Non riesco più ad essere regolare con i post. Sono troppo presa dal mio lavoro che amo (la mattina ci vado cantando a dire il vero).
Pensate che ieri notte ho dormito soltanto mezz'ora e, in quel breve arco di tempo, ho sognato che ero ancora più alta, ero armata di due mega-scudi: con uno proteggevo i miei alunni di seconda, con l'altro le due quarte. Difendevo i bambini da mostri che ci circondavano ma un fantasma orribile e spaventoso mi ha portato via quasi subito la seconda elementare. E continuavo a difendere le due quarte: colpivo fantasmi, streghe e mostri con tutto quel che trovavo ma non riuscivo ad ucciderli.
(Incredibile a dirsi, ma dalla seconda inizio a raccogliere qualcosa di positivo ora. Sono intelligenti. Ma devono maturare molto.)
Devo essere soggetta in questo periodo al "complesso di Atlante". Per questo inizio il post citando i versi 347-351 di questa tragedia nella mia traduzione. Atlante era il titano fratello di Prometeo:
Il destino di mio fratello Atlante, che è collocato nella regione occidentale mentre sostiene sulle spalle la colonna tra il cielo e la terra, peso difficile da sopportare, è per me motivo di angoscia.
PROMETEO INCATENATO:
Si tratta di una dramma ad atto unico.
LUOGO: Una rupe desolata, ghiacciata, ai confini del mondo. Siamo nella regione della Scizia.
TRAMA: Dopo aver rubato il fuoco agli dei e dopo averlo donato agli uomini, Prometeo viene punito da Zeus e quindi all'inizio del dramma Efesto, Dominio e Terrore lo incatenano ad una rupe. Con il fuoco, Prometeo ha dato agli uomini anche il pensiero, la coscienza e la memoria. Nel corso del dramma prometeo incontra: le Oceanine, figlie di Oceano, IO, una delle molti amanti di Zeus ed Ermes, messaggero dell'Olimpo.
Zeus predice ad Io che un nuovo re degli dei, Eracle (Ercole in latino), riuscirà a liberare Prometeo dalla punizione di Zeus. I miti narrano infatti che Zeus libera il titano scagliando una freccia all'aquila che gli divora il fegato.
Nell'ultima parte del dramma, Zeus invia Ermes per estorcere le profezie che Io ha riferito a Prometeo che viene scagliato in un burrone senza fondo dal momento che non le rivela.
PRIMA RAPPRESENTAZIONE DELLA TRAGEDIA: 460 a.C. C'è inoltre l'ipotesi che il Prometeo incatenato avesse fatto parte di una trilogia che prevedeva altre due tragedie di Eschilo delle quali ci restano pochi frammenti: Prometeo portatore di fuoco e Prometeo liberato.
TRADUZIONI (MIE) DAL GRECO DI ALCUNE PARTI DEL DRAMMA:
vv.1-11:
DOMINIO: Siamo giunti al remoto territorio del mondo, al paese di Scizia, a un deserto senza uomini. Efesto, è necessario accingersi ad eseguire gli ordini che tuo padre ti raccomandava: legare presso le rocce scoscese colui che è capace di tutto, tra blocchi indistruttibili di catene d'acciaio. Infatti (Prometeo) sottrasse con il furto il germoglio (di Zeus), bagliore di fuoco utile ai mortali. Di tale peccato bisogna che egli renda giustizia agli dei, affinché impari a rispettare la signoria di Zeus, mettendo fine alla predisposizione di amare troppo gli uomini.
χθών, χθονός= Terra. Si tratta di un vocabolo presente soprattutto nella letteratura greca in versi, quindi, nelle liriche, nell'epica e nella tragedia.
ἄβροτος = Significa "immortale". C'è l'ἄ privativo, dal momento che βροτός significa "mortale".
Ma c'è un altro vocabolo che si riferisce alla sfera della mortalità: si tratta di θνητόι, "mortali", legato a θνῄσκω, che è "morire".
ἐρημία qui sta per "luogo solitario". η ἐρῆμος è il deserto solitario, mentre ἐρημόω è il vero per "rendere deserto, spopolare". Da questi vocaboli antichissimi derivano le parole italiane "eremo" ed "eremita".
vv. 18-27:
EFESTO: O presuntuoso figlio di Temi dai buoni pensieri, contro la tua e la mia voglia ti inchioderò con ceppi indissolubili a questa roccia, affinché tu non oda né voce né tu veda alcuna forma umana, arrostito dalla fiamma del sole di Febo, soffrirai lo sfiorire della pelle, per te motivo di gioia sarà la notte dal manto variopinto che cela la luce e di nuovo il sole disperderà la brina dell'aurora. Sempre il peso del male presente ti consumerà, infatti chi ti libererà non è ancora nato.
ὄψις= vista. Da qui derivano "ottica" e "oculista".
χροιά= pelle, corpo. Come δέρμα.
vv.107-108:
PROMETEO: Infatti dopo aver donato un privilegio ai mortali che ne avevano bisogno sono vincolato, da infelice, a questo supplizio.
Secondo la Teogonia di Esiodo, Prometeo aveva nascosto il fuoco rubato in un nartece, una canna adeguata a conservare le fiamme.
LE DIVINITA' "DIVISE":
Di fronte al destino di Prometeo le divinità e gli esseri soprannaturali che compaiono in questa tragedia sembrano divisi nei loro stati d'animo e nelle loro opinioni: troviamo infatti alcuni "compassionevoli", come Efesto, Io, Oceano e le figlie.
E poi troviamo "i giudicanti": Dominio, Terrore ed Ermes.
Vi porto qualche esempio:
ERMES (v.66): Ah, Prometeo, io piango su questo tuo tormento.
ERMES A POTERE (v.72): E' necessario che io esegua questo, i tuoi ordini risultano infatti troppo superflui.
LE OCEANINE (vv.127-131): Non temere: infatti questa schiera, che a gara le ali veloci ha posato su questa rupe, ti è amica convincendo anche l'animo paterno.
ERMES CHE RIMPROVERA PROMETEO (v.944-946): Ehi, sapientone, oltremodo intestardito con la disobbedienza, peccatore verso gli dei visto che hai dato gli onori a chi dura un sol giorno, dico a te, ladro di fuoco!
a chi dura un sol giorno= Gli esseri umani soggetti a caducità e morte.
PROMETEO, TITANO AMICO DEL PROGRESSO:
Si dice che il Prometeo di Eschilo è simbolo tutt'oggi della lotta e della resistenza alla dittatura e al potere dispotico.
Prometeo è audace, determinato e... astuto.
Secondo l'etimologia greca il nome Prometeo significa: colui che pensa prima di agire".
Ultima osservazione, o meglio, ultimo spunto di riflessione mio: mi sembra che questo dramma di Eschilo ci inviti a porci la domanda cosa siamo noi quando siamo soli di fronte ad un'enorme sofferenza? Cosa siamo noi da soli di fronte alla vita?
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