16) ABORTO
Non si intende, né con questo post né con il successivo, prendere una posizione netta a proposito di questo tema, troppo delicato e troppo complesso.
Esporrò soltanto le caratteristiche di alcuni personaggi e qualche mia riflessione.
Mai, raramente, a volte, sempre è un film uscito nel 2021 e disponibile al noleggio sulla piattaforma "Amazon Prime".
Non è stato doppiato in italiano: infatti, lingua e sottotitoli, sono in inglese americano.
A) AUTUMN CALLAHAN:
Autumn ha 17 anni, vive in Pennsylvania con la madre, il suo nuovo compagno e due sorelle ancora bambine.
Dopo la scuola, la protagonista della storia lavora nello stesso supermercato della cugina Skylar: sono entrambe cassiere che, alla fine di ogni turno, subiscono le viscide avances del loro manager.
Nel corso del film Autumn parla pochissimo: risulta silenziosa, cupa, molto introversa. Sappiamo che le piace cantare e che ha un pessimo rapporto con il convivente della madre, il quale la disprezza ritenendola una "malata mentale".
Di nascosto dalla madre, Autumn si sottopone ad un test di gravidanza presso un consultorio e scopre di essere incinta.
Il film non chiarisce l'identità del padre di questo bambino che non nascerà mai.
B) SOLITUDINE ADOLESCENZIALE:
Autumn non ha confidenza con la propria madre: il rapporto è praticamente inesistente, come d'altronde quello tra lei e le due sorelle.
D'altro canto, questa figura materna sembra non preoccuparsi minimamente per sua figlia nemmeno quando questa stessa, con la cugina poco più grande, intraprende un viaggio di più giorni per recarsi in una clinica di New York, città in cui la legge consente l'aborto fino alla ventiquattresima settimana di gravidanza. Autumn è alla diciottesima.
La madre dell'adolescente protagonista non verrà mai a conoscenza né della gravidanza di sua figlia né del conseguente aborto.
Il comportamento di questa figura adulta può sconcertare: mai una volta, nei giorni di assenza della figlia, ha provato a contattarla o comunque, mai si è rivolta alla polizia per l'assenza della figlia in casa.
Poco dopo l'operazione in clinica, nei bagni della stazione metropolitana di New York, Autumn telefona alla madre con l'intenzione di riferirle di aver abortito ma, dopo aver preso un respiro profondo, non ci riesce e riattacca.
Oltretutto, questa ragazza sembra non avere amiche.
L'unica persona con la quale ha una buona relazione è la cugina: pur non comportandosi come amiche, entrambe si rispettano profondamente.
Il rapporto tra la protagonista del film e il sesso opposto è pessimo: in una delle prime scene, ambientate in un bar-ristorante, vediamo Autumn rovesciare una tazza di tè bollente sul viso di un coetaneo che la osserva insistentemente da lontano.
Chi è quel ragazzo? Uno sconosciuto che, con gli occhi, sta infastidendo la figura principale della storia? Uno dei sei ex di Autumn? Oppure il mancato padre del bambino?
Lo spettatore, inevitabilmente, si pone diverse domande: il feto di Autumn è la dolorosa conseguenza di una relazione finita, oppure è frutto di una violenza subita?
Poco prima di effettuare l'operazione, un'infermiera del consultorio si ritrova a porre alcune domande particolarmente spinose alla ragazza, tenuta a rispondere scegliendo, volta per volta, una delle quattro opzioni seguenti: mai, raramente, a volte, sempre.
Così scopriamo che Autumn, oltre ad essere sessualmente attiva dai 14 anni, ammette tra le lacrime di essere stata costretta, a volte, ad avere un rapporto sessuale.
E la famiglia di Skylar?
Sembra non esistere, dal momento che non compare mai nel film e considerando tra l'altro anche che la stessa Skylar non li nomina mai.
Forse, il legame tra la cugina della protagonista e i suoi genitori è molto debole o comunque, disfunzionale.
Noi spettatori non conosceremo mai le dinamiche familiari e affettive di Skylar.
C) SPUNTI DI RIFLESSIONE SUGGERITI DAL CONTENUTO DEL FILM:
1) L'educazione all'affettività è ancora un tabù nel nostro tempo?
In questo film sembra che affettività e sessualità siano ritenute ancora dei tabù: gli adulti non ne parlano mai con gli adolescenti, lasciati a loro stessi.
Nessuno si prende l'impegno di far capire agli adolescenti che le prime cotte e le prime attrazioni verso qualcuno, durante l'adolescenza, molto spesso non sono preludio di un vero amore.
Eppure, senza guide educative che si dimostrino comprensive ma al contempo autorevoli, i ragazzi traducono queste pulsioni in esperienze sessuali con il rischio di conseguenze serie e con la quasi inevitabilità di essere sommersi da amarezza, malinconia e angoscia una volta che l'innamoramento sbollisce.
L'educazione affettiva era un tabù per i genitori degli attuali Millennial (anni '80, primi anni '90) o Tardo-Millennial ('93-'96)?
Forse.
Comunque con mia mamma ne ho parlato abbastanza.
Ero in quinta elementare quando il mio bravissimo pediatra mi aveva regalato dei libretti simpatici in cui i paragrafi alternati a vignette si rivelavano molto arricchenti dato che erano relativi sia al corpo in cambiamento nella pre-adolescenza che al saper dare un nome alle emozioni di quella fase di vita.
Così sono arrivata consapevole al mio menarca nel giugno 2008, momento che ha segnato il mio passaggio dall'infanzia all'adolescenza. È stato un pochino prima dei tredici anni, sotto questo aspetto sono stata l'ultima della classe.
Ho un bel ricordo, per quel che concerne il mio secondo anno di liceo, di un mini-corso in alcune ore curricolari nelle quali una bravissima psicologa sottolineava quanto fosse importante un dialogo e un confronto con il sesso opposto, focalizzato su piccole confidenze a proposito di gusti di gelato, dei propri hobby, dei propri desideri e delle proprie aspettative per il futuro.
La psicologa che ha proposto a tutte le classi seconde quella formazione insisteva sull'opportunità di instaurare un legame affettivo con un ragazzo o una ragazza che implicasse anche la condivisione di idee e di valori.
Secondo me aveva ragione: non pensate che questa modalità di affrontare l'educazione all'affettività andasse bene fino a dieci o quindici anni fa. Può essere istruttiva ed edificante anche adesso.
Comunque, è molto meglio che la persona con cui si sceglierà di condividere la vita abbia anche un ruolo permanente di "miglior complice", perché i genitori e i parenti invecchiano e prima o poi scompaiono, gli eventuali fratelli e cugini, pur volendo il nostro bene, realizzano la loro strada di vita ed è giusto così, i figli e le figlie crescono e diventano indipendenti.
Oltre a ciò, in questi ultimi anni in cui il mondo e gli scenari geopolitici cambiano in fretta e influenzano sia le relazioni sia gli ambienti lavorativi, i colleghi spesso non possono essere amici ma solo dei collaboratori e le amicizie, in generale, risultano durature in rari casi.
Ad ogni modo, gli amici, anche quando sono ottimi e affidabili, non possono diventare né la nostra ombra né la nostra stampella dal momento che hanno priorità quali lavoro e magari anche una famiglia.
Chi ci rimane, quindi, come valido termine di alleanza, di conforto e di confronto se non il coniuge o il compagno di vita?
2) Ignoranza giovanile (in Italia ma anche negli negli Stati Uniti) in materia sessuo-fisiologica:
Autumn ha un cattivo rapporto con la propria dimensione affettiva e con il proprio corpo.
Noi spettatori appuriamo quasi subito che non monitora mai le proprie mestruazioni. Non sa quando le ha avute l'ultima volta e, per di più, dice all'infermiera del consultorio della Pennsylvania: "I'm a kind of irregular".
E qui ho pensato: ma stiamo scherzando?! Se sono irregolari a maggior ragione devono essere segnate su un'agenda, su un calendario o su un'App!
Probabilmente Autumn non sa nemmeno quando è iniziata la sua maturità fisiologica.
Riconosco inoltre che esiste, almeno nel nostro paese, una discreta dose di ignoranza della componente maschile sulla fisiologia femminile: gli uomini si avvicinano ai trent'anni con le loro menti notevoli e iperlogiche, le loro lauree, i loro Erasmus in Svezia, Irlanda o Canada, i loro master specialistici e le loro notevoli esperienze di lavoro ma, in alcuni casi, non hanno idea di che cosa sia la "finestra fertile", non distinguono il ciclo ovarico da quello mestruale e hanno una visione riduttiva a proposito di sessualità che comprende anche i vissuti e gli aspetti culturali e sociali, non soltanto l'atto sessuale, altrimenti non saremmo molto diversi da questo esserino poco sveglio che vive di puri istinti:
Non so esattamente da che cosa dipenda questa loro carenza che, vorrei sottolineare, constato senza giudicare né ridicolizzare, ma credo si possano avanzare diverse ipotesi: forse risentono della mancanza di serio dialogo con figure educative durante l'età evolutiva oppure sono reduci di rigidi moralismi impartiti durante la loro adolescenza.
Eppure, a partire dalla loro prima relazione stabile, questi argomenti li riguardano eccome!
Abbastanza triste e sconcertante inoltre risulta il recente fenomeno dei gruppi Telegram "Incel", frequentati dai "celibi involontari" i quali manifestano tramite chat opinioni discriminatorie e sessiste, trovandosi a vivere una condizione di isolamento sociale e di insoddisfazione sentimentale o dopo una serie di esperienze negative e dolorose con le donne oppure a causa di una vergognosa incapacità di relazionarsi in maniera interpersonale.
3) Ulteriori domande:
Solo la scuola deve farsi carico dell'educazione alle relazioni, alla parità di genere, dell'educazione sessuo-affettiva?
Quanta parte di responsabilità dovrebbero avere le famiglie?
Come sarà possibile, in futuro, promuovere un approccio ad un'affettività consapevole?
Che ruolo potrebbe avere la Chiesa a tal proposito?
Sarà mai fattibile uno stanziamento di fondi da parte del Ministero della Cultura in modo tale da poter garantire, in tutta Italia, serate, webinar e corsi in materia di parità di genere, rivolti a tutte le età?
Mi auguro riflettiate su tutte queste mie domande spinose.
Tuttavia, l'educazione alle relazioni e all'affettività dovrebbe coinvolgere molte istituzioni e comunità e dovrebbe certamente implicare non soltanto la collaborazione tra scuole e altre figure professionali rispettabili quali psicologhe, ginecologhe, ostetriche e operatori di consultori, ma anche tra biblioteche e amministrazioni comunali da un lato e consulenti familiari e assistenti sociali dall'altro.
Nel film Mai, raramente, a volte, sempre la scuola non compare mai, né come istituto né come strumento didattico-educativo.
Oltretutto, sarebbe proprio il momento di progettare percorsi parrocchiali e vicariali riservati agli adolescenti che includano anche un periodo finalizzato sia a soffermarsi sulla pericolosa concatenazione tra digitale e sessualità sia a proporre la lettura di alcuni brani della Bibbia, magari su un'emozione complessa come la gelosia o su un valore ai nostri tempi poco diffuso: la fedeltà.
Bisognerebbe rendere obbligatori in ogni contesto di pastorale adolescenti parrocchiale, vicariale e diocesana alcuni dialoghi e incontri con coppie di fidanzati e con coniugi ben realizzati nella loro dimensione affettiva.
Ma forse la Chiesa non avrà futuro, perché nel presente non c'è veramente la voglia né la motivazione di riformare le attività vicariali.
A mio avviso istituire il "ministero della prossimità" in tutte le realtà diocesane e vicariali d'Italia sarebbe una grande idea e dimostrerebbe una maggior apertura mentale da parte della Chiesa-istituzione, con la creazione sia di gruppi di supporto per chi vive situazioni di malattia, sia di occasioni in cui i giovani, credenti e anche non, si confrontino in modo edificante, lasciando completamente perdere quelle che io definisco "innovazioni-sciocchezze" come il diaconato e il sacerdozio alle donne e il motto, oltremodo stupido: "liberiamoci del prete dittatore in nome della sinodalità".
Ma quale dittatore, dato che i sacerdoti sono diventati figure marginali nella società (secondo diverse mie esperienze è stato così).
Concludo definitivamente con questa piccolissima, ma assolutamente non marginale, riflessione: per quale oscuro motivo molte donne non imparano a darsi valore?
Con questa domanda mi riferisco prima di tutto a quelle ragazze che pubblicano video, reel e messaggi pieni di allusioni sessuali: ma non pensano mai di valere più di così? Sono sicure per davvero che quella componente maschile dotata di sale in zucca le apprezzi dopo aver espresso le loro stra-volgarità e i loro ignorantissimi luoghi comuni a proposito degli uomini?
Ma mancano di rispetto persino a loro stesse! Le clip e i reel che postano sono merda.
Io per queste ragazze invoco l'obbligo di sei mesi di volontariato nelle miserie dell'entroterra messicano, per mettere la testa a posto!!
Farebbero molto meglio ad aprire pagine di zoologia, di arte, di antropologia, almeno chi le ascolta imparerebbe qualcosa di carino!
E poi penso, con molto sconcerto, a donne che trovano normali le discriminazioni di genere, subendole e dandosi colpe che non hanno, a causa di partner prepotenti, sadici e magari anche pornomani.
Che mondo cattivo e deleterio, che degrado, culturale e morale!
Se siete genitori di figli piccoli o se state per diventarlo, siate forti, determinati, perché, come diceva Fra' Cristoforo a Renzo e Lucia: "Verranno in un tristo mondo, in tristi tempi, in mezzo ai superbi e ai provocatori: dite loro che perdonino sempre, sempre!".
Non riesco in questo periodo ad essere positiva, faccio dei sogni con immagini molto forti: io e Matthias che cerchiamo l'uscita nei corridoi poco luminosi di alberghi labirintici oppure che assistiamo, vestiti elegantemente a bordo piscina, ad una lezione di nuoto acrobatico con mosse che sono esplicite allusioni sessuali, io che scappo sconvolta e vestita da sposa dopo che una donna minimizza l'aborto dicendo: "Tanto il feto è solo un grumo di cellule".
E infine, siamo al lago di Levico e il cielo è plumbeo: io sono preoccupata, Matthias mi prende per mano e corriamo verso una zona illuminata dal sole.
Certo, l'abito bianco-panna con perline in questa fase di vita posso sognarlo, non mettermelo.
Mi colpisce il fatto che, in questi sogni, in mezzo alle difficoltà, Matthias si dimostra concreto e impulsivo, io invece sono angosciata. Guardate che solo su questo blog sembriamo due personalità quasi uguali, nella realtà saremmo due caratteri non diversi ma assolutamente complementari.
Dal momento che per certi versi sono un caso pietoso, ho chiesto a Gemini AI di interpretare queste immagini... le sue spiegazioni sono ben argomentate e non fanno intendere un futuro buio.
Ad ogni modo, dite sempre ai vostri figli di coltivare valori, di essere semplici e genuini, raccomandategli di perdonare senza dimenticare perché "quando niente ti sa offendere èsolo allora che sai veramente essere", cantava Tiziano Ferro anni fa. Consigliate loro di vivere "alla Max Pezzali", grati per qualsiasi cosa e opportunità: "Per ogni istante, ogni giorno, ogni attimo che sto vivendo: grazie mille".
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