso anno di un altro individuo"; "anima gemella" significa non "essere esattamente uguale all'altro", come credevo io qualche tempo fa.
Significa "intesa, armonia, complementarietà".
Forse Twain conosceva un po' di significati di nomi propri e quindi forse ha messo al ragazzino il nome "Thomas" per uno scopo ben preciso: mettere in evidenza anche il fatto che egli non è solo al mondo, ma che può trarre delle soddisfazioni almeno nelle relazioni con ragazzi vicini alla sua età!

Oppure ha scelto questo nome per il protagonista semplicemente perché gli piaceva, senza farsi tutti gli intricati ragionamenti che sto facendo io!



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