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27 maggio 2023

"Le sorelle Lacroix": una famiglia fondata sull'odio

Si tratta di un romanzo di Simenon dai contenuti terrificanti. Tuttavia lo stile invita qualsiasi lettore a divorare questo libro! 

D'altra parte, la famiglia della quale si narrano le dinamiche, tiene molti scheletri nell'armadio. Indubbiamente si tratta di un'opera inclusa nel genere del noir.

1.ALBERI GENEALOGICI "SMENTITI" GIA' A META' ROMANZO:

Siamo a Bayeux nel pieno dell'Ottocento e questo lo si desume dal fatto che si parla di lampade ad olio per illuminare gli interni di notte. L'elettricità arriva negli anni ottanta del XIX° secolo.

Il primo capitolo inizia con Geneviève, la più giovane della famiglia, che prega in chiesa. E sentite che preghiere le vengono alla mente di fronte alla statua della Madonna:

"Fa' che sia io a morire per prima! O che moriamo tutti insieme, mia madre, mio padre, Jacques..."

"Santa e bella Madonnina! Fa' che la situazione a casa cambi... fa' che zia Poldine e mamma la smettano di odiare tanto papà e di odiarsi a vicenda...fa' che papà e mio fratello Jacques riescano ad andare d'accordo..."

Dopo queste felici e spensierate preghiere, Viève esce e torna a casa. Ma, durante la cena, la ragazza ha un collasso e sviene. Da quel momento diviene "l'inferma di casa": non si alza più dal letto e quel che desidera è soltanto andarsene per sempre.

Da quanti membri è formata la famiglia Lacroix?

Ci sono due sorelle: Mathilde, sposata con Emmanuel e madre di Viève e di Jacques; e Poldine, madre dell'irruente Sophie. Inizialmente Simenon rivela che Poldine, poco meno di 20 anni prima, era stata sposata con Roland Desborniaux, uomo di salute cagionevole che, poco dopo il matrimonio, è dovuto trasferirsi in un sanatorio svizzero per potersi curare e da lì non era più ritornato.

Ai lettori risulta spontaneo credere che Sophie sia figlia di Roland. Tra l'altro, fino ai primi cinque capitoli, il lettore crede che soltanto Jacques e Viève siano figli di Emmanuel...

Ma date un'occhiata all'albero genealogico che ho schematizzato mentre leggevo il romanzo:


Poco prima che Geneviève nascesse, Emmanuel aveva avuto una relazione extra coniugale con la cognata. Lo scabroso e infelice triangolo tra Emmanuel e le due sorelle è divenuto un pretesto d'odio e un'arma di ricatto nella quotidianità.

Osservate bene la riformulazione dell'albero genealogico; quello che prevede la linea tratteggiata tra Emmanuel e Poldine... 

Quel trattino ci rivela che:
  • Sophie è la sorellastra di Viève e di Jacques, non la cugina.
  • Emmanuel Vernes in realtà ha tre figli e non due.
  • Desborniaux è davvero andato in un sanatorio? O sapeva della relazione quasi incestuosa tra Poldine ed Emmanuel?
  • Quando Mathilde era in attesa di Geneviève, Emmanuel aveva Poldine per amante.
2) TENTATIVO DI AVVELENAMENTO:

Un pomeriggio Poldine si reca a Le Havre da un farmacista per fargli analizzare il contenuto della zuppa servita la sera prima a cena. 

Eccovi il dialogo tra zia Poldine e il farmacista:

"Immagino che se mi ha chiesto di analizzare questa zuppa è perché ha dei sospetti..." (...)

Poldine lo rimise tranquillamente in riga: "ha i risultati dell'analisi?"

"Be', per l'appunto, ho rilevato tracce di arsenico... Ma non mi fraintenda, non mi faccia dire cose che non ho detto... Sono soltanto tracce... E' chiaro? Tracce."

"Quanto basta per avvelenare qualcuno?" chiese lei senza scomporsi.

"Assolutamente no! La quantità è troppo scarsa! Anzi, credo addirittura che, se qualcuno avesse mangiato questa zuppa, non avrebbe avuto alcun fastidio. Forse solo un leggero malessere... Ma non è detto!... Però ,naturalmente, alla lunga..."

"Vuole dire che a forza di mangiare zuppa avvelenata..."

"Una cosa del genere è successa una decina d'anni fa a Falaise, dove una donna ci ha messo più di sei mesi per uccidere il marito..."

Chi ha tentato di avvelenare Poldine? 

Tra l'altro, la cucina in casa Lacroix risulta molto originale: la zuppa è servita tutte le sere!

3) CLIMA MOLTO PESANTE IN FAMIGLIA:

Mathilde non rivolge più la parola al marito da quando ha colto in flagrante Emmanuel e Poldine.

Oltre a ciò, Poldine e Mathilde si spiano a vicenda, più volte al giorno.

Ogni gesto dell'una diviene sospetto e malsana curiosità agli occhi dell'altra.

Alla fine si risolse (Mathilde): aprì la porta. E Poldine, che era di spalle, in piedi davanti al camino, ruotò su se stessa, colta talmente alla sprovvista da lasciar cadere un oggetto di vetro che andò a frantumarsi sul pavimento. 

"Che vuoi?" esclamò.

"Scusami...ero venuta per dirti..." Ma anche lei era rimasta sorpresa quanto sua sorella e non riuscì a continuare. POldine si era chinata. Mathilde fece per chinarsi a sua volta a raccogliere le schegge di vetro.

"Vattene!"

"Non lo sapevo, te lo giuro".

(...)

Aveva avuto il tempo, quando la sorella si era girata, di riconoscere l'oggetto che teneva in mano: era una provetta (...). La provetta non era vuota. Mathilde era sicura che il liquido contenuto all'interno fosse trasparente, con una leggera sfumatura giallina. (...)

"Che stavi facendo?"

Poldine, non riuscendo più a contenere la rabbia, esplose: "E tu, che sei venuta a fare qui? Che altro volevi spiare?"

"Poldine, ti assicuro che... non sapevo nemmeno..."

"Cos'è che non sapevi?"

Mathilde indietreggiò. Non si era preparata ad affrontare una situazione simile e, quando fu sulla soglia, Poldine sbattè la porta con violenza e diede un giro di chiave.

Cosa ci faceva Poldine con quella fiala? Tentava di avvelenare qualcuno?

4) CARATTERIZZAZIONE DELLE TRE PRINCIPALI FIGURE ADULTE:

Sarò breve, dedicherò poche frasi a ciascuno di loro giusto per darvi l'idea delle loro distorte personalità.

Poldine è la leader negativa della famiglia. E' la più autoritaria, spia soprattutto i nipoti e la sorella e, quando può, rivolge frecciatine a doppio senso ad Emmanuel. Vuole tenere tutto sotto controllo, ha il cuore di pietra, è totalmente incapace di umanità. E non ama nessuno. Ma è Poldine che gestisce gli affari economici di famiglia.

Emmanuel Vernes è una figura molto silenziosa e, quel che è ancora peggio, molto insulsa. Non ha alcun legame affettivo né con la moglie né con i figli: risulta un padre insignificante ed emotivamente assente. Trascorre le sue giornate nell'atelier a dipingere sempre lo stesso soggetto: 153 quadri che raffigurano i tetti delle case vicine alla sua. Lo fa, da quel che si intuisce, alla maniera di Monet, sfruttando più momenti della stessa giornata per catturare i contrasti luce-ombra.

Mathilde è incredibilmente infelice e sottomessa alla sorella. E' una donna spenta, anaffettiva. Nemmeno lei ama i figli. Non versa nemmeno una lacrima quando Geneviève muore, né parole di dispiacere o di sentimento di mancanza. Anzi, si potrebbe dire che si incattivisce e cerca ogni minimo pretesto per discutere e litigare con Poldine.

5) LA "RIPICCA" DI GENEVIEVE:

In casa Lacroix ogni gesto ha il sapore di vendetta: persino la morte di Geneviève prima dell'inizio dell'estate.

Eccovi un dialogo tra Viève e il dottore:

"Perchè si ostina a non camminare?" Aveva pronunciato quelle parole d'un fiato, con uno sguardo feroce, e Geneviève aveva sorriso dietro ai capelli.

"Risponda!"

"Non mi ostino".

"Va bene: quando ha deciso di non camminare più?"

(...)

"Se scoppiasse un incendio in casa camminerebbe?"

"Non lo so... Non credo che scoppierà un incendio prima del 25 maggio."

"Perché il 25 maggio?"

"Perché il 25 maggio me ne andrò..."

"Dove?"

"Per sempre!" ammise lei guardando il soffitto.

In effetti Geneviève muore proprio nella notte tra il 24 e il 25 maggio, nel giorno del suo diciottesimo compleanno.

Interessante è il fatto che, durante quel colloquio con il medico, Geneviève ricorda che Odile, sorella di Marthe, un'amica di infanzia, era morta a 18 anni e nel giorno del suo compleanno.

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Concludo il post affermando che nessuno dei personaggi è del tutto positivo o comunque "sano di mente": se i tre adulti descritti brevemente nel precedente paragrafo sono figure negative, Jacques, dopo aver sedotto Blanche, figlia di un notaio dal quale lavora come praticante, si trasferisce al piano terra di casa Lacroix e decide di non intraprendere nessuna professione giuridica o notarile: semplicemente si fa mantenere dalla madre e dalla zia, proprio come Emmanuel!

E Geneviève... da alcuni critici è considerata la martire della famiglia, in realtà io, da ragazza adulta del XXI° secolo, la considero una "Madonnina vittimista". Oltre a ciò, non mi sono mai piaciuti troppo i personaggi che hanno "il pallino della preveggenza o della predizione".

Certo, Simone, il ragazzino di Golding nel Signore delle Mosche ha doti spirituali e di preveggenza... Ma Geneviève per i miei gusti è troppo santa e troppo fanatica di preghiera!


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