"Continua a prenderti cura della libreria Morisaki. Quel posto è la prova tangibile che noi due insieme siamo esistiti. So bene quanto lo ami, ma stai certo che a me non è meno cara. Mi sarebbe piaciuto poterti vedere ancora un po' dietro quel bancone. Perché da nessun'altra parte ti ho visto brillare come nella tua libreria."
Eccovelo, il seguito dei Miei giorni alla libreria Morisaki, introdotto da una citazione tratta dal capitolo più toccante del romanzo!
Anche Una sera tra amici a Jinbocho è un romanzo pieno di citazioni letterarie.
A) CONTENUTI ROMANZO:
Lo zio Satoru continua, con la moglie Momoko, ad occuparsi della libreria Morisaki e, di tanto in tanto, quando è libera dagli impegni lavorativi, Takako si unisce a loro per alcuni turni da libraia. D'altronde, il suo impiego in una ditta grafica è un incarico part-time che consiste in un orario lavorativo prevalentemente mattutino.
Trovo che Yagisawa sia stato precisissimo e abilissimo nell'instaurare un raccordo tra il primo e il secondo romanzo: in questo seguito infatti richiama molto bene e molto chiaramente alla memoria dei lettori la situazione di Takako tre anni prima. Oltre a ciò, ci fa vedere l'evoluzione psicologica della sua protagonista femminile e la sua capacità di recepire significative lezioni di vita:
La mia prima visita alla libreria risaliva a tre anni prima. All'epoca mio zio mi offrì ospitalità nell'appartamento al primo piano della libreria, dicendomi che sarei potuta restare finché lo desideravo. Ricordo ancora alla perfezione la mia vita alla libreria. In quel periodo mi ero lasciata andare per motivi- lo capisco solo adesso- assolutamente insignificanti. All'inizio scaricavo tutta la mia frustrazione sullo zio e me ne stavo rintanata in camera a piangere come un'eroina tragica. Lo zio si armò di pazienza e riuscì a starmi vicino, rivolgendomi parole gentili ogni volta che ci vedevamo. E mi ha fatto capire che la lettura può essere un'esperienza sconvolgente, e che nella vita una delle cose più importanti è affrontare i propri sentimenti.
A Jinbocho, Takako si è rifatta infatti una vita sociale: oltre al fidanzato Akita Wada, la ragazza mantiene i rapporti con Tomo, la migliore amica, e con Takano, "l'eterno spasimante" di quest'ultima.
Come segno di gratitudine, Takako decide di regalare agli zii un viaggio verso una località termale: sarà lei, in quei tre giorni di assenza degli zii, ad occuparsi della libreria, essendo riuscita a far coincidere quei trenta giorni con le sue ferie dalla ditta grafica.
Ma... in questo secondo romanzo di Yagisawa va tutto così a gonfie vele? Non direi: al ritorno dal soggiorno nella località termale, lo zio Satoru sembra buio e pensieroso.
Nel frattempo, Takako scopre che Akita, una sera, è uscito con quella che era la sua ex fidanzata. Ma perché?
Che cosa nascondono queste due figure maschili? Akita è davvero l'uomo giusto per Takako?
B) LA LETTURA CHE COINVOLGE:
Anche questo secondo romanzo vede l'importanza della lettura come uno dei temi centrali.
Takako e lo zio Satoru si confrontano molto su autori e temi letterari.
Zio e nipote hanno instaurato un ottimo rapporto. O meglio, lo avevano quando lei era bambina. Poi si sono persi per anni e si sono ritrovati. Anche in Una sera tra amici a Jinbocho ritornano i ricordi più felici dell'infanzia di Takako:
Proprio io che a scuola ero sempre remissiva, quando stavo con lo zio Satoru mi sentivo forte, e quasi non mi riconoscevo. Ripensandoci, quei momenti con lo zio avevano il calore della luce che filtra attraverso le foglie.
Riporto ora alcune frasi che fanno parte di una conversazione tra zio e nipote sul senso della letteratura:
(zio Satoru) "E' vero, hanno dato forma ai loro pensieri e ce li hanno lasciati in eredità: non trovi che sia fantastico? E non mi riferisco solo agli scrittori, ma agli artisti in generale. E' grazie a loro se possiamo imparare così tanto dalla generazioni che ci hanno preceduto".
C'è un libro di poesie che emoziona particolarmente Takako. Si tratta del Ritratto di Chieko, opera del poeta Takamura Kotaro e parte dei programmi scolastici delle scuole superiori del Giappone. Un pochino quindi, la nostra protagonista lo conosce già ma, da adulta, legge questo libro di poesie integralmente e si emoziona. Chieko è la donna che Kotaro ha amato e con la quale ha condiviso buona parte della propria vita:
Ma quando lo avevo riletto dall'inizio ero rimasta profondamente colpita dalla sua intensità. Il loro primo incontro, il matrimonio, il progredire della malattia, la morte... E poi la vita quotidiana insieme a Chieko, la gioia del loro amore, l'ansia, la tristezza, il dolore: tutte queste emozioni, divenute parole, si univano a formare poesie in grado di emanare una luce abbagliante.
C) TOMO:
In questo secondo romanzo si approfondisce maggiormente la figura di Tomo e il suo drammatico vissuto familiare.
Se nei Miei giorni alla libreria Morisaki Tomo era una brillantissima studentessa universitaria nel pieno degli studi, ora è divenuta una dottoranda.
Tomo è una lettrice ancor più accanita di Takako e ancora più introversa di lei. E ancora più malinconica perché non ha mai superato il lutto per la morte di sua sorella maggiore, morta non molti anni prima che Tomo e Takako si conoscessero. E, oltre al lutto, ha un forte senso di colpa perché il ragazzo che era fidanzato con la sorella piaceva molto anche a lei.
Tomo chiede a Takako e a Takano di cercare, durante l'evento della "fiera del libro" a Jinbocho, un libro che si intitola Un sogno dorato.
Ma i due giovani, pur mettendoci il massimo del loro impegno, non lo trovano.
Takako allora organizza una festa di compleanno per l'amica Tomo e, proprio durante quella cena, quest'ultima rivela ai due amici che ha i motivi per cui cerca quel romanzo introvabile: poche settimane prima di morire a causa di un incidente stradale, la sorella di Tomo e il suo ragazzo avevano letto un'opera intitolata Un tramonto lungo un istante.
Questo libro, scritto e pubblicato nel pieno del Novecento, non aveva avuto molto successo, dal momento che la critica letteraria lo considerava "troppo melenso".
Ad ogni modo, in Un tramonto lungo un istante, un vecchio cieco che sta per morire prende al proprio servizio una donna che possa leggergli dei romanzi e dei racconti. Un sogno dorato è il titolo dell'ultimo romanzo che la signora legge al vecchio:
Era stata mia sorella a parlarmi dell'esistenza di "Un sogno dorato". Mi aveva detto che era un libro meraviglioso e che dovevo assolutamente leggerlo. Tutto questo risale a circa sei mesi prima dell'incidente. Io credevo a qualsiasi cosa lei mi raccontasse. E così mi misi alla ricerca spasmodica del libro. Libro che, in realtà, non esisteva.
Ora che ho terminato entrambe le recensioni vi dico tutta la verità.
Ho adorato entrambi i libri di Yagisawa anche perché, nell'indole di Takako, vedo diversi aspetti di me stessa: anch'io figlia unica, anch'io introversa, da bambina godevo in molti momenti della compagnia degli zii, in particolare, dello zio Attilio che per me è più o meno come lo zio Satoru. Mio zio non è libraio, è sacerdote.
Eppure, soprattutto nella mia infanzia, nel mio periodo universitario e immediatamente post-universitario, abbiamo condiviso molti momenti felici e molte giornate che la mia memoria ha incamerato in modo lucido.
Mi permetto di concludere il post esprimendo un'opinione che ad una parte di voi non piacerà affatto.
Non molto tempo fa è morta Michela Murgia a causa di una malattia incurabile e devastante. In questo libro, "Una sera tra amici a Jinbocho", c'è anche la vicenda di una donna che si ammala gravemente e che quindi sa bene di avere la vita "in scadenza". Eppure appare serena, grata alla vita e alle persone che ha amato e che la amano e soprattutto, umile e saggia. Queste due qualità non appartenevano affatto alla Murgia, alla quale avrebbe forse giovato la lettura dei due romanzi di Yagisawa. I modi di porsi della Murgia erano arroganti, villani ed egocentrici, ovvero, non ammettevano l'accettazione di opinioni diverse dalle sue. Anche negli ultimi mesi della sua vita, seppur malata, non si è mai tolta di dosso quel sorrisetto saccente, sprezzante e prepotente, quel sorrisetto che poco ha a che fare con il politicamente corretto. Eppure viene lodata, persino dalla Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana, come fosse stata una santa d'altare. La paladina del femminismo ha creato divisioni e ha fatto nascere altre polemiche dalle sue polemiche. Ecco come Michela Murgia ha impiegato il suo tempus vitae.
Se in questa recensione non ho rivelato i contenuti in modo dettagliato è perché vorrei che voi leggeste entrambi questi libri, tanto non sono nemmeno lunghi e, al di là del numero delle pagine, sono emozionanti e significativi.