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29 agosto 2025

"VIVERE": AKIRA KUROSAWA

Vivere è un film di Akira Kurosawa ambientato a Tokyo negli anni Cinquanta.

Secondo il Time, Vivere rientra nella classifica dei 100 più grandi film.

I temi di quest'opera sono la precarietà della vita, lo scorrere del tempo, la ricerca della felicità e l'importanza di fare del bene per la collettività.

1) INIZIO DEL FILM:

La prima scena è la radiografia dello stomaco del signor Watanabe, il protagonista, affetto da un cancro incurabile.

Gli restano poco più di sei mesi di vita ma la sua vera amarezza non è la grave malattia, è la presa di coscienza di aver vissuto, per molti anni, una vita monotona come impiegato comunale negli uffici di Tokyo.

Il suo modo di lavorare, privo di entusiasmo e di iniziativa, si conforma alla lentezza della burocrazia statale giapponese degli anni Cinquanta. 

Questo aspetto del film è messo in evidenza soprattutto con il ricorso di diversi flashback sulla vita del protagonista.

Quando il radiologo gli chiede dove sente male, Watanabe mette una mano sul cuore, non sullo stomaco, forse perché si rende conto di non avere né amicizie né rapporti confidenziali con la propria famiglia: la moglie è morta anni prima e l'unico figlio sembra essere interessato unicamente all'eredità.

Dopo questa visita medica, Watanabe ritira tutto il denaro dalla banca e decide di iniziare finalmente a vivere.

2) CONTRASTI VOLUTI DALLA REGIA:

Colpisce il contrasto tra l'amarezza di Watanabe, causata in parte da un triste bilancio di vita e in parte dalla malattia, e l'indifferenza nei suoi confronti da parte del mondo circostante che, mentre sta vivendo una fase di crescita economica e di sviluppo urbano e industriale, sembra ignorare l'inevitabilità della morte.

3) L'ULTIMA FASE DI VITA DI WATANABE:

Watanabe va in un locale dove conosce un giovane scrittore e gli pone una domanda esistenziale: Che senso ha vivere? Se la vita non ha senso, come evitare di non uccidersi?

Il ragazzo lo convince a frequentare, le sere, dei locali jazz e dei night club. In questo modo, Watanabe sperimenta alcol e gioco d'azzardo.

Insoddisfatto di questa strada, una sera, Watanabe canticchia in un bar La canzone della gondola, riuscendo a mettere in imbarazzo gli altri clienti del locale, dato che si tratta di un brano sul cogliere l'attimo:

"La vita è così breve,
affréttati ad amare
finché le tue labbra sono ancora rosse,
prima che tu non possa amare più:
perché non ci sarà un domani."

In seguito, si avvicina a Toyo, una giovane ex-collega vivace, espansiva e spontanea che riesce a trovare la felicità nelle cose più semplici del quotidiano, come ad esempio una passeggiata o una pista di pattinaggio. 

Il rapporto tra Toyo e Watanabe suscita pettegolezzi tra i rispettivi conoscenti. Persino il figlio e la nuora lo criticano duramente, convinti che Watanabe abbia una relazione con una ventenne.

Comunque, tra i due si instaura soltanto un legame di amicizia: Watanabe è un po' attratto da una persona giovane che, a differenza sua, ha un approccio appassionato ed entusiastico alla vita: "Mi piacerebbe essere come te anche solo per un giorno" le dice un giorno.

Quando lavorava in comune, Toyo aveva dato un soprannome a tutti i suoi colleghi e quello per Watanabe era "la mummia".

Nel momento in cui si frequentano, la ragazza lavora in una fabbrica di giocattoli, preferendo questa mansione agli uffici comunali: "É un lavoro più faticoso, la sera sono stanca ma, vedendo i giocattoli, mi sembra di abbracciare i bambini che li avranno. In ufficio non succedeva mai niente, sono accadute solo due novità: che lei un giorno non si è presentato al lavoro e che ha cambiato il cappello".

In seguito la ragazza gli consiglia di dimettersi dal proprio posto di lavoro e di dedicarsi a iniziative utili per la collettività, come ad esempio qualche attività di volontariato.

Invece di dimettersi, Watanabe approfitta degli ultimi mesi che gli restano per concretizzare un progetto archiviato tra molti documenti in comune: trasformare una zona paludosa in un parco giochi per bambini.

Watanabe elabora una bozza per un progetto, per un breve periodo si scontra ogni giorno con un vicesindaco piuttosto svagato per attuare la costruzione del parco giochi, contrasta con successo i componenti di un'associazione che al posto del parco vogliono edificare un night club nella stessa zona.

Una sera esce dal proprio ufficio comunale e si sofferma, dopo trent'anni, ad ammirare il tramonto del sole.

Le persone attorno a lui si accorgono che Watanabe è cambiato e suppongono sia a causa della relazione con Toyo.

4) IL FINALE:

Il parco giochi viene ultimato cinque mesi dopo, in inverno.

Watanabe è stato trovato una sera assiderato nel parco.

Il funerale di Watanabe è appena stato celebrato nel momento in cui l'area viene inaugurata con una cerimonia organizzata dal comune: mentre il sindaco cerca, di fronte ai giornalisti, di appropriarsi dei meriti dell'iniziativa di bonifica, le madri dei bambini invece ricordano molto bene la figura di Watanabe e il suo impegno per il bene comune. 

Infatti portano dei fiori sulla tomba di Watanabe, iniziativa che fa irritare le autorità municipali.

5) SOMIGLIANZE E DIFFERENZE CON SCROOGE:

Il riscatto di Watanabe mi ricorda la figura di Ebenezer Scrooge.

Scrooge non è malato ma è molto avaro e insensibile. Non sa vivere veramente e il suo modo di relazionarsi con gli altri è disastroso. 

I tre spiriti che lo visitano la notte di Natale lo costringono dapprima a fare un rendiconto della sua vita e infine, lo spirito del Natale futuro, è un ammonimento: se Scrooge non cambia, a nessuno dispiacerà la sua morte, nemmeno il nipote Fred, che sarà contento di ereditare il suo patrimonio.

Dopo la visita dei tre Spiriti Natalizi che rappresentano le epoche della vita di Ebenezer (il Passato l'infanzia e la giovinezza, il Presente la vecchiaia e il Futuro la morte), a partire dalla mattina seguente Scrooge cambia i suoi comportamenti e inizia a vivere dando più importanza alle relazioni e al bene collettivo.

Anche la certezza di dover morire è un ammonimento per Watanabe e lo induce, dopo un esame di coscienza, a ricercare e a trovare il vero senso del vivere.


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