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12 settembre 2025

"La scelta di Anne" :

La scelta di Anne è un film francese, piuttosto crudo, ambientato negli anni Sessanta.

A) IL PERSONAGGIO DI ANNE:

Anne è la protagonista di questo film.

Studentessa universitaria poco più che ventenne, la ragazza è iscritta alla Facoltà di Lettere e risulta, all'inizio del film, tra le studentesse migliori, suscitando invidie tra le sue compagne di corso.

Oltre a dedicarsi con interesse allo studio, la giovane trova sintonia con Brigitte, amica e compagna di corso.

I genitori di Anne, di estrazione sociale modesta, tengono molto alla formazione accademica della figlia.

Tuttavia, poco dopo i primi minuti del film, noi spettatori constatiamo che Anne è preoccupata per le mestruazioni in ritardo. A seguito di una visita medica, la nostra protagonista scopre di essere incinta. 

Fin da subito è risoluta ad abortire.

B) LE RELAZIONI TRA ANNE E GLI ALTRI PERSONAGGI DEL FILM:

Per gran parte del film Anne appare angosciata e preoccupata: non confida nulla ai genitori, molto impegnati con le loro mansioni lavorative, e non riesce più a concentrarsi né in aula durante le lezioni né durante le ore di studio a casa, con la conseguenza che il suo rendimento accademico peggiora notevolmente.

Apro una breve parentesi: nella La scelta di Anne il sistema universitario francese degli anni Sessanta sembra strutturato più o meno come un liceo italiano, in cui gli studenti vengono frequentemente (almeno una volta la settimana) sottoposti a interrogazioni e compiti in classe riguardanti analisi letterarie, grammatica latina, un determinato numero di pagine di storia e concetti di linguistica.

C'è un solo pensiero nella mente della ragazza: come abortire in una società in cui questa intenzione o è considerata un tabù oppure indigna enormemente?

La protagonista riesce a dire della sua gravidanza soltanto a Brigitte che, sconvolta e scandalizzata, prende le distanze da Anne e smette di frequentarla, congedandola con un "Non posso aiutarti".

Qui mi sono chiesta: se, tra i 22 e i 23 anni, fossi stata al posto di Brigitte e avessi avuto un'amica nella stessa situazione di Anne, come mi sarei comportata e che cosa le avrei detto?

Ma Brigitte non è affatto una bigotta: da un lato è una brava ragazza visto che risulta una buona studentessa con l'obiettivo di inserirsi nell'insegnamento. Tuttavia, non può fare a meno di sottrarre di nascosto dai comodini del fratello maggiore le riviste hard; per questo ad un certo punto dice, non senza ironia: "Sono la vergine più informata del pianeta".

Brigitte, consapevole di tutti i rischi che comportano i rapporti non protetti, sogna tuttavia ad occhi aperti una futura relazione orientata alla sensualità.

Ad un certo punto della vicenda, un medico prescrive ad Anne l'estradiolo, dicendole che si tratta di un farmaco finalizzato a stimolare l'arrivo delle mestruazioni. 

In realtà l'estradiolo consolida l'impianto dell'embrione.

Al contrario del film Mai, raramente, a volte, sempre, qui il padre del piccolo non desiderato ha un'identità ben precisa: è Maxime, studente di Scienze Politiche con cui Anne ha avuto una relazione occasionale a seguito di alcune serate passate in discoteca.

Il film è ambientato in una regione della Francia, anche se è facile pensare alla Francia meridionale dal momento che si vedono campi di lavanda, colline e coste con zone lagunari.

Maxime vive in una città diversa rispetto ad Anne e quest'ultima, sebbene la loro relazione puramente sessuale sia terminata, gli telefona dicendogli di non voler tenere il figlio.

Il ragazzo non sembra affatto preoccupato della gravidanza, i suoi pensieri sono rivolti alla tesi di laurea, alle giornate estive in spiaggia con gli amici, alle pedalate sul lungomare. "Sembra un problema solo mio", gli dice Anne irritata.

In effetti, Maxime non si rende conto della responsabilità delle sue azioni e non prova mai a chiederle come si sente, tantomeno ha l'intenzione di aiutarla economicamente.

Voleva forse questo film mettere in luce anche l'immaturità spaventosa di una parte della componente maschile?

Alla fine Anne riesce ad abortire, a suo rischio e pericolo, alla decima settimana e nella casa della signora Riviera, la quale, senza competenze mediche né infermieristiche le pratica l'aborto inserendole delle bacchette nella cavità uterina.

Poco tempo dopo Anne ritorna all'università tornando ad essere una studentessa zelante e volonterosa.

Il film si chiude con una lezione su Victor Hugo.

C) L'ABORTO NELLA FRANCIA DEL SECOLO SCORSO:

Nella Francia di sessant'anni fa la pratica dell'aborto era punibile con qualche anno di reclusione e questa era una pena valida sia per i medici che per le pazienti.

Per questo motivo gli aborti venivano praticati o clandestinamente oppure le ragazze morivano poco dopo aver messo in atto, tra le mura domestiche, soluzioni estremamente crude e pericolose.

D) ALCUNI PUNTI PARTICOLARI DEL FILM:

D1) L'ISOLAMENTO SOCIALE DI ANNE:

A seguito della sua ferma intenzione di abortire, Anne si ritrova in una condizione di isolamento dato che nessuno condivide la sua scelta o comunque, Maxime, l'altra persona che dovrebbe preoccuparsi tanto quanto lei, si dimostra indifferente.

Anche Autumn subisce l'isolamento sociale, prima di tutto per il fatto che la famiglia non la ascolta né la comprende e poi perché è un'adolescente il cui corpo è stato sfruttato da coetanei o comunque da ragazzi vicini alla sua età. La società americana sembra indifferente alla sua infelice condizione.

D2) LO SCHERMO BIANCO DOPO L'OPERAZIONE CLANDESTINA:

Per alcuni secondi, mentre ad Anne viene un malore e la febbre alta a seguito dell'operazione clandestina, il regista ci presenta uno schermo totalmente bianco. 

Per quale motivo? 

Voleva forse simboleggiare l'innocenza di un embrione che non ha colpe? Oppure con questo espediente voleva marcare il mega-stacco tra la "parentesi" di una gravidanza indesiderata e la scena finale, in cui ricompare l'ambiente universitario che potrà dare un futuro ad Anne?

Con la conclusione della sintesi di questo film questa tematica spinosa è terminata.

Dal mio punto di vita l'aborto è un dramma, personale e sociale. 

Lo scopo di questa piccola serie di post infatti non era approvare le ragazze e le donne che optano per questa scelta ma, casomai, cercare di riflettere su problematiche affettive, relazionali e sociali tuttora di grande attualità come la carenza di dialogo tra genitori e figli a proposito di sessualità, la mancanza di cooperazione tra le istituzioni per garantire una buona educazione affettiva agli adolescenti e la mancanza, in certi casi, di responsabilità di una parte dei giovani nel vivere una relazione d'amore, anche occasionale.

Il femminismo ha da sempre considerato l'aborto come un diritto fondamentale della donna, senza mettere sufficientemente in luce né il lato drammatico né le cause che possono portare a compiere la scelta di un'interruzione di gravidanza.

Non mi ritengo propriamente una femminista, io sono per la promozione della parità di genere, è diverso.

Da un lato il maschilismo ha fatto danni enormi nel corso della storia umana perché ha ridicolizzato la dimensione emotiva e sentimentale degli uomini e ha ingiustamente ghettizzato le donne ad una vita di "casa, chiesa, famiglia e sottomissione". 

Dall'altro però, il femminismo, ha dato la surreale illusione ad una parte della componente femminile di poter fare a meno degli uomini dato che, per questa corrente di pensiero, sembrano tutti stupidi e, oltre a ciò, il femminismo ha portato le ragazze a credere che l'emancipazione consista nell'assumere tutti gli atteggiamenti e i comportamenti demenziali e sbagliati che, fino ad appena quarant'anni fa, erano solo tipicamente maschili.


3 commenti:

  1. Oggi durante il mio turno in Emporio la mia postazione dell'accoglienza era più affollata rispetto ad altri miei turni.
    Il mio ruolo non consiste soltanto nel registrare i nominativi e i punti mensili corrispondenti ogni mese ma anche nel fare qualche chiacchiera con chi accede al servizio.
    Oggi c'erano molte "utenti" donne. Per favore assistenti sociali, educatori, studenti in servizio sociale e psicologi, perdonate questo termine che detestate. So anch'io di avere a che fare con delle persone che sono molto di più della loro spesa in Emporio, sono in questo posto da cinque anni e mezzo e non ho alcuna intenzione di lasciarlo. Spontaneamente ho fatto una constatazione sulla parità di genere e, inaspettatamente, il mio discorso ha scatenato un dibattito piuttosto acceso, ma svoltosi sempre con scambi di battute rispettosi, a proposito di "uomini lavativi, imbroglioni, immaturi, arroganti". Mi sono state raccontate esperienze affettive di ogni genere, dalle più tossiche alle più belle, fatte di quotidianità condivisa. Ammetto di essere piuttosto sensibile alla parità di genere, considerando anche le tesi di laurea che ho portato.
    Ci ritornerò su questo argomento nel 2026, constato che c'è un gran bisogno di trattarlo a più riprese e di parlarne, troverò spunti magari con Matthias, perché tutte le chiacchiere che ho sentito oggi sono state generate da un mio tal pensiero: "Non abbiamo raggiunto la parità di genere ma ho l'impressione che diversi trentenni -trentacinquenni, fatta eccezione di personaggi come Impagniatiello, si stiano distaccando da modelli maschilisti e da stereotipi di genere che riguardano anche loro in quanto uomini all'apice delle energie fisiche e mentali. I giovani uomini interiormente ricchi esistono, solo che non fanno notizia".
    Sono un po' particolare perché faccio affermazioni che innescano dialogo tra chi mi sta intorno ma poi al dibattito non sono granché partecipe. Comunque non era mia intenzione scaldare un po' gli animi (ma tutto è avvenuto senza forme di aggressività), prima volta che accade da quando mi hanno assegnato il ruolo fisso in accoglienza.

    *Prevedendo un autunno e un dicembre intenso per questioni lavorative e formative dato che sono determinata a lottare per una maggiore stabilità economica, in giugno e in agosto ho scritto e programmato post su vari argomenti da qui (da quello programmato per domani) fino a metà dicembre, inclusi i post a due cervelli con la persona che amo, così da non lasciarvi senza spunti.

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  2. Da tempo dai alle lettrici una visione distorta di quella che è la realtà e sei veramente ridicola. Secondo te gli uomini sono dei "poverini" sempre e solo vittime di questo mondo corrotto e cattivo che non permette loro di emozionarsi (ma quando mai!) mentre le donne per te Anna hanno solo colpe.
    Sei più maschilista di qualsiasi tuo coetaneo stronza che ti credi un'intellettuale ti stai facendo forte della tua esperienza strana e pretendi che tutte noi facciamo come te, tu con i maschi parli di attualità, di film, di libri e persino di poesia!
    Per loro sei sicuramente una principessina di cristallo, forse, e immagino anche il tuo compagno, ti chiedono il permesso persino di toccarti la spalla visto che ti credono la reginetta del mondo, ma va là!!!

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  3. Complimenti per l'acume dimostrato con questo commento!
    E peraltro in un linguaggio davvero pacato!
    Ti consiglierei, mia cara, di non perdere ulteriore tempo per inoltrarmi queste meravigliose perle di saggezza ma piuttosto di ripassare (proprio nel senso inglese del "to brush up on", "dare una bella rinfrescata") le regole della buona educazione e della discrezione ed eviterai così di chiamare in causa senza alcun diritto prima di tutto una relazione molto seria e importante che non ti riguarda e poi il mio rapporto con altri conoscenti.

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